Prime anticipazioni sulla mostra “Paolo Roversi – Studio Luce” al MAR di Ravenna dal 5 aprile al 5 luglio 2020

Dal 5 aprile al 5 luglio 2020 al Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna è in programma la mostra personale Paolo Roversi – Studio Luce, dedicata al grande fotografo ravennate, e realizzata con il prezioso contributo di Christian Dior Couture, Dauphin e Pirelli, main sponsor.

L’allestimento si sviluppa sui tre piani espositivi del MAR e comprende molte immagini diverse tra loro, in una serie di accostamenti e sovrapposizioni sorprendenti – spiegano dal Comune di Ravenna -Assessorato alla Cultura e dal MAR – . Ad aprire il  percorso, le prime fotografie di moda e i ritratti di amici e artisti come Robert Frank, Anton Corbijn e Peter Lindbergh che si alternano a still life di sgabelli raccolti in strada e immagini che ritraggono la Deardoff, macchina fotografica con cui Roversi scatta da sempre.
L’autore mette in mostra i suoi lavori più recenti: una selezione del calendario Pirelli 2020 e una serie di scatti di moda inediti, esposti qui per la prima volta, frutto del lavoro decennale per brand come DIOR e COMME des GARÇONS e magazine come Vogue Italia, in una sequenza che arriva agli editoriali più recenti. Aperta al pubblico dal 5 aprile al 5 luglio 2020, l’esposizione coincide con la pubblicazione di un omonimo volume da collezione, catalogo della mostra.

Paolo Roversi – Studio Luce costituisce un’occasione unica per conoscere a fondo le immagini e l’immaginario dell’artista. In omaggio al settecentesimo anniversario della morte di Dante, sarà presente un’ampia selezione di scatti provenienti direttamente dall’archivio di Roversi che celebrano la figura della musa, la Beatrice cantata dal Poeta nella Divina Commedia, qui incarnata in donne leggendarie come Natalia Vodianova, Kate Moss, Naomi Campbell e Rihanna.
A parte rare eccezioni, Roversi lavora in studio, per lui spazio dalla duplice connotazione: da una parte infatti è un luogo fisico, un teatro essenziale e scarno dove mettere in scena i propri sogni e desideri; dall’altra è un luogo della mente, una sorta di contesto rituale che apre le porte ad una dimensione alternativa, la cui chiave è, da sempre, la luce.

La mostra, a cura di Chiara Bardelli Nonino con le scenografie di Jean-Hugues de Chatillon, è pensata come un ritorno alle origini, tanto letterale quanto metaforico, ed è la prima esplorazione così approfondita di un universo visivo particolarmente ricco e complesso.