LA POSTA DEI LETTORI / Bene il premio Francovich alla Domus, ma quando arriviamo alla Cà Bianca?

Il Forestiere instruito delle cose notabili della città di Ravenna, avrà certamente notato, che il sito museologico della Domus dei Tappeti di Pietra, già insignito del Premio Bell’Italia 2004, ha vinto il Francovich 2017; riconoscimento speciale della Società Archeologi Medievisti Italiani. Non stiamo parlando dei signori nessuno, ma di 500 membri di primo piano, di una società, di cui ne hanno fatto parte, gli scomparsi Ottone d’ Assia e Riccardo Francovich.

Gli altri siti finalisti, non erano da poco: il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, le Domus tardoromane di Palazzo Valentini a Roma, il Castello e Museo “Naborre Campanini” di Canossa, il Museo Federico II “Stupor Mundi” di Jesi, Südhalle e Domus Palazzo Episcopale di Aquileia e Museo Sannitico di Campobasso.

Personalmente, conosco il discutibile intervento sulla Südhalle (sala sud), ai lati del battistero della basilica di Aquilea e le tante polemiche insorte. Un intervento corretto, invece, fu eseguito dal Gruppo Mosaicisti Ravenna, sul frammento musivo del nartece, detto “del pavone”, oggi affisso alla parete della Südhalle. La cerimonia di premiazione, avverrà sabato 17 febbraio, al Palazzo dei Congressi di Firenze, nell’ambito di tourismA – Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale.

E’ la dimostrazione, che non necessariamente dobbiamo arrivare sempre mazziati… che oltre alle centinaia di metri quadri, di bellissime pavimentazioni a mosaici policromi e marmi, di un palazzetto bizantino del V-VI secolo, c’ è stato un progetto di restituzione del patrimonio archeologico, sotto il profilo museale, gestionale, estremamente virtuoso.

L’occasione è ghiotta, per parlare dell’area della superba Basilica Ca’ Bianca, sconosciuta (?) ai più; a suo tempo scavata e poi seppellita, alle modalità standard “piazza Kennedy” …la stessa che ci fa arrivare 73esimi, quando va bene! Si tratta di un ritrovamento del 1965, in zona sud, rispetto al territorio della Basilica di Classe; un complesso paleocristiano di notevole interesse, che in prima ipotesi, indica una Basilica a cinque navate, con abside orientata ad est e affiancata da un battistero a forma ottagonale.

Le monete rinvenute in loco, nell’ impasto pavimentale, suggeriscono che la basilica fosse ancora officiata ai tempi di Atalarico; i mosaici, sono datati per iconografia, taglio e fattura delle tessere, al V secolo. Lasciamola lì, a dormire un altro poco…non importa, se nel frattempo, se la sono persa, nella carta delle potenzialità archeologiche, del Comune di Ravenna!

Daniele Vistoli, architetto