Il premier Conte risponde al Maestro Muti: “Chiusura dei teatri è una scelta grave, ma necessaria”

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha risposto “all’accorato appello” lanciato dal Maestro Riccardo Muti ieri, 26 ottobre attraverso le pagine del Corriere della Sera. Muti aveva sottolineato al premier la gravità della decisione, da parte del Governo, di chiudere le sale da concerto e i teatri.
Conte ha ammesso: “è oggettivamente ‘grave’, in quanto “i concerti, le rappresentazioni teatrali costituiscono alimento per lo spirito, nutrimento per l’anima”. “Proprio perché grave è stata una decisione particolarmente sofferta”.

Gentile maestro Muti,
rispondo al Suo accorato appello, pubblicato ieri sulle pagine di questo Giornale, e ne approfitto per condividere con Lei e con i lettori alcune considerazioni. Le Sue riflessioni mi toccano profondamente, e non credo abbiano lasciato indifferenti i lettori. Lei ha ragione: la decisione di chiudere le sale da concerto e i teatri è oggettivamente “grave”.

I concerti, le rappresentazioni teatrali costituiscono alimento per lo spirito, nutrimento per l’anima. Proprio perché grave è stata una decisione particolarmente sofferta. Siamo stati costretti a prenderla perché l’obiettivo primario deve essere adesso recuperare il controllo della curva epidemiologica ed evitare che la sua continua ascesa possa compromettere l’efficienza del nostro sistema sanitario e, con esso, la tenuta dell’intero sistema sociale ed economico.
E’ una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero perché siamo consapevoli che tutti i protagonisti del mondo dello spettacolo — artisti, musicisti, autori, imprenditori, tecnici, lavoratori — stanno soffrendo enormi difficoltà ormai da molti mesi. I medesimi protocolli di sicurezza, se da un lato offrono maggiori garanzie di prevenire il contagio, dall’altro lato limitano fortemente la presenza del pubblico, contribuendo al generale depauperamento di questo come di altri settori di attività.

La gestazione di quest’ultimo Dpcm è stata particolarmente sofferta anche perché ho apposto la mia sottoscrizione al documento solo quando siamo stati sicuri, dopo le verifiche fatte presso il Ministero dell’Economia e con la Ragioneria generale dello Stato, di potere approvare, nel Consiglio dei Ministri che si svolgerà questo pomeriggio, un decreto-legge che consentirà di erogare, agli operatori economici e ai lavoratori colpiti dalle nuove norme, ristori immediati e misure di sostegno.
Anche l’esperienza che abbiamo maturato in questi mesi di grande difficoltà ci conferma che la cultura contribuisce a rafforzare l’identità di un intero popolo, agisce come volano per la coesione sociale, creando le basi – al contempo – per un dialogo che attraversa regioni e confini nazionali, aiutando a cogliere, nella propria e nell’altrui leggenda, il comune destino di finitudine dell’essere umano.

Il criterio che ci ha guidato non è stato quello di colpire indiscriminatamente un settore ritenuto “superfluo” rispetto ad altri. Siamo invece intervenuti su tutti quei settori di attività — ristorazione serale e attività collegate, fitness, spettacolo — che offrono occasioni di socialità, elevate o meno che siano. Settori di attività che contribuiscono — direttamente e indirettamente — a generare assembramenti e aggregazioni di persone, e che generano, soprattutto nelle ore serali, afflussi sui mezzi pubblici e moltiplicano le occasioni di contagio. Allo stesso modo, per decongestionare il traffico e le occasioni di contagio nelle ore diurne abbiamo incentivato lo smart working e il ricorso alla didattica a distanza nelle scuole secondarie di secondo grado.

C’è anche un altro aspetto da considerare. La riduzione delle occasioni di socialità e dei momenti aggregativi comporta anche la drastica riduzione del numero dei contatti personali. Questo agevola enormemente, in caso di persone che vengono sorprese positive al Covid-19, le operazioni di tracciamento e, quindi, alleggerisce l’attuale sovraccarico di lavoro dei dipartimenti di prevenzione. Siamo costretti a fare questi ulteriori sacrifici.

Ma non intendiamo affatto rinunciare alla bellezza, alla cultura, alla musica, all’arte, al cinema, al teatro. Abbiamo bisogno del nutrimento che da queste attività ricaviamo e della capacità di sogno che queste ci suscitano. Intendiamo tornare al più presto a fruire di queste emozioni in compagnia, condividendo la muta armonia che si instaura in presenza di un vicino, anche se s-conosciuto. La nostra dimensione spirituale non potrebbe sopravvivere senza questa esperienza. E’ con questo spirito, caro Maestro, che ci siamo assunti la responsabilità di operare scelte così dolorose. Ma le assicuro che, con il ministro Franceschini, siamo già al lavoro per far riaccendere al più presto microfoni, riflettori, proiettori, e per assicurare le premesse per un effettivo rilancio di tutte le attività dello spettacolo, confidando sull’impegno, sulle energie e sulle intelligenze di tutti.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da alan

    Risposta d’ufficio, molto prolissa.
    Visto la macroscopica differenza di caratura con il Maestro, non ci si poteva aspettare altro.

  2. Scritto da ST

    Che stupidaggi.e. Conte si arrampica sugli specchi, ben sapendo che andare a cinema o teatro, fermi, distanziati, in posti numerati, è molto ma molto meno pericoloso che continuare a frequentare ipermercati, outlet e centri commerciali nei fine settimana. E che dire degli autobus (e delle loro fermate) fitte di studenti e (meno) di lavoratori? Ridicolo. Questo DPCM impone sacrifici inutili a pochi disgraziati, quando tutti sappiamo che le sue ‘forti raccomandazioni’ sono un pannicello caldo che ci porterà comunque ad un duro e dolorosissimo lockdown. Conte è solo un parolaio, ostaggio di un governo diviso ed imbelle. Bah.

  3. Scritto da mg

    Grandi e intelligenti personaggi, il paese ha bisogno di questo. Peccato ritrovarsi ancora in questa situazione angosciante.