Ravenna Capitale Italiana della Cultura 2015, dal Governo un milione e duecento mila euro

Tempi stretti, programmazione in attesa della certezza dei finanziamenti: Palazzo Rasponi dalle Teste, Museo di Classe e un nuovo spazio in Darsena tra le priorità. Con un occhio al 2021

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A pochi mesi dal secondo posto nella corsa a Capitale europea della Cultura 2019, Comune di Ravenna e mondo culturale ravennate sono pronti per una nuova sfida, quella di Capitale Italiana della Cultura 2015, titolo condiviso con le altre città finaliste nella competizione europea (Cagliari, Lecce, Perugia e Siena).

La qualifica di Capitale Italiana della Cultura è dunque il frutto del percorso di candidatura per il 2019, di cui il Governo, oltre alla Commissione giudicatrice, ha apprezzato l’”alto valore progettuale”: alcuni temi di questo nuovo percorso sono stati anticipati oggi  in conferenza stampa dal Sindaco Fabrizio Matteucci, dal Responsabile del progetto Alberto Cassani (già coordinatore di Ravenna 2019 e, come ha precisato il sindaco, “indispensabile per un lavoro di questo tipo”) e dall’assessore alla cultura Ouidad Bakkali.

La straordinaria esperienza di Ravenna2019 ha saputo mobilitare migliaia di cittadini e ha lasciato in eredità tante idee e progetti riguardanti il futuro della città. Ora, come Capitale Italiana della Cultura, Ravenna ha la possibilità di tenere viva parte di quella eredità secondo una programmazione che potrà accompagnare la città almeno fino al 2021, anno delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante.

Naturalmente, per trasformare le idee in azioni concrete è di fondamentale importanza il nodo finanziamenti, in primis quelli statali. Già il Decreto di designazione del 12 dicembre 2014 ha previsto un finanziamento di 200.000 euro. A queste risorse, con ogni probabilità, andrà ad aggiungersi un ulteriore finanziamento pari a 1.000.000 di euro contenuto in un recente Decreto interministeriale firmato dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e da quello per gli Affari Regionali. Questo provvedimento, che utilizza risorse del piano “Destinazione Italia”, sottolinea come Ravenna e le altre città finaliste per il 2019, ora designate Capitali Italiane della Cultura, abbiano “impegnato significative risorse strumentali e qualificate professionalità per l’elaborazione di progetti di notevole ricchezza e di potenziale impatto sul territorio loro pertinente, rispondenti alle più innovative direttive di sviluppo urbano in ambito nazionale ed europeo”, e destina un milione di euro per ogni città “al fine di consentire l’immediata realizzazione dei progetti presentati nei dossier di candidatura, ritenuti dai medesimi Comuni di prioritario interesse e immediatamente realizzabili”. La speranza quindi è che l’iter del provvedimento sia il più veloce possibile, posto che i tempi sono strettissimi e, soprattutto, che vada a buon fine per consentire di sviluppare azioni significative.

Tra queste, sottolineano il Sindaco Matteucci e il Responsabile Cassani, ci sono interventi strutturali a importanti contenitori della città: Palazzo Rasponi dalle Teste, Museo di Classe e un edificio in Darsena (ancora da individuare tra quelli indicati nel Dossier 2019) da trasformare in nuovo spazio per il riuso temporaneo.

“Cercheremo dunque di onorare il titolo –  dichiarano  Matteucci e Cassani– e lo faremo coinvolgendo in primo luogo tutto il mondo culturale: da un lato valorizzeremo le principali attività già programmate e dall’altro solleciteremo l’organizzazione di eventi ad hoc, compatibilmente coi tempi ristrettissimi.

“E poi, complessivamente – proseguono Mattuecci e Cassani – cercheremo ancora una volta di promuovere a livello nazionale e internazionale, anche attraverso il logo creato per la Capitale Italiana della Cultura, quanto di buono e di bello c’è e si fa nella nostra Ravenna”. Logo comune a tutte le cinque città capitali 2015, tra le quali è in corso un confronto serrato sui temi e sulla gestione del titolo.

”In ogni caso – aggiungono Matteucci e Cassani – lo spirito con cui cercheremo di onorare il titolo non è quello di chi vuole appuntarsi una medaglia ma quello di chi considera la Capitale Italiana della Cultura come una tappa importante di un percorso iniziato con la Candidatura a Capitale Europea della Cultura e che ci deve portare almeno fino alle celebrazioni del 2021. Anche da questo punto di vista ci auguriamo che Capitale Italiana della Cultura possa essere colta come una preziosa opportunità svolgendo un utile servizio per la crescita generale della città”. Perchè, ha precisato Cassani, “la nostra idea di cultura è quella di una cultura che trova il proprio senso intersecandosi con le esigenze della società e del mondo economico”.

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