Kateryna, ucraina a Ravenna: “Ho detto a mio padre di fuggire, ma mi ha risposto che se deve morire, morirà nella sua terra”

Kateryna vive in Italia dal 2006. È la presidentessa dell’Associazione Malva, che raccoglie la comunità ucraina di Ravenna. Da giorni temeva l’inizio dell’invasione Russa dell’Ucraina e giovedì mattina è stata svegliata dalla notizia dell’inizio dei bombardamenti. Il suo telefono, da quel momento, non ha smesso di squillare: messaggini, video-messaggi, telefonate. Kateryna ha paura per il suo Paese e la sua famiglia. In Ucraina vivono i genitori anziani e due sorelle, un nipotino di pochi anni e un altro nascerà tra pochi mesi. Un fratello invece lavora negli Stati Uniti.

“Ho sentiti i miei parenti anche poco fa, per sapere come stanno – racconta Kateryna, con tono preoccupato -. Né loro né io sappiamo cosa accadrà domani e siamo tutti davvero molto spaventati. Temiamo che la Russia distrugga il nostro Paese, la nostra terra”.

“Le mie sorelle stanno pensando di lasciare l’Ucraina per raggiungere i mariti che lavorano in Repubblica Ceca e in Polonia. Io cercherò di convincere i miei genitori a venire in Italia ma mio padre mi ha già risposto che se deve morire morirà nella sua terra. Per cui non credo che riuscirò a convincerlo a scappare” racconta con la voce rotta dalla commozione.

“In generale posso dire che siamo un po’ amareggiati perché l’opinione pubblica e la politica italiana ci sono sembrate poco attente a quanto stava accadendo in Ucraina. Solo ora, che la guerra è iniziata, qualcosa si sta muovendo, speriamo solo non sia troppo tardi – spiega -. Non chiediamo aiuti militari ma ci auguriamo che le sanzioni che verranno decise da Stati Uniti e Europa riescano a fermare questa pazza e ingiusta guerra”.

“Sia chiaro, ringraziamo l’Italia del sostegno che ci sta dando ma avremmo voluto che assumesse una posizione meno neutrale, perché è a rischio non solo la nostra democrazia ma quella di tutta l’Europa – commenta Kateryna -. L’Ucraina è un piccolo stato e tutti sappiamo che una guerra, contro una potenza come la Russia, non ci lascerà scampo. Però quello di cui sono certa è che gli ucraini non si arrenderanno mai. Il mio è un Paese che da sempre convive lottando contro le pretese della vicina Russia e difenderà la propria libertà e indipendenza”.

“Conosco tante persone che pensano che l’Ucraina sbagli a non “arrendersi” alla Russia – prosegue -. Ci sentiamo criticati e colpevolizzati e questo ci ferisce. La propaganda russa lancia accuse infondate per giustificare un attacco ingiusto. Conosco bene la lingua russa e vi assicuro che quando ascolto le comunicazione e gli annunci che vengono fatti dalla Russia mi viene la pelle d’oca – assicura -. I toni e le parole usate mi angosciano. Nel XXI secolo non può accadere una cosa simile”.

Kateryna è certa che il suo popolo non si arrenderà: “Se moriremo, moriremo con orgoglio. Chi è là, combatterà per difendere la propria casa e noi che siamo lontani li sosterremo in tutti i modi, anche con aiuti economici e umanitari” dichiara con tono fiero.

L’associazione Malva non parteciperà alla mobilitazione del 28 febbraio in Piazza del Popolo a Ravenna e Kateryna spiega il perchè: “Sebbene ringraziamo tutti coloro che ci sostengono, abbiamo deciso di non aderire alla manifestazione. Noi non siamo per la neutralità attiva. Là le nostre famiglie rischiano di morire, non sappiamo se domani i nostri cari saranno ancora vivi. L’Ucraina è la nostra Patria, la nostra vita. Il nostro è un grido di disperazione”.

Kateryna, così come tutta la comunità ucraina a Ravenna, sono molto preoccupati, sperano solo che la pace torni il prima possibile. “Il mio Paese e la mia gente non meritano tutto ciò, non hanno fatto nulla di male” conclude, ricordando che sabato 26 febbraio, gli ucraini ravennati si ritroveranno per  pregare per la pace, durante la messa della comunità cattolica ucraina di rito bizantino, alla chiesa di San Giovanni dalla Cipolla e sarà presente anche l’arcivescovo di Ravenna.