Il Ministro Bianchi ha inaugurato il nuovo Museo Dante di Ravenna: domenica 16 maggio l’apertura al pubblico foto video

Il nuovo Museo Dante di Ravenna completamente riallestito, in una chiave moderna e multimediale, per un approccio esperienziale alla figura universale di Dante Alighieri, è stato inaugurato sabato 15 maggio dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi accompagnato dal Sindaco Michele de Pascale, dal Prefetto Enrico Caterino e dal Presidente della Cassa e dell’ABI Antonio Patuelli. Prima dell’inaugurazione del museo nel complesso degli Antichi Chiostri Francescani della Cassa, il Sindaco ha accompagnato il Ministro in visita alla vicina tomba del poeta. Qui un gruppo di genitori ha esposto uno striscione per ricordare l’importanza della scuola, con le parole di Piero Calamandrei: “trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere” Il Ministro si è intrattenuto a colloquio con loro per alcuni minuti. Oggi, domenica 16 maggio, apertura al pubblico del Museo Dante a partire dalle 10. 

Museo DanteNel video la presentazione del museo alla stampa
Museo Dante

IL NUOVO MUSEO DANTE

“Consolidare la valorizzazione del culto di Dante con un allestimento contemporaneo e fruibile, che utilizza nuovi linguaggi per dare conto della Commedia e del lascito dantesco è l’obiettivo che ha guidato l’Amministrazione comunale (Assessorato alla Cultura) nella realizzazione del nuovo Museo Dante, a due passi dalla tomba”, si legge nella nota di Palazzo Merlato. Nove le sale, per complessivi 375 metri quadri, che accoglieranno i visitatori. Alcuni preziosi oggetti storici sono ulteriormente valorizzati dalla presenza di oltre 400 immagini e 250 testi: la sala del tempo, quella del volto, la sala Montevideo, le due sale del culto, la sala della fama e le tre dedicate alle tre cantiche della Divina Commedia (si veda la scheda successiva).

Il Museo presenta sia la possibilità di addentrarsi nell’immaginario dantesco con la forza dell’esperienza sensoriale che quella di apprezzare gli oggetti storici che dall’11 settembre 1921 – quando il Museo, allora Museo Dantesco, fu inaugurato in occasione delle celebrazioni del sesto centenario della morte di Dante – danno testimonianza di una vicenda che lega a sé personaggi e capolavori letterari. Il museo fu ideato dall’architetto Ambrogio Annoni (allora Sovrintendente di Ravenna) e da Corrado Ricci, colto studioso di Dante e fondatore della Soprintendenza ravennate.

Il Museo Dante si inserisce in una nuova lettura della zona dantesca, che con il recente restauro della tomba, la futura Casa Dante e altri interventi si configura come parte centrale di un’operazione complessiva di valorizzazione e di innovazione nell’ambito delle celebrazioni del settimo centenario, progettato in accordo con la Regione, il MiC, le altre città dantesche e le tante istituzioni culturali nazionali e internazionali che promuovono attività di studio, ricerca e divulgazione.

Preliminare al ripensamento dell’esistente Museo Dantesco è stata la progettazione di un impianto gestionale che mettesse a sistema le diverse competenze e vocazioni connesse al luogo. L’edificio è infatti di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e al suo interno hanno sede la Biblioteca e il Centro Dantesco dei frati minori francescani. Con la convenzione che disciplina il riallestimento e la definizione del modello di gestione del nuovo museo è stata sancita la condivisione istituzionale tra la proprietà del prestigioso complesso monumentale, il Centro Dantesco e il Comune di Ravenna. Si è operato un superamento della storica gestione ripartita per competenza attraverso un allestimento che, ispirato alle moderne tecniche museali, restituisca la pluralità e l’universalità dell’opera dantesca e nel contempo la profonda relazione tra la città e il suo poeta.

Si coglie l’occasione per informare che attualmente è in corso il restauro conservativo della cancellata in ferro battuto che dà accesso al quadrarco di Braccioforte, accanto alla tomba di Dante, realizzata dal veneziano Umberto Bellotto in occasione celebrazioni dantesche del 1921. L’intervento metterà in evidenza il pregio del manufatto del secolo scorso. Il restauro è articolato in due fasi: una fase preliminare di studio, ricerche e campionature che si è conclusa, mentre nelle prossime settimane, a partire dal 17 maggio, inizierà la seconda parte dell’intervento, durante il quale il pubblico potrà comunque accedere al Quadrarco.

Museo Dante

Il Museo Dante di Ravenna aprirà domenica 16 maggio con orario continuato dalle 10 alle 17.30.

Indirizzo: via Dante Alighieri 2/A, 48121 Ravenna, www.vivadante.it / Orari di apertura: dall’1 aprile al 31 ottobre martedì – domenica e festivi (chiuso il lunedì e il 25 dicembre) dalle 10 alle 17.30; dall’1 novembre al 31 marzo martedì – domenica e festivi (chiuso il lunedì) dalle 10 alle 16.30 (1 gennaio dalle 13 alle 16.30) / Modalità di accesso: al Museo si accede previa prenotazione telefonica allo 0544 215676 o tramite mail museodanteravenna@ravennantica.org / Biglietto: intero 3 euro, ridotto 2

Museo Dante
Museo Dante

MUSEO DANTE RAVENNA – LA SCHEDA TECNICA

IL LUOGO – Il museo sorge all’interno del complesso conventuale francescano di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna negli spazi al primo piano posti sul lato ovest dell’edificio che si affacciano sull’attigua Tomba di Dante. Accanto trovano sede la Biblioteca e il Centro Dantesco dei frati minori conventuali.

DAL MUSEO DANTESCO AL MUSEO DANTE – Nato nel 1921 dall’idea dell’illustre ravennate Corrado Ricci, il museo Dantesco comunale si configurava inizialmente come il deposito dei cimeli comunali danteschi, le targhe e gli oggetti offerti un po’ da tutto il mondo in occasione delle celebrazioni del 1908 e del 1921. Il museo, affiancato prima dall’esposizione delle collezioni e negli ultimi anni da una sezione didattica a cura del Centro dantesco, è stato oggetto negli anni di diverse risistemazioni. Una Convenzione del novembre 2018 ha disciplinato il riallestimento e la definizione del modello di gestione del Nuovo Museo Dante e ha sancito la condivisione istituzionale tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna proprietaria del prestigioso complesso monumentale, il Centro Dantesco e il Comune di Ravenna. Un Comitato Scientifico, composto da Maurizio Tarantino, direttore della Biblioteca Classense, Domenico de Martino direttore artistico del festival “Dante 2021” e Giuseppe Ledda, insigne dantista dell’Università di Bologna, ha quindi tracciato, condividendo prospettive di studio e questioni di accessibilità, un progetto scientifico di riallestimento che, ispirato alle moderne tecniche museali, restituisce la pluralità e l’universalità dell’opera dantesca e nel contempo la profonda relazione tra la città e il suo poeta.

LA DESCRIZIONE – Il museo propone un viaggio attraverso le opere e i giorni, la vita e la memoria del poeta più conosciuto al mondo. Un percorso immersivo ed emozionale, tra storia e immagini, per fare esperienza e conoscenza di dell’avventura umana, della vicenda artistica, della Commedia e della successiva fortuna. Si tratta certamente di un’esperienza che coinvolge il visitatore con modalità immersiva e con un’offerta di contenuti che possono essere modulati rispetto alle necessità della fruizione, ma viene mantenuta con grande rispetto l’attenzione al patrimonio e agli aspetti puntuali dei contenuti. Si cerca infatti di dare ad un pubblico internazionale e variegato un’esperienza “emozionale”, ma anche “cognitiva”; con un uso ragionato dell’interattività e della multimedialità per raccontare la vita e l’opera di Dante, e una presenza significativa di reperti e oggetti di grande suggestione, come la cassetta in cui i frati nascosero le ossa, e l’arca in cui furono esposte nel 1865, dopo il loro fortuito ritrovamento.

SALA 1 – SALA DEL TEMPO -La prima sala introduce il visitatore nella vita e nell’opera dantesca. La vita di Dante è misteriosa, pochi sono i documenti, ancora più esigue le tracce materiali, nemmeno un rigo, vergato dalla sua mano, ci è pervenuto e zone intere della sua esistenza sono inaccessibili. Di Dante ci parla la sua opera ricca di personaggi, di narrazioni, di riflessioni, di luoghi e paesaggi. Un’ideale linea del tempo offre la ricostruzione di un’epoca nella sua complessità, tiene insieme così vicende biografiche, avvenimenti storici, letture e incontri.

Museo Dante

SALA 2 – SALA DEL VOLTO – La seconda sala tratta il tema della descrizione fisica del poeta. Primo di tutti a fornire lo stereotipo per l’iconografia dantesca fu Boccaccio: egli non lo aveva mai visto di persona, ma ne aveva ricavato l’aspetto dai racconti di coloro che dicevano di averlo incontrato. Nel Trattatello in laude di Dante si trova così una descrizione talmente famosa da essere stata tradotta in numerosissime lingue. Da essa discende una singolare e straordinaria fortuna dell’iconografia del volto del poeta, forse il più riconoscibile del mondo. Alla riproduzione dei monumenti dedicati a Dante di Firenze, scolpito da Enrico Pazzi, di Madrid opera di Angelo Biancini, e di New York di Ettore Ximenes fa da contrappunto la descrizione ricavata dal Trattatello in laude di Dante nelle principali lingue.

SALA 3 – SALA DI MONTEVIDEO – La Sala di Montevideo rappresenta una delle sale più suggestive del Museo. Restaurata nel 1989, non ha subito alcuna modifica dal 1921, anno in cui ne è stata realizzata la decorazione. La sala deve il proprio nome al fatto che le spese per la decorazione pittorica vennero sostenute dagli emigranti italiani di Montevideo e dalla Società Dante Alighieri della capitale uruguaiana, che vollero così partecipare alle celebrazioni per il VI Centenario della morte di Dante. La sala conserva appese alle pareti le ghirlande che associazioni italiane ed estere vollero donare in quella occasione, a testimonianza di una partecipata e numerosa adesione alle onoranze. Nelle vetrine l’omaggio in oro dei cittadini di Fiume nel 1921 e le medaglie commemorative, coniate in occasione del VI Centenario della morte del poeta.

SALE 4 – 5 – SALE DEL CULTO – Le sale espongono gli oggetti della collezione comunale. All’interno sono esposte le testimonianze della vicenda complessa e per certi aspetti avventurosa della sepoltura di Dante. Gli oggetti fanno parte di una più ampia raccolta di cimeli che, a partire dal 1921, sono stati raccolti per dare conto del culto di Dante. Tra questi ricordiamo la cassetta in legno d’abete che contenne le spoglie di Dante dal 1677 al 1865, anno del suo ritrovamento, e l’arca di legno realizzata per l’esposizione delle spoglie del poeta in occasione del VI centenario della sua nascita (1865).

SALA 6 – SALA DELLA FAMA – Sala video. La fortuna popolare di Dante, il successo della sua opera, inizia nel Trecento e giunge fino ai giorni nostri. La maggior parte delle parole che usiamo è già presente nella Commedia e i suoi versi più celebri, entrati nel linguaggio comune degli italiani, sono stati riprodotti negli almanacchi e nei calendari, nei poster e nelle magliette; li vediamo scritti nei muri; li riconosciamo nelle pubblicità e nelle canzoni. L’immagine del poeta è divenuta un’icona internazionale, dai monumenti nelle piazze, alla miriade di oggetti che la riproducono. Le storie e i personaggi del poema, soprattutto le atmosfere infernali, hanno generato le più svariate manifestazioni creative. La Commedia, tradotta in un centinaio di lingue, si è diffusa attraverso migliaia di edizioni popolari illustrate, commenti e riassunti, riduzioni cinematografiche e parodie televisive, album di figurine, giochi da tavolo, storie a fumetti e cartoni animati.

SALE 7-8-9 – SALE DELLA COMMEDIA – Sale immersive che presentano un viaggio nelle tre cantiche della Divina Commedia. Attraverso l’ascolto dei versi e una speciale visione delle immagini che da essi sono state generate è possibile addentrarsi nei tre regni oltremondani, per fare esperienza della narrazione di Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Museo Dante
Museo Dante
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