Porto di Ravenna. Azione di GreenPeace allo stabilimento Bunge Italia: davanti all’ingresso con un maiale gigante foto

Più informazioni su

Dall’alba di questa mattina, 24 novembre, attivisti e attiviste di Greenpeace stanno portando avanti una spettacolare protesta nel porto di Ravenna contro l’importazione di soia che arriva nel nostro Paese, impiegata soprattutto come mangime per gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi italiani.

La protesta ha coinvolto lo stabilimento di Bunge Italia Spa, succursale di Bunge Limited, una delle più grandi e note compagnie dedicate alla produzione e al commercio internazionale di materie prime agricole, inclusa la soia. Nel porto di Ravenna arriva circa la metà della soia importata nel nostro Paese.

Gli attivisti, provenienti da diversi Paesi europei, hanno scalato i silos usati per stipare tonnellate di mangimi e hanno aperto due grandi striscioni: il primo con un’immagine di quasi 200 metri quadrati raffigurante degli animali in fuga da una foresta in fiamme, il secondo con la scritta “Soia che distrugge le foreste”.

L’azione è ancora in corso e gli attivisti di Greenpeace stanno dipingendo su uno dei silos, alti circa 30 metri, la scritta “Contiene foreste”.

Un secondo gruppo di attivisti, con l’impiego di un maiale gigante in legno riciclato e iuta, ha invece sbarrato l’ingresso principale dello stabilimento di Bunge, incatenandosi a uno dei cancelli e mostrando uno striscione con la scritta “Soia per mangimi = Deforestazione”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Fec

    chiunque può entrare in fabbrica (tra l’altro ad alto rischio incidente rilevante per la presenza di Esano) scalare dei silos e appendere degli striscioni, dov’è la sicurezza. E se qualche malintenzionato si arrampicasse in quei due enormi silos piene di gas appena costruite dal PIR affianco alla Bunge. Penso vada rivisto tutto il piano sicurezza del porto

  2. Scritto da marco

    ma questi pochi e ridicoli esaltati cosa pensano di salvare il mondo fermando uno o due giorni uno stabilimento ?
    questi mettono solo in difficoltà tante persone che hanno bisogno di lavorare ……. e le nostre forze dell’ordine li aguardare e ridere …… bravi si proprio bravi

  3. Scritto da Cromwell

    In un paese serio li avrebbero fermati ai cancelli. Dovrebbero occuparsi solo delle balene.

  4. Scritto da garbino

    Mi domando se queste persone non abbiano un lavoro. In foto vedo dei giovani e oggi è mercoledì

  5. Scritto da Green

    Probabilmente la soia che viene lavorata negli stabilimenti Bunge è quasi sicuramente la medesima che questi “attivisti” mangiano nelle loro probabili cene vegane! Patetici

  6. Scritto da mirko

    Complimenti come sempre per le vostre straordinarie imprese,W Greepeace ora e sempre!!!