Scoperti in 7 imprese ravennati oltre 40 lavoratori in nero o irregolari: scattano le “maxi sanzioni”

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Ravenna ha effettuato 15 controlli presso altrettante aziende della provincia che hanno permesso di scoprire 38 lavoratori in nero e 5 irregolari, sorpresi all’opera in 7 imprese ravennati operanti in diversi settori economici, comunque non rientranti tra le categorie colpite dall’emergenza sanitaria in atto.

I controlli, messi in campo sull’intero territorio provinciale, hanno visto l’impiego di 24 pattuglie, per un totale di 63 finanzieri, di cui 18 impegnati nell’area portuale per verificare che i lavoratori presenti fossero effettivamente dipendenti di imprese autorizzate dall’Autorità di Sistema Portuale e in regola con gli adempimenti di natura fiscale e previdenziale.

A Lugo è stato individuato un lavoratore in nero che operava presso un’autocarrozzeria locale, mentre a Cervia sono stati scoperti altri due lavoratori in nero, rispettivamente di origini egiziane e bengalesi, presso altrettante rivendite di frutta e verdura. In un altro caso, invece, a Faenza è stata individuata una ditta operante nel settore delle pulizie, che non aveva correttamente registrato sul Libro Unico del lavoro i dati di 3 dipendenti, tutti italiani, trovati in servizio.

A Ravenna sono stati scoperti 2 lavoratori di nazionalità marocchina assunti con un contratto part-time in un minimarket etnico, che in realtà sono risultati aver lavorato per molte più ore di quanto effettivamente contabilizzato. Sempre a Ravenna è stata individuata un’azienda operante nel settore delle vendite porta a porta, nei confronti della quale sono tutt’ora in corso approfondimenti, che avrebbe impiegato più di 35 lavoratori, nella quasi totalità giovani italiani, che formalmente risultavano operare come lavoratori autonomi, mentre nei fatti sarebbero stati impiegati come lavoratori subordinati a tutti gli effetti, senza però che il loro datore di lavoro operasse nei loro confronti le prescritte ritenute previdenziali.

Sulla base di quanto riscontrato dai militari almeno quattro delle imprese ispezionate si vedranno applicare la cosiddetta “maxi sanzione”, fino ad un massimo di 10.800 euro per ciascun lavoratore in nero, che si applica in caso di impiego, fino a trenta giorni, di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro ai competenti Centri per l’Impiego. Per loro verrà anche proposta all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ravenna l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, prevista quando la forza lavoro impiegata in nero supera il 20% del totale dei lavoratori regolarmente assunti e trovati sul luogo di lavoro.

 

Commenti

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  1. Scritto da batti

    le aziende vanno chiuse per sempre. questi fanno chiudere chi sta alle regole. questo paese ha troppe partite iva. copiare da piu bravi serve sempre