Ravenna Festival alla Rocca Brancaleone di Ravenna prosegue con “Rumore di acque” di Marco Martinelli

Ritorna in scena alla Rocca Brancaleone questa sera, domenica 5 luglio alle 21.30 – nell’ambito del programma teatrale del Ravenna Festival – a dieci anni dall’estate in cui ha debuttato, l’intenso poemetto di Marco Martinelli, ideato insieme a Ermanna Montanari, “Rumore di acque“: in scena Alessandro Renda, nella versione con le musiche dal vivo dei Fratelli Mancuso. Dal 2010 la drammaturgia di Martinelli ha avuto grande risonanza in Italia e all’estero, tradotta in una decina di lingue e rappresentata tra festival e stagioni di teatri e centri di cultura internazionali e universitari. E in occasione del decennale, esce il volume di Marco Martinelli Drammi al presente. Salmagundi / Rumore di acque (Editoria&Spettacolo, Spoleto, 2020), a cura di Gerardo Guccini.

Al centro del monologo un generale demoniaco in un’isola vulcanica in mezzo al Mediterraneo, una figura non umana che viene attraversata da un popolo di voci e di volti che lo assediano: sono i dispersi in mare, che gridano per essere “ricordati”. Solo su quella fantomatica isola sperduta, il generale è lì per cercare di tenere i conti, per ridurre a un freddo registro di numeri l’ecatombe di quelle migliaia di corpi, annegati in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Ma i conti non tornano mai e ancora, dopo dieci anni, non possiamo dirci innocenti davanti a quei morti che non devono essere ridotti a un elenco di numeri insignificanti.

Prima dello spettacolo un saluto e un’introduzione di Franco Masotti, direttore artistico di Ravenna Festival, e Marco Martinelli, insieme a Gerardo Guccini, curatore del volume appena pubblicato dove Martinelli ristampa due drammaturgie teatrali che emozionano ancora a distanza di anni: Drammi al presente. Salmagundi / Rumore di acque (Editoria&Spettacolo, 2020, Spoleto).

Rumore di acque nasce nel 2010 dalla penna del regista e drammaturgo Marco Martinelli dopo un lungo tempo trascorso in Sicilia, a Mazara del Vallo, ad ascoltare le agghiaccianti storie delle traversate che i migranti tentano dal nord Africa verso le coste italiane, molto spesso con esiti tragici. Il generale monologante protagonista di Rumore di acque (interpretato da Alessandro Renda) è una presenza fantomatica su un’isola sperduta, una specie di “medium” attraversato da un popolo di voci e di volti che lo assediano: il popolo degli annegati, quello che neanche la sua indole burocratica riesce a ridurre a mero elenco di numeri, a “statistica”. Quel popolo di scomparsi che si rende presente attraverso di lui: lui malgrado.

«Ho scritto e diretto Rumore di acque – ricorda oggi Marco Martinelli – dopo alcuni anni passati in Sicilia, presentandolo poi per la prima volta all’interno di Ravenna Festival 2010. Una volta arrivati a Mazara, le notizie sui naufragi che sentivamo ogni giorno dai telegiornali presero un’altra consistenza. Quel mare era lì, davanti a noi. L’Africa la vedevamo davvero, in lontananza. E il conteggio di quei numeri… suscitavano un effetto simile ai numeri del Coronavirus di oggi. Ogni giorno le statistiche venivano aggiornate, ogni giorno la televisione informava sul numero dei sommersi e dei salvati. Nel 2010 lo spazio dove lavoravamo era un ampio cortile nella sede della Caritas, e a gestirlo, in relazione col vescovo, era un prete molto in gamba che offriva accoglienza ai migranti. Fu lui a parlarci, con discrezione, delle vite drammatiche di quegli esuli, e così nacque in me il desiderio di ascoltare le loro storie, l’idea di scrivere attorno a quella tragedia. Non sapevo cosa, sentivo di doverlo fare, punto».

Da allora quel testo ha avuto grande risonanza in Italia e all’estero, assumendo corpi e lingue diverse: in Francia, in Germania, in Romania, negli Stati Uniti, da Chicago a New York all’Oregon, e poi in Brasile, in Cile e, in una singolare edizione “corale” per Mons capitale europea della cultura 2015, nella versione con le musiche dei Fratelli Mancuso. In dieci anni Rumore di acque è stato tradotto in nove lingue (inglese, francese, tedesco, romeno, spagnolo cileno, portoghese, bulgaro, wolof e spagnolo) e ne sono stati fatti innumerevoli nuovi allestimenti, riprese, adattamenti, letture e “mises en espace”.

Dopo Ravenna Festival Rumore di acque verrà presentato in una versione speciale – il 4 agosto nel Giardino della Triennale di Milano – all’interno del progetto itinerante ideato da Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi Moto Teatro Oscar, dove ogni spettacolo è rappresentato su un piccolo Apecar.

Pubblicazione – Marco Martinelli – Drammi al presente. Salmagundi / Rumore di acque, a cura di Gerardo Guccini – (Editoria&Spettacolo, 2020)

«Una cosa è decifrare nel 2004 l’allegoria sociale di Salmagundi, tutta giocata sulle corrispondenze fra diffusione della stupidità e dilagare epidemico; un’altra, ben diversa, è seguire oggi le demenziali strategie del potere politico-scientifico immaginato da Martinelli, avendo continuamente sott’occhio comportamenti contraddittori nella gestione del virus e nell’individuazione del suo decorso. Una cosa è leggere Rumore di acque riferendo l’anonimato delle morti in mare alla tragedia dei popoli migranti; un’altra è avvertire che, in questi giorni, la riduzione dei morti a numero è divenuta una tematica universale che tocca tutti: chi migra e chi viene contagiato sotto casa, al mercato, all’ospedale o prendendo la metropolitana. […] L’Occidente spia ai suoi margini e in se stesso il precipitare dei propri valori nel vuoto scavato dalla negazione del senso simbolico dei morti, di certi morti che trascinano nella terra dei diritti sospesi tutti coloro che non li vogliono salvare o custodire».

[dall’introduzione di Gerardo Guccini]

Rumore di acque
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari; regia Marco Martinelli
in scena Alessandro Renda
musiche originali eseguite dal vivo Enzo e Lorenzo Mancuso
spazio, luci, costumi Ermanna Montanari, Enrico Isola
sartoria e capi vintage Laura Graziani Alta Moda, A.N.G.E.L.O.
direzione tecnica Enrico Isola; tecnico del suono Andrea Villich
realizzazione scene squadra tecnica Teatro delle Albe Fabio Ceroni, Luca Fagioli, Danilo Maniscalco, Dennis Masotti con il contributo di Amir Sharifpour (Opera Ovunque) coproduzione Ravenna Festival, Teatro delle Albe-Ravenna Teatro
col patrocinio di AMNESTY INTERNATIONAL