Omicidio-suicidio di Cotignola: nessun biglietto di addio, marito spara alla moglie ancora a letto

"Ho amazzato mia moglie, stavo male", sono queste le uniche parole dette al numero unico di emergenza dal 77enne Alvaro Strocchi, dopo aver sparato alla moglie, Viviana Farolfi, 71 anni, e prima di togliersi la vita sempre con la stessa arma

Le indagini su quanto accaduto ieri mattina, 26 aprile, nella villetta di via San Francesco 1 a Cotignola, sembrerebbero arrivate alla fine.  “Ho amazzato mia moglie, stavo male”, sono queste le parole dette al numero unico di emergenza dal 77enne Alvaro Strocchi, dopo aver sparato alla moglie, Viviana Farolfi, 71 anni, e prima di togliersi la vita sempre con la stessa arma.   Due colpi in tutto, uno per la moglie e uno per lui, mentre erano ancora a letto. I corpi dei due anziani sono stati ritrovati al piano terra dell’abitazione dalla Polizia di Stato, che ha raggiunto la villetta unifamiliare subito dopo la chiamata del 77enne. Purtroppo per la coppia non c’è stato nulla da fare.

I due vivevano al piano terra, mentre il piano superiore era sfitto. Quando l’uomo ha sparato, nell’abitazione non c’era nessun altro. La Scientifica arrivata sul posto insieme alla Polizia di Stato, con la Squadra Mobile di Lugo, insieme al pubblico ministero Stefano Stargiotti, ha recuperato quanto trovato all’interno della casa, come la pistola Revolver usata per il delitto. Per il resto, nessun altro elemento che possa far pensare ad un litigio, nessuna traccia di reazione da parte della donna, nessun biglietto lasciato dall’anziano. L’arma era legalmente dichiarata con un porto d’armi a uso sportivo, in passato per la caccia, infatti in casa erano presenti anche fucili regolarmente detenuti.

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La scientifica e la Polizia ieri sul posto del delitto

Quindi niente fa pensare ad una situazione di particolare disagio, anche i parenti e vicini della coppia, sono rimasti sconvolti dall’accaduto, ritenendolo inspiegabile. Viviana Farolfi era stata colpita da un’ischemia lo scorso anno, ma la coppia non aveva alcuna forma di assistenza sociale. A prendersi cura della moglie era quindi solo il marito, che soffriva da qualche tempo di dolori muscolari, situazione che non ostacolava comunque la sua piena autonomia nel provvedere alle faccende di casa. La moglie invece era inizialmente finita su una sedia a rotelle per poi passare ad un deambulatore.

Alvaro Strocchi aveva lavorato come operaio in un deposito di bombole di gas, mentre la donna, anch’essa operaia, era stata anche volontaria nell’organizzazione delle feste di paese.  Solo il mese scorso, sempre a Ravenna, si era consumata una tragedia simile: il 77enne Claudio Cognola uccise a coltellate la moglie Maria Ballardini, 82 anni, nella loro abitazione di via Gardella, per poi tentare di togliersi la vita anch’egli gettandosi dal balcone. Cognola morì giorni dopo in ospedale.

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Commenti

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  1. Scritto da Anna

    Forse, in queste tragedie, credo ci sia una grande solitudine quotidiana che non sempre aiutano ad affrontare un disagio o delle fragilità e la solitudine può portare alla disperazione anche persone che sono sempre state attive e equilibrate, purtroppo le persone delle nostre comunità si sono chiuse troppo e non hanno il coraggio di chiedere aiuto a nessuno