Macbeth chiude la stagione d’opera del Teatro Alighieri all’insegna di Verdi

L'8 e il 10 aprile in scena l'allestimento prodotto da Ravenna Festival nel 2013 per la regia di Cristina Muti

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La stagione lirica 2015/16 del Teatro Alighieri si chiuderà venerdì 8 e domenica 10 aprile all’insegna di Verdi con la ripresa dell’allestimento di Macbeth prodotto da Ravenna Festival per la Trilogia Verdi-Shakespeare del 2013 con la regia di Cristina Muti, dove convivono la magia delle proiezioni e l’affascinante contrasto tra luce e oscurità, giocata sul filo dell’invenzione e della creatività e ispirata ai lavori grafici di Alberto Martini.

L’affiatato team creativo è formato da Vincent Longuemare (light designer), Davide Broccoli (visual designer), Ezio Antonelli (scene) e Alessandro Lai (costumi). In buca l’Orchestra Cherubini diretta da Nicola Paszkowski, mentre il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è preparato da Corrado Casati. I movimenti coreografici dei DanzActori di Ravenna Festival sono curati da Catherine Pantigny. I ruoli principali della compagnia di canto sono interpretati da: Matias Tosi, che interpreta Macbeth, Lady Macbeth è Vittoria Ji Won Yeo, mentre Daniel Giulianini e Alessandro Scotto di Luzio daranno voce rispettivamente a Banco e Macduff. Completano il cast Antonella Carpenito (Dama di Lady Macbeth), Giovanni Sebastiano Sala (Malcolm) e Daniele Macciantelli (Medico).

Composto nel 1847 su libretto di Francesco Maria Piave e rivisto per le scene francesi nel 1865 (è quest’ultima la versione in scena, senza i ballabili) Macbeth rappresenta per Verdi un fondamentale banco di prova per il ripensamento delle tradizionali forme musicali (come testimoniano pagine quali la Gran scena e Duetto di Macbeth e della Lady nel primo atto oppure la grandiosa Scena del sonnambulismo di lei nel quarto), e al tempo stesso un soggetto che gli permette di indagare una tra le tematiche a lui più care: il potere e le conseguenze del suo abuso. «Macbeth – come sottolinea Cristina Muti – è un valoroso che ancora non conosce se stesso: credeva di essere forte, ma al primo inciampo si ritrova debole come un bambino. Lady Macbeth a sua volta crede di essere capace di reggere le fila dell’intrigo e, insieme, di supplire alla debolezza del re, che spinge fino all’assassinio: ma anch’ella si era illusa sulle proprie forze, e la sua pazzia non è che l’esito inevitabile di questo suo errore. In un certo senso sono intercambiabili: lei è innamorata del potere, lui è innamorato di lei e, attraverso lei, del potere, o dell’illusione del potere. Ma Verdi sembra comunque amarli tutti e, in un certo senso, ce li fa amare tutti, per la sua debolezza, Macbeth, per la sua pazzia, Lady Macbeth».

Una passione, quella per la dimensione e le qualità umane evocate dai versi di Shakespeare, che attraversa tutta la vita del compositore bussetano: è in essi che egli ravvisa il modello fondamentale verso il quale orientarsi alla ricerca di un nuovo ideale di melodramma; ed è a partire da essi che individua i meccanismi capaci di restituire in musica la complessità dell’universo interiore dell’uomo. Infatti, quando più forti si fanno gli stimoli all’innovazione e i ripensamenti estetici, è a Shakespeare che Verdi si rivolge: con Macbeth, primo importante esempio di drammaturgia anticonvenzionale, votata al realismo psicologico dei personaggi, fino ai capolavori dell’estrema maturità, Otello e Falstaff, inattesi ed oramai del tutto estranei al pensiero melodrammatico ottocentesco.

Oggi alle 17.30 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri (ingresso libero) l’appuntamento ‘Prima dell’opera’, organizzato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Ravenna, sarà curato dal musicologo Giorgio Appolonia.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani: under 14 5 euro; 14/18 anni e studenti universitari 50% tariffe ridotte.

 

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