Nuova sede per la Casa delle Donne di Ravenna? C’è un progetto per abitare l’ex Ser.T ma da 4 anni tutto è in stallo

C’è un progetto per dare alla Casa delle Donne di Ravenna, alle associazioni femminili e femministe che ne fanno parte e al centro antiviolenza Linea Rosa una nuova sede, comune e sufficientemente spaziosa, in grado di accogliere non solo le persone, ma anche le politiche e le idee che da quasi 10 anni maturano negli spazi, ormai angusti, della sede di via Maggiore 120, considerata provvisoria fin dall’inizio, nel 2013.

Questo progetto ha un nome e un luogo definito, l’ex dispensario di via Rocca ai Fossi in zona Rocca Brancaleone, precedentemente sede del Ser.T., poi per lunghi anni andato in disuso e lasciato in stato di abbandono. Il nome della via non suonerà completamente nuovo in relazione alla Casa delle Donne, considerato che da un paio di estati il giardino che circonda l’immobile è diventato sede estiva delle iniziative organizzate dall’associazione e vi sono stati allestiti incontri con le autrici, proiezioni, momenti di riunione e confronto sui temi del femminismo, dell’ambiente, dei diritti, grazie ad un patto di collaborazione siglato con il Comune di Ravenna, per valorizzare quello spazio ed aprirlo alla città.

casa delle donne rocca ai fossi

È stato il primo step di avvicinamento alla realizzazione del progetto più elaborato e decisamente più ambizioso di spostare l’intera attività della Casa all’interno dell’immobile, che attualmente si trova in condizioni critiche e necessita di poderose attività di ristrutturazione.

D’altronde, la sede di via Maggiore, inaugurata nel 2013 dall’allora sindaco, Fabrizio Matteucci, era stata fin da subito considerata provvisoria, non sufficiente a soddisfare le esigenze delle associazioni che vi si sarebbero stabilite, tant’è vero che l’idea iniziale di spostare negli stessi spazi anche la sede di Linea Rosa, caldeggiata da tutte per la contiguità dei temi e delle necessità, era stata subito abbandonata, proprio per le ridotte dimensioni dei locali.

All’epoca però la scelta era tra aspettare il luogo giusto e rimandare l’apertura della Casa ad un non meglio precisato futuro o accettare quello proposto dal Comune e partire subito. Nonostante la sede di via Maggiore abbia diversi limiti – lo spazio ridotto, due rampe di scale senza ascensore, che la rendono inaccessibile alle persone con disabilità e l’assenza di un qualunque giardino o spazio esterno per le attività estive -, l’urgenza di creare in città un luogo per le donne e delle donne era tale da cedere al compromesso, confidando nelle promesse ricevute.

casa delle donne rocca ai fossi

Invece, dopo 9 anni nella sede “provvisoria” e dopo 4 anni dall’individuazione dell’immobile di via Rocca ai Fossi, il progetto è ancora in alto mare.

C’è stato anche un impegno politico ben preciso in questo senso da parte di questa Amministrazione comunale: il sindaco de Pascale ha inserito la riqualificazione dell’immobile di via Rocca ai Fossi nel suo programma per il secondo mandato elettivo. Ma le cose sono ancora ferme.

Per poter utilizzare l’area verde, l’associazione si è fatta carico dei lavori necessari, nonché delle utenze, per avere accesso alla luce e all’acqua in modo da curare il giardino e realizzare eventi serali.

IL PROGETTO PER STEP

Nel settembre del 2018 viene eseguito un primo sopralluogo alla sede di via Rocca ai Fossi, di proprietà dell’Ausl Romagna, con il sindaco de Pascale, l’allora assessora Bakkali e socie della Casa, dal quale emerge che il progetto è complesso ma non impossibile. L’accordo con cui le parti si lasciano è quello di valutare la possibilità di permuta di immobili tra Comune e Ausl, ipotesi che viene poi esclusa a seguito di alcune verifiche.

Sulla base di questo, nei mesi successivi, le socie della Casa delle Donne elaborano un progetto di fattibilità sul possibile recupero dell’immobile e sull’uso della struttura. Siamo a febbraio 2019. Nonostante da fuori l’edificio appaia molto grande, gli spazi sfruttabili sono limitati: si divide in un piano seminterrato, molto umido e con altezze di poco superiori ai 2 metri, e un piano rialzato di 460 mq scarsi, l’unico sfruttabile.

casa delle donne rocca ai fossi

Di questi, circa 126-127 mq sono composti di corridoi, bagni e locali di servizio, che non possono essere modificati per vincoli della Soprintendenza. Nella restante parte troverebbero posto la sede di Linea Rosa, un paio di uffici sedi di associazioni, una grande sala meeting per gli incontri, oltre alla biblioteca, completata da spazi studio e lettura, che oggi mancano completamente. Si tratterebbe di luoghi a disposizione di tutta la cittadinanza, che porterebbero a vivificare il quartiere e riqualificare un angolo di Ravenna attualmente trascurato.

A maggio del 2019 il progetto di fattibilità viene condiviso con l’amministrazione comunale, che richiede alle socie della Casa di quantificare i costi e di individuare le modalità di finanziamento sfruttate da altre Case delle donne in giro per l’Italia. Le spese di ristrutturazione a quell’epoca si aggiravano attorno al milione di euro, oggi, con l’aumento dei costi delle materie prime, si parla senza dubbio di cifre lievitate di un buon 30%.

A gennaio 2020 c’è un incontro con il sindaco de Pascale, che si impegna ad inserire la ristrutturazione nel bilancio dell’anno successivo, cercando linee di finanziamento idonee, che ancora non sono state individuate. Si parla di avere pronto l’immobile per il 2023. A dirla tutta, invece, non è stato nemmeno chiarito il nodo del passaggio di proprietà tra Ausl e Comune o comunque una formalizzazione dei rapporti e a questo punto pare sempre più improbabile che la strada da percorrere passi da lì.

casa delle donne rocca ai fossi

Ausl Romagna si è comunque detta disponibile, anche nell’ottica di mantenere nel miglior stato possibile un pezzo del proprio patrimonio immobiliare, a far concorrere l’immobile di via Rocca ai Fossi al bando “facciate”, per recuperare almeno l’esterno dello stabile.

L’ultimo incontro risale a marzo 2022, presenti le assessore Del Conte e Moschini, che si sono impegnate in quell’occasione ad aggiornare mensilmente l’associazione sugli sviluppi del percorso di rigenerazione dell’immobile e sui canali di finanziamento cui poter accedere.

Da allora non si sa più nulla sul futuro del progetto, la stagione estiva è ormai al termine e la programmazione del Fem Garden è in chiusura. Durante i 2 mesi estivi l’associazione ha organizzato 15 serate pubbliche che hanno visto la partecipazione di circa 50 persone per ciascun evento e il coinvolgimento degli abitanti del quartiere. Ora le attività proseguiranno nella sede di via Maggiore 120, dove però non ci sono spazi idonei per organizzare eventi, né per collaborare con il centro antiviolenza Linea Rosa ad una sempre più efficace lotta alla violenza sulle donne, che anche quest’anno conta già 66 femminicidi.

Commenti

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  1. Scritto da Emanuele

    Forse ci sono altre emergenze ora… tipo caro energia… ma sicuramente è solo un dettaglio.