Ass. Casa delle Aie di Cervia organizza visita guidata all’Orto Botanico dei Frutti Dimenticati

L’Associazione Culturale Casa delle AIE Cervia ha in programma, per oggi, lunedì 12 agosto, alle 17,30, una visita guidata all’Orto Botanico dei Frutti Dimenticati. Il ritrovo è fissato alla Casa delle AIE.

L’orto è collocato in un terreno di mq. 1.200 nei pressi della Casa delle AIE – via Aldo Ascione – Cervia. Nell’orto, inaugurato nel maggio 2013, sono state messe a dimora 40 specie arboree di piante di frutti dimenticati, che si trovavano in passato nelle campagne romagnole e in pineta. Ogni pianta è presentata con cartellini che riproducono la denominazione in italiano ed anche in dialetto. La visita è preceduta da una introduzione di carattere storico, a cura di Renato Lombardi, sulla Casa delle AIE, l’edificio rurale del 1790, realizzato su progetto del grande architetto Camillo Morigia. L’edificio, di proprietà comunale, era l’antica Casa dei pignaroli, è stato recuperato e restaurato a metà degli anni Sessanta dall’allora Società Amici dell’Arte, ed è oggi sede di uno dei più rinomati ristoranti della cucina tradizionale romagnola

La partecipazione all’iniziativa è gratuita. Alla sera è possibile cenare, a pagamento, al Ristorante della Casa delle AIE, in tavoli riservati per l’occasione, degustando piatti della tradizione gastronomica romagnola. (INFO tel. 338 3791838). L’idea di allestire un Orto Botanico dei Frutti Dimenticati a Cervia era stata lanciata nella stagione culturale 2011-2012  e riprendeva un’intuizione che aveva avuto Umberto Foschi negli anni Sessanta, ancor prima delle realizzazioni di analoghe idee in altre città della Romagna e dei territori limitrofi. Dall’idea, rilanciata da Renato Lombardi,  si è passati alla concreta realizzazione grazie all’impegno di Mario Stella e di Gianfranco Zavalloni, con finalità culturali, didattiche, ma anche promozionali e turistiche.

Quelle messe a dimora erano giovani piante, che nel giro di alcuni anni sono cresciute e sono diventate una testimonianza fondamentale di una tradizione, che Umberto Foschi descriveva con queste parole: Attorno alla casa, accanto agli alti pioppi e ai giovani pini, sorgerà un vero e proprio orto botanico colle piante un tempo comuni nelle aie attorno alle vecchie case rurali; per ora c’è solo il rosmarino, il giuggiolo, il noce, bisognerà aggiungervi il melograno, il nespolo, il sorbo, il melo lazzeruolo, il cotogno, l’uva spina, varie qualità di vecchi prugni, l’erba cedrina, ciuffi di biancospino e di sambuco. In una parola dovranno tornare a vivere le piante familiari nelle aie e negli orti della nostra infanzia da qualche tempo bandite perchè non redditizie.

Seguendo a distanza di molti anni il suggerimento di Umberto Foschi e integrandolo con nuove proposte, sono state messe a dimora le seguenti piante: azzeruolo, noce, mirabolano, prugno, giuggiolo, alcune varietà di melo a cominciare dal melo cotogno, corbezzolo, fico nero, uva fragola, gelso bianco. pero volpino, ribes nero, ribes rosso, sorbo, nocciolo, pero lauro, melograno, nespolo, ulivo, mandorlo, e pero broccolino. Si tratta una varietà di frutti che erano una volta diffusi nelle nostre campagne e che costituiscono un patrimonio di biodiversità da conservare e valorizzare. L’Orto botanico nasce in prossimità del Bosco dei nuovi nati, arricchisce un’offerta legata agli spazi di verde pubblico attrezzato di Cervia.

La realizzazione dell’Orto Botanico è stata resa possibile dalla collaborazione fattiva del Comune di Cervia, con particolare riferimento all’Assessorato al verde pubblico e al Servizio Progettazione e Manutenzione Verde e Pinete del Comune di Cervia. Da sottolineare è anche la collaborazione con la gestione del Ristorante delle Aie che fa capo ai fratelli Battistini e la collaborazione di aziende che hanno reso possibile la realizzazione dell’iniziativa: Deltambiente, Dama Pubblicità. L’Orto Botanico dei Frutti Dimenticati rappresenta oggi una bella realtà del territorio cervese e con il passare degli anni e con il crescere delle piante, rappresenta un’opportunità di sviluppare un ruolo sempre più accentuato dal punto di vista culturale, didattico e turistico.