Varate le nuove misure anti-Covid in vigore fino al 5 marzo. L’Emilia-Romagna è arancione
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Sono già stati pubblicati i dati del monitoraggio dell’ISS Istituto Superiore di Sanità relativi al periodo che va dal 4 al 10 gennaio: sono i dati che porteranno alla decisione del governo di assegnare alle Regioni gli ormai famosi colori di fascia – bianco, giallo, arancione, rosso – che saranno ufficializzati da un’ordinanza del Ministero della Salute ed entreranno in vigore lunedì 18 gennaio. Secondo questi dati Lombardia e provincia di Bolzano sono zona rossa (al rosso si aggiunge, con un’ordinanza, anche la Sicilia). Altre 12 regioni invece sono zona arancione e fra queste c’è l’Emilia-Romagna. Con la nostra regione Abruzzo, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Umbria, Veneto, Friuli, Marche, Calabria e Valle d’Aosta. Le altre regioni sono gialle. Non risultano al momento regioni bianche. Desta allarme l’Rt nazionale, in aumento da cinque settimane, salito a 1,09 (si riferisce al periodo 23 dicembre – 5 gennaio).
IL DOCUMENTO DELL’ISS
“Si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuto ad un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni. Lo evidenzia il monitoraggio Iss-ministero della Salute.
L’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,09 (range 1,04-1,13) in aumento da cinque settimane. «Questa settimana si conferma il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente», si legge nel documento relativo al periodo fra il 4 e il 10 gennaio.
Si osserva, per la seconda settimana consecutiva, un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg: 368,75 per 100.000 abitanti (28/12/2020-10/01/2021) vs 313,28 per 100.000 abitanti (21/12/2020-03/01/2021)». Due Regioni/PPAA (Bolzano e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 3 (zona rossa, ndr).
IL NUOVO DPCM
Già approvati il nuovo Dpcm e il relativo decreto che stabiliscono regole e divieti per contrastare la diffusione del virus, con misure valide fino al 5 marzo 2021. Si mantiene il sistema di divisione dell’Italia per fasce di colore e in attesa del monitoraggio definitivo di questa mattina si conferma che le regioni a rischio alto andranno automaticamente in zona arancione (è il caso dell’Emilia-Romagna). Si ribadisce ovunque il coprifuoco dalle 22 alle 5 così come l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso.
IL TESTO COMPLETO: Dpcm_14gennaio2021
Stop agli spostamenti regionali – Non si potranno superare i confini della regione anche per chi è in fascia gialla. Secondo il nuovo provvedimento fino al 15 febbraio 2021 è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Seconde case – Fino al 15 febbraio è vietato andare nelle seconde case che si trovano fuori regione. Se si è residenti in una regione in fascia arancione è vietato andare nella seconda casa fuori dal proprio comune. L’unica deroga riguarda motivi di urgenza, ad esempio la riparazione di un guasto oppure per recuperare oggetti o materiale indispensabile. Lo spostamento deve durare il tempo di risolvere il problema.
Non più di due – Il governo ribadisce la norma sulle visite ad amici e parenti che limita gli incontri nelle abitazioni private. Nelle regioni in fascia gialla «lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, nell’ambito del territorio comunale, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi».
Piccoli comuni – Rimane la deroga sugli «spostamenti dai Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia».
Divieto di asporto nei bar – Nelle regioni arancioni rosse o arancioni bar e ristoranti rimangono chiusi, in quelle gialle potranno invece aprire fino alle 18 sempre con la regola di massimo quattro persone al tavolo. Dopo le 18 è sempre consentita la consegna a domicilio, ma per i bar sarà vietato l’asporto. Una misura decisa per evitare assembramenti di fronte ai locali. Rimane «consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati».
Impianti da sci – Slitta la riapertura degli impianti da sci inizialmente prevista per il 18 gennaio. Nel nuovo Dpcm è scritto che «a partire dal 15 febbraio 2021, gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali», ma dovranno comunque essere messe a punto «apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome» che dovranno essere «validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte a evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti».
Musei, teatri e cinema – I musei e le mostre sono aperti «dal lunedì al venerdì con esclusione dei giorni festivi» e con ingressi contingentati nelle regioni in zona gialla. In zona arancione o rossa restano chiusi. Sempre chiusi i cinema e i teatri.
Palestre e piscine – Fino al 5 marzo è stato prorogato il divieto di apertura di palestre e piscine ma già la prossima settimana il Cts potrebbe approvare le nuove linee guida proposte dal ministero dello Sport e autorizzare almeno le lezioni individuali.
La fascia bianca – Nelle regioni con «scenario di tipo 1 (Rt sotto l’1) e livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti» scatta la fascia bianca e tutte le attività potranno essere aperte.
Scuola – Le scuole secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione didattica in modo che, a decorrere dal 18 gennaio, almeno al 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza, fatte salve le diverse disposizioni individuate da singole Regioni. La rimanente parte dell’attività si svolgerà a distanza. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali.
Nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione (scuole primarie e secondarie di I grado) la didattica continua a svolgersi integralmente in presenza. È obbligatorio l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.
È possibile lo svolgimento in presenza delle prove concorsuali selettive, con un numero di candidati non superiore a 30 per ciascuna sessione o sede di prova. Saranno quindi ricalendarizzate le prove del concorso straordinario per la secondaria di I e II grado interrotte a novembre e si darà avvio gradualmente allo svolgimento delle prove delle altre procedure concorsuali.
Restano sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO). Le riunioni degli organi collegiali potranno svolgersi a distanza.
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Stupenda la presa in giro (comunque da ‘zona gialla’) dei musei aperti solo nei giorni feriali. Fa il paio con i teatri sempre chiusi. Franceschini non si rende conto di essere diventato un… mi autocensuro, ok, così potete pubblicare il commento? 🙂
Come citato nell’articolo “obbligo mascherina all’aperto” da quando? L’obbligo c’è stato fino al 3 dicembre su iniziativa della regione….. Poi guardando i dati dal sito della regione Emilia Romagna e facendo le dovute proporzioni noto con piacere che dal 23 dicembre ad oggi i casi ogni 100000 abitanti sono meno di 50 di media, solo in 2 giornate si è sforato in regione, quindi che cosa giustifica l’arancione anzichè un giallo, un rosso o un bianco? Sotto i 50 su 100000 non era zona bianca o è a discrezione comunque? perchè cosi sembra veramente la carota per fare andare avanti l’asino
Che inutile governo….ora giochiamo a strega comanda colore…
se si lascia andare tutto sarà una strage.(adesso abbiamo le prove svezia e GB)uno stato dovrebbe sostenere chi non può avere un reddito per salvare la vita alle persone (suoi futuri clienti) la GERMANIA LO FA,perchè l italia non lo fa’oppure meglio perchè non può permettersi di farlo????