Musei aperti, nonostante il coronavirus. Al MIC di Faenza continua fino al 13 aprile “Picasso. La sfida della ceramica”

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Non sono state toccate dal decreto Conte sul coronavirus le aperture dei musei . Tutti i musei sono quindi normalmente aperti al pubblico in forma controllata tale da evitare assembramenti di persone. Sono state quindi annullate tutte le visite guidate e i laboratori, ma la mostra “Picasso, La sfida della ceramica”, allestita al MIC di Faenza fino al 13 aprile, è normalmente visitabile in sicurezza nei consueti orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 16 e sabato e domenica dalle 10 alle 17.30.
E’ un’occasione unica per ammirare 50 pezzi unici di Picasso provenienti dal Museo Picasso di Parigi in una delle più importanti mostra mai dedicate al suo lavoro ceramico negli ultimi 60 anni.

La mostra approfondisce il rapporto che il genio ebbe con la ceramica. Picasso si interessò alla ceramica grazie a Paul Gauguin nei primi anni del 1900, ma iniziò a lavorarla solo nel dopoguerra a Vallauris nel laboratorio Madoura di Georges e Suzanne Ramié. La famiglia Ramié racconta che quando Picasso nell’estate del 1947 cominciò a lavorare nel loro studio “si mise di fronte alla tecnica ceramica come un torero nell’arena”. Da allora comincia una febbrile attività creativa che lo porterà a realizzare oltre 3000 pezzi unici di ceramica.

Il suo avvicinamento alla ceramica non fu infatti improvvisato come testimoniano i diversi disegni preparatori e la sua fonte di ispirazione fu la ceramica antica delle grandi civiltà del Mediterraneo.  “Mettiamo in dialogo le ceramiche di Picasso con anonimi maestri della ceramica del passato – spiega Harald Theil – dall’antichità greco-romana, alla ceramica popolare, dalla ceramica preispanica a quella ispano-moresca. La mostra cerca di dimostrare come tutti questi elementi possano essere rintracciati nella ceramica di Picasso”.

Una sezione speciale è dedicata al rapporto tra Picasso e Faenza. Diversi sono i pezzi di Picasso che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié i quali furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti al Maestro per un’esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d’arte ceramica moderna andate distrutte nell’ingente bombardamento alleato del maggio 1944. Merito dell’allora direttore Gaetano Ballardini, nonché fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione e della sua struttura.  Seguirono altri piatti nel 1951 con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico e archeologico e il grande vaso “Le quattro stagioni” (1951), graffito e dipinto, con la raffigurazione pittorica e morfologica di quattro figure femminili, le cui forme sinuose vengono sostanziate dalla curvatura accesa del vaso.

Info: 0546 697311, info@micfaenza.org

La mostra fa parte di «Picasso – Méditerranée»: un’iniziativa del Musée national Picasso-Paris.

“Picasso-Mediterraneo” è un evento internazionale che si svolge dalla primavera del 2017 alla fine del 2019. Più di settanta istituzioni hanno immaginato una serie di mostre sull’opera “ostinatamente mediterranea”* di Pablo Picasso. Su iniziativa del Musèe National Picasso-Paris, questo percorso nel lavoro dell’artista e nei luoghi che l’hanno ispirato presenta una nuova esperienza culturale dedicata a rinsaldare i legami da entrambi le parti del Mediterraneo.
*Jean Leymarie

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