In Corte d’Assise a Ravenna prima udienza del processo per il femminicidio di Elisa Bravi: ammesse le parti civili foto

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È iniziato questa mattina, venerdì 12 febbraio, nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Ravenna, il processo per il femminicidio di Elisa Bravi, la donna di 31 anni uccisa dal marito Riccardo Pondi, nella notte tra il 18 e il 19 dicembre di due anni fa in una villetta di Glorie di Bagnacavallo dove la coppia viveva insieme alle loro due bambine. Elisa Bravi e Riccardo Pondi stavano attraversando un momento difficile della loro relazione, tanto da essere seguiti da una psicoterapeuta. Secondo la confessione resa dallo stesso Riccardo Pondi agli investigatori, la tragedia si sarebbe consumata al culmine di una lite violenta: l’uomo prima ha stretto le mani attorno al collo della moglie fino a soffocarla, poi ha cercato invano di rianimarla. Ed è stato sempre Pondi a chiamare il 118 e ad avvertire i carabinieri. L’uomo, che si trova rinchiuso nella casa circondariale di Ravenna, rischia l’ergastolo.

A rivestire il ruolo di Pubblica Accusa sarà la dottoressa Lucrezia Ciriello, la Corte sarà presieduta dalla dottoressa Cecilia Calandra. Giudice a latere la dottoressa Antonella Guidomei. La famiglia della vittima si è costituita parte civile con la tutela degli avvocati Giuseppe Della Casa e Annalisa Porrari. Ma come è già accaduto in occasione del  processo per il femminicidio di Giulia Ballestri, parti civili saranno anche le associazioni femminili (Udi, “Demetra, donne in aiuto” di Lugo), le istituzioni (Comune di Bagnacavallo e Unione dei Comuni della Bassa Romagna) e l’Associazione Dalla Parte dei Minori.

A processo appena iniziato, la Corte dopo una prima riunione in Camera di consiglio ha ammesso tutte le parti civili. Poi nuova riunione della Corte per valutare se acquisire o meno la perizia psichiatrica. Infatti, in presenza della confessione del loro assistito i due difensori, gli avvocati Francesco Manetti ed Ermanno Cicognani, nel tentativo di evitargli il carcere a vita punteranno tutto sulle condizioni psico-fisiche di Riccardo Pondi al momento dell’omicidio. In questa direzione va la consulenza di parte del professor Renato Ariatti, docente di Psichiatria Forense all’università di Bologna, che ha stilato su richiesta dei difensori una relazione sulle condizioni di salute di Pondi e sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Alla fine la Corte si è riservata di acquisire la perizia della difesa e di fare ulteriori perizie sullo stato di salute mentale dell’imputato in un secondo tempo, dopo aver ascoltato alcuni testimoni chiave chiamati dalla pubblica accusa.

Nell’udienza di oggi sono stati sentiti un appuntato e un graduato dei carabinieri, che sono arrivati fra i primi sulla scena del delitto, oltre al medico legale. La prossima udienza è stata fissata per i primi di marzo.

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