Bocciatura per “Ciò che non sappiamo di Dante”. Carteggio con polemica fra Tarantino e Chicchi

È polemica aperta fra l’Associazione Amici di Dante guidata da Giuseppe Chicchi, già Sindaco di Rimini e deputato, e il dirigente del Servizio Cultura del Comune di Ravenna Maurizio Tarantino sul progetto Ciò che non sappiamo di Dante. Parole contemporanee, musica e poesia per il Sommo poeta, progetto che non è stato valutato – e quindi non ammesso ai finanziamenti pubblici – da parte del Comitato dantesco perché si tratterebbe di una proposta “eminentemente commerciale”.

Il 21 febbraio scorso Maurizio Tarantino scrive a Chicchi in merito alla Ricognizione di proposte progettuali da inserire nel calendario 2020-2021 di Ravenna nel Centenario di Dante: “Gentile Sign. Chicchi, con la presente, sono a comunicarle, che in merito al vostro progetto Ciò che non sappiamo di Dante. Parole contemporanee, musica e poesia per il Sommo poeta, il Comitato dantesco non ha espresso una valutazione considerata la natura della proposta nel suo complesso preminentemente commerciale. La informo che la proposta, in caso di realizzazione, troverà adeguata comunicazione in un canale espressamente dedicato alle imprese. Per la realizzazione del progetto e per il suo finanziamento, considerata la natura commerciale della proposta, dovrà fare riferimento alle rispettive normative di settore. La informiamo che potrà però richiedere l’utilizzo del logo VIVA DANTE 1321-2021 e il patrocinio del Comune di Ravenna secondo la normale procedura.”

Il 25 febbraio Giuseppe Chicchi risponde a Tarantino con una lettera che lascia trasparire una forte delusione e un non celato sarcasmo per la bocciatura del progetto e, soprattutto, per le motivazioni: “Gent. Dott. Tarantino, ricevo in data 21 febbraio una lettera a Sua firma con la quale viene comunicata all’Associazione Amici di Dante, da me presieduta, la non ammissione del progetto “Ciò che non sappiamo di Dante” al finanziamento di euro 20.000 totali (sic!) che il comune di Ravenna ha reso disponibili per attività di privati in vista del Centenario Dantesco. Privati che hanno risposto con decine di progetti giudicati idonei, testimoni di una mal ricompensata vitalità culturale della città. Confesso di essere (leggermente) scosso dalle motivazioni utilizzate per escludere il nostro progetto. Vedo che abbiamo proposto quattro eventi con importanti relatori di Università italiane che avrebbero affrontato temi come la filologia dantesca, la vita quotidiana al tempo di Dante, l’architettura fra romanico e gotico, le pittura del Trecento. Relazioni poi accompagnate da letture poetiche di autori coevi al Sommo Poeta e da musica trecentesca eseguita da professionisti con strumenti antichi. La nostra colpa? Mi è venuto il dubbio di esserci fatti influenzare dall’azione dell’ex Direttore della Reggia di Caserta, dott. Mauro Felicori, che in pochi anni ha raddoppiato i visitatori anche grazie ad opportune azioni di marketing. Perciò avevamo pensato di coinvolgere nei nostri eventi i duecento Comitati Dante Alighieri sparsi in Europa, le scuole del Bel Paese, le Università Aperte, ecc. Ingenuamente ci appariva troppo angusto il solo target dei 160mila abitanti di Ravenna che devono invece essere preservati da pericolose influenze esterne. Tutto inutile, la sentenza è stata inesorabile e priva di contraddittorio: si tratterebbe di un progetto sbilanciato su vili aspetti “commerciali” e, per carità, non degno delle Sue attenzioni. Mi consolerò pensando, con Otello, “Ch’io mi tramuti in un caprone, se dovessi lasciarmi turbare da supposizioni futili e vaghe…”.

Commenti

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  1. Scritto da jack

    La solita arroganza del duo Tarantino-Signorino…..

  2. Scritto da Andrea

    Visti gli “alti” livelli delle recenti mostre ravennati che hanno puntato tutto sui mattoncini Lego e foto,mi sorge qualche dubbio sulle figure che dovrebbero occuparsi di queste scelte…