Le donne nei manicomi dell’Italia fascista: Annacarlo Valeriano ospite di San Vitale alla libreria «Libridine»

Terzo appuntamento, sabato 9 novembre, con le “Giornate da Libridine”, la rassegna della Cooperativa sociale San Vitale che si tiene nella libreria Libridine in viale Baracca 91 a Ravenna. La prossima ospite sarà Annacarla Valeriano, che alle ore 18 di sabato presenterà il libro “Malacarne – Donne e manicomio nell’Italia fascista”.

L’autrice, laureata in Storia contemporanea all’Università di Teramo, lavora all’Archivio della memoria abruzzese della Fondazione Università di Teramo. Con Donzelli ha pubblicato «Ammalò di testa. Storie dal manicomio di Teramo» (2014), con cui ha vinto il premio internazionale di saggistica Città delle Rose, miglior autore abruzzese (2014), il premio Franco Enriquez (2014) e il premio Francesco Alziator (2014).

A quarant’anni dalla legge Basaglia, che ha sancito la chiusura dei manicomi, riemergono le storie e i volti di migliaia di donne che in quei luoghi hanno consumato le loro esistenze. In questo libro sono soprattutto donne vissute negli anni del regime fascista: figure segnate dal medesimo stigma di diversità che, con le sue ombre, ha percorso a lungo la società, infiltrandosi fin dentro i primi anni del l’Italia repubblicana.

All’istituzione psichiatrica fu consegnata, dall’ideologia e dalla pratica «clinica» del fascismo, la «malacarne» costituita da coloro che non riuscivano a fondersi nelle prerogative dello Stato. Su queste presunte anomalie della femminilità, il dispositivo disciplinare applicò la terapia della reclusione, con la pretesa di liberarle da tutte quelle condotte che confliggevano con le rigide regole della comunità di allora. La possibilità di avvalersi del manicomio al fine di medicalizzare e diagnosticare in tempo «gli errori della fabbrica umana» non fece che trasformare l’assistenza psichiatrica in un capitolo ulteriore della politica sanitaria del regime.