Cinquanta posti in Medicina per pazienti con Covid. L’ospedale di Ravenna si riorganizza ancora, per reggere la “quarta ondata”

Il diffondersi della variante Omicron, a partire dalle ultime settimane dello scorso anno, ha spinto in alto il numero dei contagi in tutta Italia, generando una nuova pressione sulle strutture ospedaliere.

Si tratta di un impatto meno forte rispetto a quella delle precedenti ondate pandemiche, siamo ormai giunti alla quarta, grazie a due fattori concomitanti: effetti tendenzialmente meno gravi della “nuova” malattia, soprattutto tra i vaccinati e la copertura garantita dall’ampia diffusione dei vaccini.

L’ospedale ravennate, diretto dalla dottoressa Francesca Bravi, è stato nuovamente riorganizzato per reggere il colpo. Attualmente ci sono 4 posti occupati da malati Covid nel reparto di Terapia Intensiva, che dispone di altri 4 letti per pazienti Covid, oltre ad 8 posti per i pazienti “puliti”, come vengono detti in gergo, quelli cioè che non sono positivi, ma necessitano di terapia intensiva per altre patologie o a seguito di interventi importanti.

“Questo dato già ci fa capire che abbiamo meno casi gravi rispetto all’anno scorso, quando, nello stesso periodo, avevamo un’occupazione doppia e anche più che doppia della rianimazione”, commenta Bravi.

La “sub-intensiva”, cioè il reparto di pneumologia, ha 16 posti letto occupati e vede un certo ricambio periodico. “Sono numeri importanti – continua Bravi -, ma nel presidio ravennate copriamo tutto il bacino degli altri tre distretti provinciali. Anche ieri (domenica 2 gennaio, per chi legge, n.d.r.) avevamo fatto diverse dimissioni, poi sono arrivati nuovi pazienti dal faentino e dal lughese”.

Altri 18 posti letto sono occupati dai pazienti Covid a minore intensità di cura, nel reparto di Malattie Infettive, che dispone in totale di 24 posti letto, infine sono stati aperti una cinquantina di posti letto in Medicina al 1° piano, occupati attualmente da circa 40 pazienti. “Si tratta di un’area a bassa intensità di cura, ci sono pazienti ricoverati per patologie tipicamente internistiche, non per Covid, che però, essendo positivi, vanno tenuti separati dagli altri”, specifica la direttrice sanitaria del Santa Maria delle Croci.

Quest’ultima sezione dell’ospedale è stata aperta a partire dal 31 dicembre 2021 e costituisce l’ultimo step riorganizzativo del nosocomio ravennate, per far fronte specificamente alla quarta ondata. Al quarto piano resta invece l’altro reparto di Medicina, per i pazienti con patologie internistiche non positivi.

“Abbiamo voluto farci trovare pronti – spiega Bravi – guardando all’aumento dell’incidenza di nuovi casi Covid che si registrava un po’ ovunque in Italia e anche nel ravennate. Sappiamo però, che rispetto ad un anno fa, i vaccini ed in particolare la dose “booster”, fanno la differenza sullo sviluppo di forme gravi della malattia e sulle richieste di ospedalizzazione. Ci aspettiamo che, aumentando l’incidenza, crescano i casi che necessitano di ricovero, soprattutto nei pazienti più fragili, anziani, comorbidi (con altre patologie concomitanti), ma con la triplice dose o comunque con la vaccinazione da meno di 4 mesi si presentano con una sintomatologia più lieve, o addirittura asintomatici”.

“In questo momento – aggiunge la direttrice – abbiamo una pressione importante soprattutto sui pazienti “puliti”: già dal 27 dicembre scorso abbiamo viaggiato con numeri di accessi al Pronto Soccorso che ci hanno riportato al prepandemia. Parlo di 180, anche 200 accessi giornalieri, senza contare gli specialistici”.

In definitiva, l’ospedale ravennate sta tenendo il colpo di questa nuova ondata, che dovrebbe raggiungere il suo picco entro il mese di gennaio, a quanto dicono gli esperti. La malattia causata dal Sars Cov 2 è più gestibile rispetto allo scorso anno grazie alle coperture vaccinali e alla variante Omicron, molto più contagiosa ma con effetti meno devastanti, almeno sulle persone sane e vaccinate.

“In questo momento la determinante del vaccino ci offre una visuale differente sulla pandemia – conclude Bravi -, nonostante il grande numero dei casi. Il messaggio fondamentale resta continuare con la vaccinazione, sottoporsi alla dose booster, soprattutto nelle classi d’età più a rischio: oggi sappiamo che si può reagire di fronte a questa malattia, che ci sono soluzioni efficaci. Questo è il messaggio del 2022”.

Commenti

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  1. Scritto da obezio

    Che nazione fantastica. Numero chiuso a Medicina e tutto aperto a Giurisprudenza. Risultato: niente medici ma in compenso pieni di avvocati tutti morti di fame. Cosa non si farebbe per favorire la sanità privata!!!