Il Gershwin Quintet chiude domenica 21 i Concerti della domenica all’Alighieri

Il finale della rassegna curata dall’associazione musicale Angelo Mariani propone domenica alla sala Corelli del teatro Alighieri alle ore 11 l’ensemble Gershwin Quintet con la sua performance dedicata alla musica americana.

Il quintetto, tutto al femminile, è composto da Letizia Ragazzini al sax soprano, Mariella Donnaloia al sax contralto, Isabella Fabbri al sax tenore, Laura Rocchegiani al sax baritono e Maria Giulia Cester al pianoforte

 

Diplomate in conservatorio con il massimo dei voti e premiate in concorsi nazionali ed internazionali, le musiciste si sono perfezionate con Maestri di fama internazionale e si esibiscono in importanti teatri e nell’ambito di numerose rassegne musicali. Nel 2011 hanno pubblicato il loro primo lavoro discografico, “Oh, Ladies Be Good!” con musiche di Gershwin, Bernstein e Iturralde e attualmente è in uscita il loro secondo CD interamente dedicato a Gershwin.
Con il concerto ravennate, che si realizza con il contributo di Cristina Rocca, il Gershwin Quintet realizza un progetto unico nel suo genere, che rende omaggio a George Gershwin e ad altri grandi compositori americani del Novecento, come Leonard Bernstein e Astor Piazzolla.

 

La musica americana, ritmata e malinconica allo stesso tempo, viene reinterpretata con freschezza, eleganza e femminilità. Le molteplici possibilità timbriche, dinamiche ed espressive dell’ensemble permettono inoltre un’originale lettura della musica classica del Novecento, di repertori al confine con il jazz, delle calde sonorità del tango argentino e della musica europea d’ispirazione popolare.
Il programma prevede, fra i brani di Gershwin, anche i celebri Concerto in fa e Rhapsody in Blue; di Bernstein Candide Ouverture e di Piazzolla Anos de soledad e Libertango.

 

Al termine del concerto, promosso come l’intera rassegna dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, verrà servito un aperitivo con i vini della Strada del Sangiovese offerto dall’Azienda Agricola “Stefano Ferrucci”.