Michele de Pascale, Sindaco di Ravenna: per le difese del litorale serve un grande piano. Le estrazioni in Adriatico non c’entrano con subsidenza e allagamenti

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In 90 giorni a Ravenna abbiamo registrato due gravi episodi di ingressione marina sui Lidi: il primo fra il 21 e il 22 novembre 2022, il secondo fra il 22 e il 23 gennaio 2023. I danni sono elevati sia al patrimonio pubblico sia ai beni dei privati. “Al momento abbiamo stimato tra i 200 e i 300 mila euro di danni per interventi di ripristino della duna, per l’evento che si è verificato negli ultimi giorni. – dichiara il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale – La ricognizione dei danni subiti dai privati ha procedure più lunghe e non siamo ancora in grado di fare una stima. Noi chiaramente stiamo chiedendo sia per la prima mareggiata che per la seconda lo stato di emergenza nazionale, per avere dei fondi nazionali finalizzati al recupero dei danni per il pubblico di cui potranno beneficiare anche i privati.”

Per quanto riguarda i lavori per il Parco Marittimo ci sono state delle conseguenze, oppure no?

“In teoria no, perché i lavori del Parco Marittimo in corso non sono stati colpiti. L’ingressione del mare più significativa è stata registrata nella zona di Marina Romea, dove ancora il cantiere non è partito. Mentre nella zona di Marina di Ravenna non ci sono stati allagamenti nella parte retrodunale. È chiaro che alcuni degli interventi che facciamo, come il rafforzamento delle dune, non sono elementi studiati appositamente come protezione, però di sicuro male non fanno, perché rappresentano comunque un rafforzamento di quel microsistema. Hanno dato buona prova di sé i muretti, che in qualche caso hanno lasciato filtrare l’acqua, perché la pressione del mare era fortissima, però in larga parte hanno tenuto. Durante la prima mareggiata qualcuno aveva abusivamente o inavvertitamente lasciato aperto un cancello, stavolta nessuno lo ha fatto. Abbiamo intensificato i controlli in questo senso e i muretti hanno tenuto in larghissima parte. Poi è chiaro che se l’acqua è veramente molto alta in qualche modo passa, cioè la pressione è tale che l’acqua finisce per passare sotto il muretto, non sopra. Però nella stragrande maggioranza dei casi i muretti hanno limitato quasi completamente o proprio bloccato il passaggio dell’acqua.”

Comunque questo secondo episodio è stato meno grave, ha avuto un impatto meno forte del primo di novembre?

“È stato un po’ meno forte, però c’è da dire che stavolta eravamo anche un po’ più pronti. Nel senso che le difese erano tutte in piedi. Siamo stati molto attenti che non ci fossero comportamenti abusivi di apertura dei muretti, perché a volte può bastare una dimenticanza, o ci può essere anche il dolo nell’apertura del cancello del muretto. Chi è a mare, rischia di subire ancora più danni se il muretto resta chiuso. D’altra parte il muretto va chiuso perché bisogna prima di tutto proteggere l’abitato in queste circostanze.”

Per quanto riguarda le difese che cosa si può fare oltre a quello che già si sta facendo?

“Ci sono interventi strutturali di protezione delle coste che stanno andando avanti e hanno delle precise pianificazioni. Fra l’altro il Comune di Ravenna ha investito anche risorse proprie, e credo sia l’unico comune di tutta la riviera romagnola che ha investito risorse proprie in questo campo. Ma è chiaro che serve un piano sovracomunale, perché, per dire, questa seconda mareggiata ha colpito più Cesenatico di Ravenna. Quindi è un tema che coinvolge tutti i territori costieri e che necessita di un investimento ad ampio spettro e importante. Noi abbiamo chiesto a Regione e al Ministero di aprire un tavolo per un piano straordinario di investimenti sulla protezione della costa.”

L’ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna richiama l’attenzione sui problemi della subsidenza – che è molto diminuita ma non è scomparsa – e sul fatto che nella progettazione degli interventi sulla costa bisogna tenere conto di questi nuovi fattori creati dalla crisi climatica e dall’innalzamento del livello del mare. Poi qualcuno arriva alla conclusione che oggi c’è meno subsidenza di 40 anni fa perché non si estrae più il metano in Adriatico, cioè si finisce sempre per buttarla sulla polemica del momento. Ma il tema di una pianificazione che tenga conto di questo equilibrio fragile e dei cambiamenti climatici è importante.

“Intanto vorrei precisare che il metano in molti punti si estrae ancora in Adriatico. La conclusione a cui arrivano non i geologi ma altri, per cui se oggi non c’è quasi più subsidenza è perché non si estrae il metano, è del tutto priva di fondamento. Ci sono tutti gli studi e i dati degli effetti prodotti dove si estrae metano. La verità è che l’estrazione al largo delle coste non genera abbassamento del suolo a terra. La scienza ha delle evidenze chiare, che ci dicono questo. Quello che non c’è più oggi rispetto al passato è l’emungimento di acqua dal sottosuolo, questo sì ha inciso parecchio nell’abbattimento della subsidenza. Ma per stare alla domanda, è necessario un piano straordinario di interventi che in parte si possono fare a mare, ma che in larga parte vanno fatti fra l’abitato e le spiagge, parlo di un mix di azioni ovviamente coordinate su tutta la costa dai Lidi di Comacchio a quelli di Ravenna, da Cervia a Rimini. Perché a seconda dei venti e delle correnti una volta ci sono più danni a Ferrara, un’altra volta nel Ravennate oppure a Cesenatico. Gli interventi vanno programmati. Anche in tema di ripascimenti della spiaggia bisogna entrare in questa logica, non più nella logica degli interventi straordinari. Come giustamente dicono i Geologi, dobbiamo metterci nell’ottica di idee che da un lato dobbiamo contrastare i cambiamenti climatici e quindi mettere in campo delle azioni planetarie, e nel mentre in cui mettiamo in campo tutto questo non possiamo non mettere in campo anche le necessarie mitigazioni per ridurre i danni, qui e ora.”

Come si diceva prima, sono interventi che non può affrontare un comune per conto suo.

“Certo che no. Ravenna è un caso particolare, perché è un comune molto vasto, ma ci sono anche comuni piccoli tutti sulla costa. Serve un grande intervento nazionale, o quanto meno di due regioni – l’Emilia-Romagna e il Veneto – che vivono situazioni assolutamente analoghe. Comunque sul tema della subsidenza sappiamo tutto, cioè ci sono studi dettagliatissimi che ci dicono cosa va fatto e cosa non va fatto. In questo campo le fake news pseudoscientifiche non fanno altro che farci girare a vuoto e non aiutano a risolvere nulla. La subsidenza ha prodotto dei disastri nel nord-est principalmente a causa dall’emungimento di acqua dal sottosuolo. Tant’è che in Emilia-Romagna si sono fatte cose importantissime per ridurre il prelievo di acqua dal sottosuolo, il Canale Emiliano Romagnolo ha dato il contributo più forte.”

E per le estrazioni di gas?

“Sappiamo che le estrazioni di gas a terra hanno un piccolo impatto. Sappiamo che se quelle a mare sono troppo vicine alla costa, come nel caso della piattaforma Angela Angelina a Lido di Dante, hanno un impatto che va assolutamente evitato. Per questo abbiamo chiesto la chiusura di quella piattaforma. Sappiamo anche che le estrazioni lontane dalla costa hanno un piccolo impatto sul fondale marino, senza conseguenze sulla terraferma. Tutta la letteratura scientifica ci dice che non hanno impatti sulla costa.”

Per questo lei è d’accordo sulle estrazioni a 12 miglia dalla costa?

“Per il tema della subsidenza basterebbe anche meno. Le 9 miglia proposte dal governo sono assolutamente cautelative in questo senso. Invece Angela Angelina è a un miglio e mezzo dalla costa. Poi se ci sono degli studi che dicono il contrario, magari sarebbe interessante discuterne. Però tutti gli studi che ho visto io, fatti dalle migliori università del mondo, sulla subsidenza dicono quello che qui ho sostenuto io. C’è anche uno studio condotto sul caso di Ravenna, recentissimo, del 2021, che analizza tutta la costa di Ravenna con tutte le piattaforme e tutti gli andamenti della subsidenza: ci dice che le attività di estrazione al largo non hanno impatto sulla costa. Mentre Angela Angelina è troppo vicina alla costa e ha un certo piccolo impatto, che va evitato.”

A proposito del prelievo dal sottosuolo di acqua, adesso c’è anche il problema della siccità e quindi, per esempio, c’è tutto il tema dell’acqua per l’agricoltura. Serve un piano per i bacini irrigui e forse tanto altro.

“Su questo punto, con i Sindaci della Romagna e con Romagna Acque abbiamo preso l’iniziativa in modo energico. La Romagna ha una storia sull’approvvigionamento idrico e questa storia dice che i problemi ce li siamo risolti da soli, non abbiamo aspettato che venisse qualcuno da fuori a cavarci le castagne dal fuoco. Abbiamo anche le aziende in grado di fare le cose, come Romagna Acque, o come Hera. Oggi stiamo lavorando su diversi filoni. I sindaci della montagna della Romagna si sono detti disponibili a studiare la possibilità di un secondo invaso o del potenziamento dell’invaso di Ridracoli; a Ravenna e Rimini ci siamo detti interessati a un tema dei riuso delle acque, cioè della possibilità di riutilizzare magari soprattutto per uso industriale le acque depurate; il mondo agricolo sta ragionando sul tema dei micro invasi. A Ravenna abbiamo posto anche il tema della dissalazione dell’acqua del mare. In questo campo stiamo lavorando e io confido che a primavera la Romagna possa arrivare con un carnet di proposte molto concrete, non un dibattito filosofico, ma due tre opzioni vere, analizzando costi e benefici, e mettendo in grado i sindaci romagnoli di fare delle scelte che siano all’altezza di quelle del passato, perché abbiamo un’eredità molto difficile da portare sulle spalle su questo terreno. Chi ci ha preceduto ha visto lontano. Noi dobbiamo cercare di non essere da meno.”

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Commenti

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  1. Scritto da Wainer

    Non vedo l’ora di leggere i commenti di scienziati e luminari.

  2. Scritto da Rusty

    La mareggiata, l’ingressione di acqua e la siccità sono colpa del Sindaco. Il resto sono chiacchiere.

  3. Scritto da Argia Sbolenfi

    Ammiro gli uomini che sanno tutto di tutto, certezze immacolate.
    Sa tutto , che sindaco , ambientalista ..com 4000anatre morte della valle della canna, geometra con il ponte di grattacoppa, immobiliare con il palazzetto dello sport, commerciante con mille supermercati, te indiscusso della viabilità.
    È una fortuna inestimabile.
    Un uomo senza dubbio alcuno.

  4. Scritto da Angelo

    Tanto tempo fa (quando il partito si chiamava ancora PCI) ci si raccontava una barzelletta:
    “Babbo gli asini volano”
    “Sei uno sciocco, gli asini non volano”
    “Babbo l’ho letto su L’unità”
    “Be’ volare… svolazzano”

  5. Scritto da ST

    Condivido al 100%.

  6. Scritto da bi

    di sicuro la cementificazione di marinara non ha aiutato

  7. Scritto da Porter

    Una volta tanto condivido un sindaco che non fa il Gretino.
    Le altre criticità lette negli interventi non hanno nulla a che fare con le giuste considerazioni ambientali del sindaco.
    E lo dice uno che non lo vota.
    Ripeto il mio slogan sulle questioni energetiche ed ambientali. “MENO DEMAGOGIA E PIU’INGEGNERIA”

  8. Scritto da Giovanni lo scettico

    Gentile Porter, ha notato che sono fiorite le margherite nei prati ai primi di gennaio? A lei non importerà nulla, ma per me è una ragione sufficiente per ritenere ignoranti e presuntuosi quelli che usano il termine “gretini”.

  9. Scritto da Mirko Ragazzini

    L’ordine dei geologi si scontra con studi scientifici fatti di non so chi e io che vivo al mare, lavoro nell’ambito marittimo e faccio sport nel mare vedo con i miei occhi ciò che accade e sono sempre più confuso. Poi c’è parecchio imbarazzo nel leggere di muretti e ripascimenti, questi ultimi puntualmente spazzati via dalle onde. Infine provo grande tristezza e con chi se la prende con Greta Thumberg e una generazione di giovani che sono seriamente e giustamente preoccupati. Il cambiamento climatico è una cosa molto seria, molto seria.

  10. Scritto da Porter

    Egregio Giovanni, fra il 1000 ed il 1200 in Scozia si coltivava la vite e la grande isola del nord fu chiamata Groenlandia ( Green Land… terra verde ).
    Di C02 se ne produceva molto poca da parte dell’uomo a quel tempo.
    Con questo non voglio dire che oggi gli 8 miliardi di persone non influiscano sugli andamenti climatici, ma per un anno che ci sono fioriture a novembre e gennaio non bisogna gridare al lupo climatico. Nel 1600… 1700 c’è stata una piccola glaciazione in Europa ed anche quella non è addebitabile alla popolazione umana mondiale.
    Ora l’acqua marina invade le spiagge? 1500 anni fa invadeva Classe e Ravenna sempre con l’uomo incolpevole.
    Quando invoco più ingegneria significa che credo all’energia pulita e soprattutto che occorre investire nella ricerca non dare dei bonus del 50 per cento a chi installa ad esempio i pannelli solari. Dicono che sono incentivi per il verde, ma sono disincentivi per la ricerca di pannelli sempre più economici.
    Quando nella Ue si fissano date oltre le quali si devono fare solo auto elettriche, si fa demagogia d parte di chi vuol far vedere che si preoccupa del clima, ma senza essersi veramente informato sui costi e sulla fattibilità di un trasporto solo elettrico con l’attuale stato della ricerca e quello ipotizzabile fra dodici anni.
    Voglio sentire parlare degli ingegneri non solo delle Giovanne d’Arco del clima

  11. Scritto da Marco

    Grazie Michele, ogni tua dichiarazione mi aiuta sempre più a non votarvi!!

  12. Scritto da Giovanni lo scettico

    Ci sono statistiche sul livello dell’anidride carbonica nell’aria che mostrano come la concentrazione odierna sia ai massimi da 800mila anni (circa 415 parti per milione) e ho il sospetto che tutto ciò influisca sul clima, che secondo me sta cambiando senza se e senza ma; basta guardare le foto dei ghiacciai alpini (esempio: la Marmolada) com’erano 50 anni fa e come sono oggi. Per questo ritengo che Greta e i suoi seguaci abbiano ampiamente ragione nel protestare contro le attività umane causa di questo problema.

  13. Scritto da artemio

    Sono convintissimo che i dinosauri siano morti a causa della co2 dei loro peti!