Medico di Ravenna agli arresti domiciliari per detenzione di materiale pedopornografico: su smartphone e pc trovati più di 400 foto e video

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Un medico ravennate (del quale le forze dell’ordine non hanno fornito le generalità, ndr) è finito nella rete della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna, nell’ambito di una più ampia indagine che nel solo 2020 ha portato al monitoraggio di 33.681 siti web, 2.446 dei quali sono stati oscurati, portando all’arresto di 69 persone e alla denuncia di 1.192, per reati relativi allo sfruttamento sessuale online dei minori. Secondo quanto riporta una nota della Polizia, l’uomo è ora sottoposto agli arresti domiciliari, dopo una complessa e articolata indagine.

I FATTI

L’indagine, coordinata dal P.M. dott. Bruno Fedeli della Procura della Repubblica di Bologna e dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, trae origine dall’attività a carico di un altro utente dedito allo scambio di immagini e video prodotti mediante lo sfruttamento sessuale di minori. I successivi accertamenti hanno condotto gli investigatori direttamente al professionista ravennate, responsabile di detenzione e cessione di materiale di pornografia minorile.

Nel corso della perquisizione eseguita dagli operatori della Polizia Postale nel novembre scorso, l’uomo, consapevole dell’illiceità delle sue condotte e pensando di riuscire ad occultarne le tracce, ha cercato di disfarsi del proprio cellulare che è stato però prontamente recuperato dagli agenti.

L’analisi dello smartphone e dei dispositivi sequestrati durante la perquisizione ha permesso di rilevare la presenza di oltre 400 files tra immagini e video a contenuto pedopornografico, nonché di numerosissime chat su diverse piattaforme social da cui è emerso un chiaro interesse dell’indagato a reperire materiale ritraente minori anche di età prepubere.

LA LEGGE

La Legge 3 agosto 1998, n. 269 “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori” ha introdotto nell’impianto penale italiano una serie di disposizioni che perseguono, severamente, le parafilie orientate verso i bambini. Nell’agosto del 2017, la direttiva tesa a precisare le aree d’intervento dei comparti delle specialità, ha affidato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni la competenza privilegiata nel contrasto a quei reati, esecrabili.

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Commenti

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  1. Scritto da armando

    Mi auguro, se è vero, che l’Ordine dei Medici lo espella dall’attivita’ di medico.- il minimo..poi la Legge fara’ il suo corso