Vaccino anticovid ai bambini. “Non è troppo presto”: l’appello dei pediatri e tutte le risposte ai dubbi dei genitori

Intervista al dott. Federico Marchetti, primario di pediatria dell'ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna

Quando si parla, come nel caso dei vaccini, di somministrare farmaci a persone sane, per prevenire una malattia anziché per curarla insomma, si scatenano le paure. Se il discorso riguarda i bambini, la discussione si infiamma ancora di più.

Ma la malattia c’è, è sotto i nostri occhi da un paio d’anni ormai. Parliamo del Covid, è evidente, per il quale ad oggi esistono vaccini che hanno dimostrato nei fatti la capacità di frenare drasticamente il contagio e ancor più di evitare le conseguenze gravi della malattia, riducendo al lumicino, nei vaccinati, il pericolo di venire ricoverati in terapia intensiva o di morire.

Dal 13 dicembre si apre in Romagna la possibilità anche per i bambini tra i 5 e gli 11 anni di prenotare il vaccino, che comincerà a venire somministrato fin dal 16 dicembre.

Le resistenze dei genitori, chiamati a scegliere per i figli minori, sono però tante: “i bambini si ammalano meno delle forme gravi, a cosa serve vaccinarli?” e “meglio aspettare”, sono forse le principali.

La prima cosa da notare è forse che attualmente il virus circola prevalentemente tra gli under 12, cioè nella fascia d’età esclusa fino ad ora dalla campagna vaccinale e, quando i numeri generali sono più elevati, anche il rischio di casi rari gravi aumenta.

Ci sono poi da tenere in considerazione tutte le restrizioni alla vita sociale che il Covid ha imposto alla popolazione, in primis ai più giovani e ai bambini: quarantene scolastiche, stop&go alle attività pomeridiane, meno libertà di frequentare gli amici, con tutto ciò che comporta a livello di ansia e stress per i bambini stessi, in una fase delicata del loro sviluppo.

“Va sottolineato che con la vaccinazione ci può essere un ritorno ad una vita normale che è un diritto da assicurare ai più giovani: scuola, compagni, attività sportive, socialità”, commenta il primario di pediatria dell’ospedale di Ravenna, Federico Marchetti.

Anche i movimenti che hanno chiesto legittimamente, fin dall’inizio della pandemia, il ritorno a scuola in presenza, ne hanno più volte parlato, supportati dai dati clinici: bambini e adolescenti con disturbi del sonno, problemi di autolesionismo, chiusure in sé stessi che hanno del patologico.

Ora un modo per ovviare a tutti questi danni c’è, ed è il vaccino. Che è sicuro, testato, ha dimostrato di prevenire l’infezione sintomatica in oltre il 90% dei casi e di far sparire il rischio, seppur limitato, di esiti gravi della malattia. Questo significa non avere la necessità di essere ricoverati o di correre il rischio di finire in terapia intensiva.

Vaccino Bimbi

I numeri a riguardo, dice il dottor Marchetti parlano chiaro: “anche se in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’età infantile l’infezione da Covid può comportare dei rischi per la salute, tanto è vero che circa 6 bambini su 1.000 con l’infezione vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva. Inoltre anche nei casi (e sono fortunatamente la grande maggioranza) nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica, non è possibile escludere la comparsa a distanza di 2-6 settimane di una complicanza, la sindrome infiammatoria multisistemica (chiamata MIS-C, una malattia nuova, rara ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi), e quello che viene definito “long Covid”, la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo. Nei bambini e ragazzi riguardano principalmente disturbi della concentrazione, mal di testa, difficoltà a riprendere una vita “normale”. Di quella che chiamiamo MIS-C nel solo ospedale di Ravenna ne abbiamo dovuti ricoverare ben 13: questi casi hanno il rischio di un lungo ricovero – con tutto quello che comporta – e la necessità di terapie importanti”.

“Inoltre – continua il primario del reparto pediatrico ravennate – nella metà dei casi c’è il coinvolgimento del cuore (miocardiopricardite) che per fortuna, grazie alle terapie, tende a guarire. Non è stato semplice, ora stanno tutti bene. Ma i genitori di questi bambini, che hanno una età media di 9 anni, possono testimoniare quanto è stato complicato e per tanti motivi. Poi, al di là delle possibili conseguenze legate all’infezione, quello che ci preoccupa molto e che deve fare riflettere ogni singolo genitore è il rischio sulla salute mentale dei nostri bambini e adolescenti (che è strettamente legata alla salute fisica):  esiste una stanchezza dovuta all’epidemia, alle privazioni, alla riscoperta della fragilità umana, agli squilibri generazionali acuiti ma non esplicitamente affrontati, all’incertezza del futuro, alla mancanza di una didattica costante e qualificante che è un diritto non ulteriormente rimandabile, nonostante gli sforzi e le grande professionalità di tutti gli insegnanti. Ci riguarda tutti e la libertà (anche dalle paure) può venire solo grazie alla vaccinazione. Magari potremo arrivare a contenere, guardando al futuro, anche le tante richieste che arrivano ai servizi di Neuropsichiatria infantile, i tanti ricoveri di questi mesi in Pediatria per problemi di disturbi della condotta alimentare, ansia, depressione e ritiro sociale. E’ quella che ci siamo abituati a chiamare pandemia secondaria”.

Per rassicurare i genitori e invitarli quanto prima a vaccinare i propri figli, i primari delle pediatrie ospedaliere tra i quali anche il dottor Marchetti, delle Pediatrie di comunità e diversi Pediatri di famiglia dell’AUSL Romagna, assieme ai pediatri dell’Emilia Romagna, hanno contribuito alla stesura e sottoscritto un appello dal titolo eloquente: “Non è troppo presto”.

Vaccini Bimbi

24 punti nei quali i medici esplicitano numerose informazioni sul vaccino che invitano caldamente a far somministrare ai bambini, rispondendo alle principali domande che i genitori, legittimamente, si pongono.

“Il vaccino è efficace e sicuro – si legge nella nota che accompagna l’appello -, è uno straordinario regalo per la salvaguardia della salute dei più piccoli. Nel nostro ruolo di pediatri che lavorano in Ospedale e sul territorio intendiamo fare un appello univoco e convinto a favore della vaccinazione anche in questa fascia di età, rivolgendoci ai genitori perché comprendano l’importanza di vaccinare subito i propri figli. Desideriamo così contribuire a una scelta consapevole, da parte dei genitori, basata su un’esaustiva e corretta informazione”.

Lo riportiamo in forma integrale.

L’APPELLO: NON È TROPPO PRESTO

 

1. I vaccini contro COVID sono lo strumento più efficace e sicuro che abbiamo per contrastare la diffusione di SARS-CoV-2 e la vaccinazione contro COVID è un diritto dei bambini esattamente come per gli adulti.

2. I bambini tra 5 e 11 non sono al riparo dal virus e una parte consistente dei nuovi contagiati ha questa età. Il vaccino non deprime la capacità del bambino di rispondere alle infezioni ma, al contrario, permette al sistema immunitario di lavorare “in sicurezza” producendo delle armi di difesa in caso di esposizione al virus.

3. Sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi può causare una patologia grave come la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva.

4. Il long COVID, che consiste nella persistenza di sintomi patologici quali stanchezza, difficoltà alla concentrazione, malessere anche a distanza di 3 mesi dall’infezione anche lieve da SARSCoV-2, è una realtà crescente anche in età pediatrica e può impattare sul complessivo benessere fisico e soprattutto psicologico del bambino.

5. Lo stress causato dalla pandemia, la chiusura prolungata delle scuole e l’interruzione delle attività sportive e ricreative hanno avuto un effetto devastante sulla salute mentale dei bambini e sullo sviluppo della loro personalità e, pertanto, vanno evitati, abbattendo drasticamente con la vaccinazione la circolazione del virus in tutte le fasce d’età, anche in quella pediatrica.

6. Vaccinare i bambini contro COVID serve a proteggerli dalle forme gravi di malattia e dal long COVID, permettendo loro di frequentare la scuola in presenza e di condurre una vita sociale normale.

7. Pur essendo dimostrato che i bambini con alcune patologie croniche sono maggiormente a rischio di contrarre la malattia in forma grave, non è possibile sapere quali bambini, tra quelli in buona salute, presenteranno manifestazioni cliniche gravi, long COVID o problematiche psicosociali.

8. Lo sviluppo dei vaccini nei bambini tra 5 e 11 anni non ha “saltato” nessuna delle fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza. La rapida messa a punto e approvazione si deve alle nuove tecnologie, alle ingenti risorse impiegate e all’impegno delle Agenzie regolatorie. Il numero di bambini arruolati nel trial clinico che ha portato all’autorizzazione del vaccino nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni è elevato, essendo uno studio sulla popolazione pediatrica. A questo studio, giorno dopo giorno, si stanno aggiungendo milioni di dosi somministrate in varie parti del mondo (Stati Uniti, Cile, Israele e Austria), senza segnalazioni di reazioni avverse che ne controindichino l’utilizzo anche per queste fasce d’età. Inoltre, finora nessuno dei bambini che si è vaccinato è stato ricoverato per COVID.

9. Lo studio registrativo effettuato ha dimostrato che i vaccini sui bambini di età compresa tra 5 e 11 anni hanno un’efficacia del 91% nel prevenire l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2. Sappiamo anche dai dati sugli adulti che la capacità del vaccino di prevenire ricoveri e decessi è molto maggiore della sua capacità di prevenire l’infezione: quindi, la vaccinazione può evitare tutti o quasi i casi gravi, compresi quelli preoccupanti di MIS-C.

10. La sicurezza della vaccinazione, su oltre 3,5 milioni di bambini vaccinati con una dose e 1 milione con 2 dosi negli USA, è risultata molto elevata: gli effetti collaterali più frequenti durano poche ore e sono dolore al sito dell’iniezione, mal di testa, nausea e dolori a muscoli e articolazioni.

11.Nei bambini tra 5 e 11 anni la vaccinazione contro COVID non sembra determinare problemi cardiaci (miocarditi e pericarditi), che si sono verificati rarissimamente in alcuni ragazzi tra 15 e 25 anni e che si sono comunque sempre risolti senza problemi. Viceversa, l’infezione da SARS-CoV-2, come altre malattie virali, può dare complicanze che interessano il cuore.

12.Vaccinare i bambini in questa fascia di età potrà significare meno quarantene, meno didattica a distanza, meno limiti delle attività extrascolastiche e si eviterà di eseguire il tampone a ogni minimo sintomo, con indubbi vantaggi anche per la complessiva organizzazione della famiglia.

13. Il dosaggio di antigene contenuto nel vaccino è di 10 microgrammi, un terzo rispetto a quello somministrato dai 12 anni in su (30 microgrammi). Sono previste due iniezioni intramuscolari, a distanza di tre settimane l’una dall’altra.

14.I vaccini contro COVID vanno assolutamente eseguiti, per il rischio di gravi complicanze COVID-correlate, a bambini con patologie quali immunodeficienze, patologie oncologiche, cardiopatie, malattie renali croniche, malattie respiratorie croniche, quadri gravi di obesità, diabete di tipo 1 non adeguatamente controllato, trisomia 21 e patologie neuromuscolari.

15.Non ci sono patologie per cui vi sia una controindicazione assoluta al vaccino a mRNA contro COVID. Solo in caso di anamnesi positiva per anafilassi, è opportuna una attenta anamnesi al fine di valutare se somministrare il vaccino prolungando il tempo di osservazione postvaccinazione.

16.I vaccini contro COVID non hanno alcuna influenza sulla fertilità né possono causare effetti collaterali sullo sviluppo o la crescita.

17.I bambini vaccinati tuteleranno anche gli amici e i parenti che entrano in contatto con loro e che, per le loro condizioni di salute (es. difese immunitarie carenti, malattie croniche sottostanti), sono a rischio di forme gravi di malattia.

18.La somministrazione dei vaccini contro COVID può essere concomitante o essere effettuata a qualsiasi distanza di tempo con altri vaccini inattivati (es. antiinfluenzale, antipolio-difterite-tetano-pertosse, anti-HPV). Nel caso dei vaccini a virus vivo attenuato (es. anti-morbillorosolia-parotite-varicella) va mantenuta una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino per COVID.

19. Elevate coperture vaccinali nei bambini tra 5 e 11 anni permetteranno di contribuire a ridurre la circolazione del SARS-CoV-2 e, di conseguenza, la comparsa in Europa di varianti virali più contagiose o aggressive che riducono l’efficacia dei vaccini.

20. Se si è avuta l’infezione (tampone positivo), è possibile effettuare un’unica dose di vaccino entro i 6 mesi dal contagio. Chi ha una immunodeficienza dovrà comunque ricevere due dosi. La valutazione dei titoli anticorpali non è utile per decidere se effettuare la vaccinazione. Se sono passati più di 6 mesi dal contagio sarà necessario effettuare due dosi di vaccino. Questo vale anche per chi ha avuto la MIS-C.

21.Nei bambini con infezione confermata con tampone dopo almeno 15 giorni dalla prima dose, non è indicato somministrare la seconda dose vaccinale. Chi contrae l’infezione dopo la vaccinazione sembra che abbia la carica virale inferiori agli infetti non vaccinati. La vaccinazione parziale e la successiva infezione non precludono un eventuale richiamo nel futuro.

22. In questi ultimi due anni COVID ha assorbito gran parte delle risorse sanitarie: vaccinarsi significa contribuire alla cura di chi è affetto da altre patologie diverse da COVID e contribuire alla ripresa regolare dei percorsi di cura e di prevenzione.

23. La scienza non ci permette di predire il futuro ma ci dà chiare indicazioni sul presente: dobbiamo avere fiducia, la scelta del vaccino anche per i bambini di 5-11 anni è quella più opportuna per la loro salute e per ribadire con forza i loro diritti.

24. Per eventuali dubbi o perplessità circa l’efficacia, la sicurezza e l’importanza dei vaccini per COVID, vi invitiamo a consultare il vostro pediatra di riferimento o il personale afferente al Centro vaccinale di competenza territoriale, senza aspettare.

ULTERIORI APPROFONDIMENTI

Per un genitore che volesse ulteriormente approfondire può fare riferimento anche al testo pubblicato sulla rivista Medico e Bambino condiviso dall’intera comunità pediatrica italiana scaricabile da qui e alle risposte ad alcune frequenti domande dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

 

 

Commenti

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  1. Scritto da Andrea

    Sono d’accordo che per fermare il virus,al momento,la vaccinazione sia l’unica arma(ieri ho fatto la terza dosa),ma prima di sottoporre il vaccino ai bambini, da genitore mi ritrovo un gran dilemma in quanto devo firmare e prendermi in carico io la responsabilità per eventuali effetti collaterali(come d’altronde gli altri vaccini obbligatori). Non sono un medico e, cerco di aver fiducia,ma quando mi si dice”non ci sono rischi,ma devi firmare per prenderti tu la responsabilità se qualcosa va storto” mi viene da pensarci bene. Soprattutto quando ci sono ancora tanti (troppi) adulti che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale. Prima sarebbe il caso di fare tutti la nostra parte di adulti.

  2. Scritto da batti

    ci preoccupiamo si se questi vaccini cosa faranno fra 50 anni, ma ci saranno questi bimbi di oggi fra 50 anni?se ascoltiamo quelli che hanno previsto 30 anni fa e ci hanno azzeccato in pieno, mi sa di no