Nelle vetrine del “Private Banking” di Piazza del Popolo la mostra “Icone dalla Russia”

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La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo a Ravenna, fino all’8 ottobre prossimo, una mostra dedicata a “Icone dalla Russia: Simbolismo delle icone sacre”, esposizione realizzata appositamente e promossa grazie alla collaborazione e disponibilità della signora Gala Borodina, appassionata collezionista ora residente a Ravenna. Il termine icona deriva dal greco eikon, che può essere tradotto con immagine e nel campo dell’arte religiosa identifica una raffigurazione sacra dipinta su tavola. 

 

L’icona è l’espressione del messaggio cristiano comunicato dal Vangelo attraverso le parole. Si tratta di una creazione bizantina del V secolo. L’occasione fu offerta dal ritratto della “Vergine odighitria” attribuito dalla tradizione a San Luca Evangelista. Quando nel 1453 l’Impero Romano d’Oriente crollò, i popoli balcanici contribuirono ad incrementare sia la produzione e sia la diffusione di queste raffigurazioni sacre. In Russia, l’icona assume un significato molto particolare e di grande importanza. Il simbolismo e la tradizione non coinvolgevano solo l’aspetto pittorico, ma anche quello relativo alla preparazione e al materiale utilizzato. Le icone erano dipinte su tavolette di legno, generalmente di tiglio, larice o abete.

 

L’iconografia era un’arte grandissima che richiedeva grande preparazione tecnica e spirituale. Il pittore si preparava appositamente per creare l’opera iconografica: un atto che gli permetteva di entrare in stretto rapporto con il divino ed esigeva una profonda purificazione mentale, spirituale e fisica. Le icone ben dipinte erano considerate opera di Dio stesso, che esprimeva la sua perfezione attraverso le mani dell’iconografo; risultava dunque inopportuno porre sull’icona il nome della persona di cui Dio “si era servito”. I volti rappresentati nelle icone sono fuori dal tempo, volti che hanno abbandonato la dimensione della passioni terrene e che sono totalmente inseriti in quella spirituale, al di là del tempo e dello spazio. Le immagini sono raffigurate fuori del tempo, perché i santi hanno già avuto accesso alla vita eterna e al mondo divino. Alcuni ritengono che non sia appropriato definire l’icona come una semplice rappresentazione artistica. Difatti, ad esempio, la Sacra Sindone, che non è un’opera artistica, è considerata l’icona per eccellenza.

 

L’icona è essenzialmente un simbolo, uno strumento che serve alla comprensione del divino e come “guida spirituale” verso una dimensione che va al di là di quella materiale. La lettura del testo delle icone richiede la conoscenza dei simboli presenti nella raffigurazione sacra. Nella Russia troviamo le vere icone tradizionali. La Russia non si è limitata ad assimilare la tradizione greca, ma ha anche contribuito ad arricchirla generosamente. 

 

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