Occhi vigili sulla “movida” cittadina. Chi sono gli “street tutor” che entreranno in servizio a Ravenna

Crea curiosità la figura dello “street tutor” presentata ieri dal Comune di Ravenna, all’interno del progetto di sicurezza integrata che fa parte dell’accordo di programma siglato con la Regione Emilia Romagna.

Non sono poliziotti, non sono i cittadini delle “ronde” di leghista memoria, ma figure con compiti di monitoraggio su potenziali situazioni di rischio per la sicurezza in città.

Per capirne di più, abbiamo chiesto precisazioni al vicesindaco con delega alla sicurezza, Eugenio Fusignani.

Ci precisa meglio la figura dello street tutor?

Intanto va precisato che si tratta di una figura prevista dalle nuove impostazioni legislative della regione Emilia Romagna. Ha compiti particolari che è bene puntualizzare: quelli legati alla prevenzione di rischi e mediazione dei conflitti. Opereranno prevalentemente negli spazi adiacenti i pubblici esercizi dove si tiene il cuore della movida cittadina. Quasi tutti i locali sono già dotati di operatori di sicurezza, i cosiddetti “buttafuori”, che però possono operare solo all’interno del locale. L’introduzione dello street tutor permette di operare anche nelle adiacenze. Facciamo un esempio concreto: ricordate il “caso del Kojak” (il locale da ballo di Porto Fuori, n.d.r.)? Dentro al locale e nel parcheggio la situazione era monitorata dagli addetti alla sicurezza, però tutto il paese era oggetto di attacchi semivandalici. Adesso, con l’introduzione degli street tutor, sarà possibile intervenire anche lungo le strade, nelle adiacenze dei locali pubblici.

Dunque, quando vedono situazioni di pericolo allertano le forze dell’ordine?

Esatto, loro non possono intervenire, altrimenti sarebbe una ronda. È una sicurezza integrata, figura di sussidiarietà alle forze di polizia. Prevalentemente attività di osservazione e monitoraggio, funzionale all’intervento operativo delle forze di polizia.

Chi saranno? Come verranno individuati?

Presto apriremo un bando pubblico, dal quale selezioneremo i primi 20 tutor, che lavoreranno in 4 per ogni turno e saranno formati attraverso debiti corsi. Potranno partecipare le strutture accreditate nell’albo degli operatori di sicurezza privata, le agenzie che già si occupano di sicurezza nei locali. Stiamo parlando di un’attività che ha la potenzialità di diventare una vera e propria occasione di impresa. Gli istituti di vigilanza privata potrebbero prevedere la formazione di particolari operatori selezionati al loro interno. Noi facciamo politica non impresa, lasciamo tutto questo all’iniziativa privata.

Come amministrazione, siamo sempre stati i primi ad applicare le opportunità legislative che emergevano di volta in volta. I primi ad avvalerci dei benefici introdotti dai cosiddetti decreti Minniti, poi diventati legge 48 e ogni volta che la regione Emilia Romagna o il Ministero dell’Interno individuano possibilità nuove nell’ambito della sicurezza, Ravenna risponde.

Non è un caso che siamo stati premiati come città virtuosa per la sicurezza dall’Anci, o che ogni anno attraverso questi accordi di programma della Regione, anche se non ci sono fondi illimitati, riusciamo ad attingervi.

Tornando sugli street tutor, saranno figure volontarie o retribuite? 

Per noi sono volontari, nel senso che l’Amministrazione comunale non paga i tutor. Saranno pagati eventualmente dai pubblici esercizi fuori dai quali svolgeranno le loro attività. Non saranno pagati dal Comune, ci saranno degli accordi, come abbiamo con altre realtà. Convenzioni come quelle già in essere con altre strutture come l’Associazione Nazionale Carabinieri e Mistral, che si occupano di funzioni diverse.

Non c’è sovrapposizione con le funzioni già svolte da ANC?

Anc svolge funzioni analoghe a quelle dello street tutor, ma la convenzione che abbiamo con loro prevede che operi nella quotidianità. Lo street tutor viene individuato solo per gli eventi. La figura dello street tutor viene ad integrare il controllo portato avanti dalle associazioni come l’ANC. Non è un ruolo che sostituisce quello già svolto dai volontari di ANC, ma vi si affianca e lo integra. Anche perché il ruolo di ANC è insostituibile, per il tipo di apporto che dà e per la qualità delle attività svolte.

Commenti

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  1. Scritto da cittadino preoccupato

    Ben vengano ma i punti caldi di Ravenna o dei lidi nel periodo estivo sono ben identificati. Il problema è che nonostante questo le forze dell’ordine non sono sufficienti . Lo dimostra la nostra posizione in Italia per furti e rapine. Bene Sg prefetto , serva a qualche cosa, non dopo quando i buoi sono scappati. Servono più risorse e personale in questo territorio, DEVO DIRGLELO IO. QUINDI si dia da fare.
    GRAZIE
    PS: Perchè il problema MOVIDA di Milano marittima e delinquenti non è finita molto bene, anzi molto male..

  2. Scritto da Francesco

    Non servono!!!sarebbe più utile un tempestivo intervento delle forze dell’ordine quando un cittadino telefona!!!

  3. Scritto da lorenzo

    e questo sarebbe il modo di risolvere il problema, con il volontariato? togliere i vigili dagli uffici e metterli in strada, grazie

  4. Scritto da Maria

    D’accordo con Francesco e il cittadino preoccupato. Chiunque ormai col telefono può chiamare un agente, ma quando arriva i delinquenti sono già scappati!

  5. Scritto da Ilaria

    il calzolaio ha sempre le scarpe rotte!! metti in sicurezza la scuola del tuo Castiglione non ha un marciapiede sulla SP-3 e nemmeno l’illuminazione pubblica nel piazzale dell’entrata principale e poi venga qui a raccontarci le cose belle eh!!!

  6. Scritto da gianni

    Maria hai toccato il punto! quest’anno la scuola ha rischiato di perdere l’unica classe elementare proprio per rifiuto dei cittadini ad iscrivere i loro figli in una scuola in tali condizioni! incredibile e parla di sicurezza!! per pochi migliaia di Euro per sistemarla, L’amministrazione Scolastica, il comune e cittadinanza hanno sborsato un sacco di soldi per forzare la creazione di una classe con 11-12 bambini!! e tutti guardano e fanno finta di niente!