Ravenna, ErosAntEros: i teatri riaprono ma noi no, “perché anche questa volta hanno vinto i più forti”

Dopo l’appello di ieri di Ruggero Sintoni sulla riapertura dei teatri, pubblichiamo oggi due interventi pubblici – collegati fra loro – di Agata Tomsic e Davide Sacco apparsi sulla pagina Facebook della compagnia teatrale ravennate ErosAntEros, di cui sono le anime. Si tratta di sfoghi amari, in cui emergono tutte le difficoltà e anche le frustrazioni di realtà teatrali significative ma – come dire – di nicchia, lontane dal mainstream e senza un robusto sostegno pubblico. Fra l’altro, da poco, Tomsic e Sacco hanno portato a termine una brillante edizione di POLIS Teatro Festival 2020 con una riflessione su “Quale teatro per il domani?” per stimolare pensiero sul teatro durante il lockdown, con 108.000 persone raggiunte, 12.000 visualizzazioni dei video e 14.000 interazioni, 70 ospiti da 12 nazioni diverse, un’edizione speciale che diventerà libro grazie alla casa editrice Editoria & Spettacolo!

Scrivono su Facebook Agata Tomsic e Davide Sacco ieri 15 giugno: “Oggi, 15 giugno, riaprono i teatri in Italia, ma noi, come la maggioranza degli artisti e delle piccole o medie realtà indipendenti italiane, NO. NO, perché anche questa volta hanno vinto i più forti. NO, perché i nostri spettacoli non “fanno tanto divertire” quanto quelli di chi è andato a vendersi in televisione. NO, perché in questo 2020 abbiamo visto annullare tutte le nostre giornate di recita e di prove, non andiamo in scena dal 2019 e non sappiamo se ci torneremo prima del 2021. NO, perché non abbiamo uno spazio per le nostre attività, né per le prove, né per programmare il festival che da tre anni curiamo a Ravenna. NO, perché se viene annullato un nostro spettacolo, siamo gli ultimi a saperlo e a sapere se e quando potremo recuperarlo. NO, perché l’arte e la cultura contano poco in questo nostro Paese, vengono sottofinanziati da decenni, e quel poco che contano, lo contano quindi solo se promossi da grandi strutture, dove ancora una volta, noi artisti, siamo quelli che vengono interpellati per ultimi. NO, perché in Italia per fare arte e cultura gli artisti servono a poco o a niente, e in ogni caso siamo “troppi”, “uno vale l’altro”, ed è “normale” che non ci sia spazio per tutti. BUONA RIAPERTURA a chi può, che poi è lo stesso che poteva ieri e che, in questo modo, potrà anche domani. PH (la foto che pubblichiamo a corredo dell’articolo, ndr) dal retroscena di “Sconcerto per i diritti”, di Filippo Manzini, che avreste visto girare questa primavera se non ci fosse stata la pandemia.

Legato a questo post, l’altro, pubblicato in data 11 giugno a firma di Davide Sacco: “In chiusura, tornando alla nostra realtà e alla nostra città di Ravenna, vogliamo dire che questa emergenza è arrivata proprio mentre ci trovavamo ancora una volta a insistere con l’amministrazione locale per trovare uno spazio adatto alle nostre attività e permetterci finalmente di offrire a questo territorio ciò che possiamo. Dobbiamo dire che da parte della nostra Assessora di riferimento c’è ascolto e dialogo. Ma resta il fatto che ad oggi, dopo più di 10 anni di lavoro in città e dopo aver dimostrato di saper costruire opere e progetti di massimo livello e di interesse nazionale e internazionale anche senza poter godere di economie e strutture adeguate, ErosAntEros non ha l’onore e l’onere di avere dal Comune di Ravenna alcuno spazio fisico come centro per le proprie attività e di incontro con la comunità che ne potrebbe beneficiare. Avendo sempre più riconoscimento artistico ci ritroviamo negli ultimi anni a incontrare colleghi in giro per l’Italia e per l’Europa che si dicono increduli nell’apprendere della nostra situazione in città. Siamo convinti non solo che le attività di ErosAntEros, compreso POLIS Teatro Festival, meritino un teatro in città che possa rappresentarne la sede, ma che il nostro riconoscimento nazionale e internazionale, la nostra direzione artistica e le nostre competenze, siano assolutamente in grado di portare ricchezza su questo territorio in tutti i sensi, considerando che già oggi portiamo a Ravenna il contributo che riceviamo dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Fondazione del Monte, e che se avessimo adeguato sostegno dal Comune potremmo far crescere questi contributi esponenzialmente, raggiungendo anche risorse dal Ministero e dall’UE. Tra l’altro in città manca completamente uno spazio all’europea, ovvero con una gradinata per gli spettatori e uno spazio scenico a terra per gli artisti, motivo per cui molti dei più interessanti spettacoli del teatro contemporaneo europeo non possono passare da qui. Noi saremmo felicissimi di mettere tutte le nostre competenze e quelle dei nostri collaboratori a disposizione del Comune per recuperare uno dei tantissimi immobili in disuso (che se non sono già di proprietà pubblica possono diventarlo se ce n’è la volontà) e trasformarlo in un nuovo teatro all’europea di medie dimensioni che funga da centro per le attività di ErosAntEros e quindi da nuovo motore per le arti performative contemporanee in città con una proiezione internazionale. Lo facciamo?”