In piazza per la transizione energetica e contro l’impianto di stoccaggio della CO2 di Eni

Il Coordinamento Ravennate della Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, insieme alle altre realtà del mondo ambientalista, sarà in piazza Kennedy a Ravenna mercoledì 12 maggio alle 17 per manifestare in favore della transizione ecologica e contro il grande impianto di stoccaggio di CO2, che ENI vorrebbe costruire a Ravenna, “con il beneplacito di gran parte del mondo politico, imprenditoriale e sindacale”, precisano gli organizzatori”.

“La tecnica dello stoccaggio della CO2 nei fondali marini – aggiungono – è una tecnica troppo recente per poterla definire poco rischiosa, ed è talmente invasiva da non lasciare dubbi sul forte impatto che genera sull’ambiente. Inoltre è costosissima e prevede lo spreco di miliardi che potrebbero essere utilizzati per  avviare tanti progetti, che già esistono, finalizzati a un deciso passaggio alle energie rinnovabili. E soprattutto, il ricorso allo stoccaggio dell’anidride carbonica rinvia sine die l’avvio di tali progetti infinitamente più sostenibili, perché non avrebbe senso investire nella costruzione dell’impianto e poi dismetterlo dopo pochi anni d’uso”.

“Se questa è l’espressione di quel Green New Deal di cui si parla – commentano dal coordinamento -, va contrastata con decisione. Non si può accettare una visione della transizione che non sia quella di iniziare subito il passaggio alle rinnovabili, anziché rinviarlo a un futuro non meglio identificato, conservando il predominio delle energie fossili e  affidandosi a tecnologie impattanti  governate dalle stesse lobbies, ENI in testa, che stanno mettendo le mani su tutto. Del tutto recentemente, il Ministero per la Transizione Ecologica (che giustamente è stato battezzato Ministero per la Finzione Ecologica) ha firmato altre 11 concessioni per nuove prospezioni petrolifere sia in terraferma che al largo delle nostre coste, quasi tutte di ENI, attività che verranno sostenute con ingenti somme di denaro dei cittadini e delle cittadine di questo Paese,  che il nostro Governo annualmente continua a erogare”.

“Stoccare la CO2 nei fondali marini non è la soluzione – precisano -, ma un aggravamento del problema. Non sarà certo lo stoccaggio della CO2 a salvarci dal cambiamento climatico e dalle sue drammatiche conseguenze, che già stiamo sperimentando e che tenderanno a peggiorare nei prossimi anni. A fronte di una spesa esorbitante, il progetto di stoccaggio della CO2 non appare neppure giustificato sotto il profilo prettamente economico, dal momento che le conseguenze sull’occupazione e la capacità di garantire un reale efficientamento energetico appaiono estremamente incerte e fumose, mentre sono autorevolmente documentate le ricadute occupazionali positive di una svolta convintamente ecosostenibile”.

“Ci mobilitiamo perché a Ravenna e nel suo territorio la popolazione sia realmente informata del fatto che lo stoccaggio di CO2 non è affatto – come ENI i suoi sostenitori vorrebbero far sembrare – una metodica che abbatte le emissioni (né di anidride carbonica nè altre), ma un modo per perpetuare uno stato di cose non più accettabile – concludono -. E chiediamo a tutte e tutti di esercitare ogni tipo di pressione sul mondo politico, sindacale, associativo e imprenditoriale perché si schieri dalla parte giusta”.