Al Teatro Rasi “Amore” di Scimone e Sframeli, fresco di due Premi Ubu

Mercoledì 1 febbraio 2017, inizio ore 21. Lo spettacolo è uno dei tre titoli fissi nell’abbonamento da sei spettacoli

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Amore di Spiro Scimone – vincitore dei premi Ubu 2016 “Miglior allestimento scenico” e “Novità o nuovo progetto drammaturgico” e finalista come “Miglior spettacolo dell’anno” – è una nuova tappa di un percorso ai bordi dell’umanità, all’interno di non-luoghi dove i personaggi non hanno nome.

 

In scena due coppie: il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere. Quattro figure che si muovono tra le tombe di un cimitero in un tempo sospeso per i quali la vecchiaia è una condizione rovesciata della vita, dove tutto si fa ricordo e la partita si gioca tra le occasioni mancate e l’estrema possibilità di soddisfare il proprio desiderio. Un dialogo serrato, comico e irriverente in cui i pochi elementi, sempre gli stessi e che ricorrono ossessivamente, bastano a evocare un’infinita gamma di sfumature.

 

E dopo lo spettacolo, alle 22.30, incontro con la compagnia a cura di Dario Tomasello. In Amore le tenere e insieme crudeli quotidianità del sentimento amoroso vengono rappresentate con la consueta e delicata poesia delle cose semplici, a partire dai gesti affettuosi e familiari, alla prova del tempo e dei ricordi, che non tornano più. Quattro vite al tramonto si muovono tra le tombe di un simbolico cimitero. La scena è infatti composta da due tombe, a due piazze, il tempo è sospeso e, forse, stanno tutti prendendo parte all’ultimo giorno della loro vita. Due coppie comuni, senza nome: il “vecchietto” e la “vecchietta”, il comandante e il pompiere. Moglie e marito i primi, clandestini i secondi.

 

Amore, oltre che titolo della creazione di Scimone e Sframeli, è anche l’appellativo con cui, quasi ossessivamente, la donna si rivolge al marito: un modo che è tipico del gergo degli affetti, in cui le parole si logorano fino a perdere il significato originario, per diventare qualcosa d’altro. Entrambe le coppie si abbandonano ai ricordi, creando un universo parallelo abitato da memorie e rimpianti, giocose affettuosità, dimenticanze e amari sorrisi.

 

«Queste due coppie sono vicine alla morte, ma con leggerezza infantile parlano di quello che hanno provato da giovani e di ciò che forse non è ancora perduto – spiega Spiro Scimone –. Alla fine di tutto, il senso della vita si può trovare solo nell’amore». L’intimità scorre lungo un tempo sospeso, al ritmo di parole ripetute e ossessive che delineano dettagli di intimità domestica, ormai trasfigurate dalla nebbia della vecchiaia, dove «le fiamme possono arrivare all’improvviso!…Le fiamme possono divampare all’improvviso!».

 

Il testo, come i tutti i lavori di Scimone è costruito su dialoghi surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni quotidiane e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano. Scimone prosegue dunque il suo percorso drammaturgico ai bordi dell’umanità, all’interno di non-luoghi, dove i personaggi non hanno nome e dove l’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna. «Quando scrivo – afferma il regista – cerco di immaginare a quali corpi e movimenti saranno destinate quelle parole. Non inseguo le facili provocazioni ma solo il teatro, nella sua verità e semplicità, attraverso un fondamentale lavoro di squadra».

 

A sua volta, Francesco Sframeli esalta «la leggerezza e il lavoro incessante come attore, nello scambio con gli altri tre interpreti, attraverso i quali si mette in scena la vita e la morte. Infatti, più che un regista mi sento un “distillatore”. Il teatro è come fare l’amore: se doni te stesso totalmente, è un’esperienza bellissima».

 

La compagnia Scimone Sframeli con Amore costruisce un altro tassello della sua ricerca «verso l’essenza del teatro, non perdendo mai il legame fra gli attori, il testo e il pubblico». In scena, oltre a Spiro Scimone (il vecchietto) e a Francesco Sframeli (il comandante), Gianluca Cesale (Il pompiere) e – per la prima volta nella storia più che ventennale della compagnia – un’attrice, Giulia Weber che interpreta la vecchietta.

 

La scena è di Lino Fiorito (premio Ubu 2016 per il Miglior allestimento scenico e già vincitore per lo spettacolo precedente della compagnia, Giù) e il disegno luci di Beatrice Ficalbi.

 

 

Ore 22.30 – sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi

Incontro con la compagnia a cura di Dario Tomasello

Docente dell’Università di Messina, Dario Tomasello è anche l’autore del saggio Un assurdo isolano. Il teatro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, in cui approfondisce i temi legati al teatro e alla ricerca poetica della compagnia siciliana.

 

AMORE di Spiro Scimone regia Francesco Sframeli con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber scena Lino Fiorito disegno luci Beatrice Ficalbi Produzione Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione Théâtre Garonne Toulouse

 

BIGLIETTI. Settore unico. Sostenitore: € 12. Ridotto*: € 10. Under30: € 5. *cral e gruppi organizzati, insegnanti, oltre i 65 anni, iscritti all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop Adriatica, Esp Club Card, Soci BCC, tessera TCI.

 

A seguito delle tantissime inclusioni di questo titolo nell’abbonamento da sei spettacoli, biglietti di Amore saranno in vendita solo la sera stessa della rappresentazione al teatro Rasi. In occasione delle aperture de La stagione dei teatri al Rasi, il teatro aprirà alle 19.30 con l’aperitivo equo-solidale del Villaggio Globale.

 

Biglietterie Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna tel. 0544 249244 (feriali dalle 10 alle 13, giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima dello spettacolo). Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna tel. 0544 30227 (il giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima dello spettacolo).

 

INFORMAZIONI www.ravennateatro.com  ufficiostampa@ravennateatro.com  Tel. 0544 36239

 

 

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