Grandi (Gruppo Ora):”Per le vaccinazioni anti covid-19 non discriminare i nati negli anni dal 1967 al 1971″

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Nicola Grandi, del Gruppo Ora, ha scritto una lettera al presidente della Regione Stefano Bonaccini per chiedere chiarimenti sulla vaccinazione dei nati dal 1967 al 1971 che sarebbe dovuta partire 3 giorni dopo l’apertura per i nati dal 1962 al 1966.

“Caro presidente, risale a mercoledì 12 maggio scorso la dichiarazione dell’assessore alle politiche per la salute della Sua giunta Regionale Raffaele Donini – scrive Nicola Grandi – sulla base della quale, a far data da giovedì 13 maggio, ovvero tre giorni dopo l’apertura ‘tradizionale” delle vaccinazioni ai nati negli anni 1962/1966, avrebbero dovuto “prendere il via le vaccinazioni per i cittadini nati dal 1967 al 1971 compresi, una platea di 320mila persone’. Sulla base di tale dichiarazione, per potersi prenotare, i cittadini emiliano romagnoli avrebbero dovuto chiamare direttamente il loro medico di medicina generale. A tale possibilità se ne sarebbe dovuta aggiungere (e sottolineo aggiungere, non sostituire) una seconda, destinata sulla carta ad agevolare sia le persone che i medici stessi, ovvero l’opportunità di collegarsi al sito internet della Regione compilando un modulo contenente una ‘candidatura’ alla vaccinazione”.

“Ogni medico di medicina generale – precisa Grandi – avrebbe in tal modo dovuto ricevere i nominativi dei propri assistiti che si erano ‘candidati’, potendo così programmare, “in autonomia o in collaborazione con l’Azienda USL”, le vaccinazioni. La soddisfazione dell’assessore per tale nuova modalità e per la disponibilità che i medici di medicina generale avevano offerto per implementare e accelerare ulteriormente la campagna vaccinale, si è scontrata purtroppo immediatamente con la cruda realtà dei fatti. La stragrande maggioranza dei medici è apparsa del tutto impreparata alla gestione della vaccinazione, alla raccolta delle candidature e persino alla semplice risposta ai quesiti posti dai cittadini (fatto dimostrato dalla varietà delle versioni fornite) tanto che l’opportunità di candidarsi attraverso il sito, è stata di fatto tramutata (non si capisce bene con quale dinamica), per chi volesse usufruire dell’opportunità in un obbligo”.

“A ciò si è aggiunto il fatto che, mentre TUTTE le altre fasce di età – aggiunge Grandi – per le quali era stata aperta di volta in volta la possibilità di vaccinarsi erano divenute automaticamente ‘vaccinabili’ (nel senso che ai cittadini bastava fare richiesta attraverso i dovuti canali per poter accedere all’appuntamento), i nati dal 1967 al 1971 diventavano inspiegabilmente (e a patto di essersi registrati sul sito) dei semplici “candidati alla vaccinazione”. I curanti intanto, da parte loro, si stavano districando fra la raccolta dei nominativi dei candidati e le risposte che devono cercare di dare alle centinaia di pazienti che quotidianamente ne intasano i centralini: la notizia è che le vaccinazioni per questa fascia dovrebbero cominciare ai primi di giugno ma l’assurdo è che è di oggi la dichiarazione per la quale, dosi permettendo, da lunedì si potrebbe aprire in modo ‘tradizionale’ alla fascia 40/50 anni!”.

“Appare evidente che questo genererebbe una inaccettabile discriminazione – sottolinea Grandi – consentendo a tale fascia di ‘passare davanti’ a quella 50/55 che rimarrebbe, di fatto, ‘in sala di attesa’. Discriminazione che andrebbe ad aggiungersi a quella che ha fatto sì che un nato (ad esempio) nel 1966 abbia potuto prenotarsi e vaccinarsi in pochi giorni, mentre un cittadino di pari diritti nato solo un anno dopo stia subendo l’assurda ingiustizia di essere assegnato alla categoria dei ‘candidati’, peraltro coniata per l’occasione, unica forse in tutta Italia. Sappiamo tutti quante problematiche siano connesse ad un piano vaccinale che procede comunque tutto sommato spedito, con aree di miglioramento ma anche con esperienze di eccellenza, alcune proprio nella nostra regione e credo che ognuno di noi abbia l’intelligenza e la capacità di aspettare il proprio turno (io per primo) comprendendo le criticità e rispettando i tempi necessari oltre che le priorità”.

“Ma per tutti i motivi sopra addotti non è corretto mettere in campo modalità che portino a
discriminare una fascia di cittadinanza e per tale motivo chiedo a lei, al suo assessore ed al
sindaco della mia città per quanto di loro competenza, se non riteniate opportuno intervenire
per fare si che anche la fascia di cittadini nati dal 1967 al 1971 possa accedere alle vaccinazioni
con le modalità e nei tempi previsti per tutte le altre, allineandone le possibilità di prenotazione
ed uniformandole a quelle delle altre fasce di età rimuovendo quella che appare come una
assurda ed inspiegabile ingiustizia” conclude Nicola Grandi.

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