Concluse le sette tappe di Dante Esule, progetto fotografico del ravennate Giampiero Corelli foto

Ė stato un lungo viaggio: sette tappe di Dante Esule – Percorso contemporaneo, il progetto fotografico ideato dal fotoreporter ravennate Giampiero Corelli nel 2015, che ha “imbevuto” la parola esilio nelle acque della quotidianità, degli esili e degli esiliati del mondo moderno.

Nell’anno delle celebrazioni del VII centenario della morte di Dante Alighieri, si chiude il cerchio di una esperienza protrattasi per sette edizioni, con una mostra che affianca, ad una significativa collezione delle immagini delle edizioni passate, un nuovo ed ultimativo tassello inevitabilmente ispirato all’epoca del grande esilio collettivo imposto dall’emergenza sanitaria del Covid19.

Sarà inaugurata sabato 22 marzo (ore 17,30) alla Darsena di città (via Luciano Cavalcoli, c/o il Darsenale) la mostra “Il lungo viaggio” -l’essilio che m’è dato onor mi tegno-, una installazione fotografica che sarà visibile sulle pareti esterne adiacenti al Darsenale, facenti parte dell’edificio di proprietà dell’immobiliare Classe Alta della famiglia Baldini.

Il progetto sarà presentato nel corso del pomeriggio di sabato con un evento che si articolerà in alcuni momenti musicali con il DJ set degli artisti HollySpleef (Paradiso), Mitch B (Purgatorio) e Ada Rey (Inferno) e un intervento del gruppo di danza contemporanea e teatrodanza Di Terra e di Tulle a cura di Marinella Freschi, con Camilla Camurani, Francesca Cavina, Patrizia Ciafardini, Matilde Liguori, Anna Muccinelli, Margherita Pozzi, Elisa Stivari, Lucrezia Zaccherini. Sarà inoltre proiettato il video, realizzato dal filmaker Massimo Salvucci, “L’essilio che m’è dato onor mi tegno”.

Il viaggio fotografico di quest’anno di Dante Esule è partito da un movimento all’indietro: un ritorno nei luoghi danteschi già attraversati in passato, nelle piazze delle città di Ravenna, Firenze, Verona, Mantova e Trento, intorno alle sagome dei monumenti al Sommo Poeta, ritrovate questa volta solitarie e silenti, immerse nei “vuoti” della pandemia: segni narranti di un tempo sospeso, esiliato a se stesso.

Si conclude così un affresco composito, che ha «fatto “precipitare” l’eredità dantesca nella realtà del nostro tempo: negli esuli di oggi e nel nostro essere esuli comunque, nel grande e misterioso viaggio della vita» annota Domenico De Martino, direttore artistico di Dante 2021, nel proprio contributo al prezioso cofanetto edito per l’occasione e che raccoglie anche i più significativi testi (a firma di scrittori, studiosi, sociologi, giornalisti, artisti) ed alcune riproduzioni fotografiche delle passate edizioni di Dante Esule – Percorso contemporaneo.

Attraverso una singolare lettura della Commedia, Dante Esule – Percorso contemporaneo ha intessuto nel corso delle sue sette edizioni tessere che hanno raccontato i volti dei migranti, ma anche, e ben prima del clamore mediatico, il “laboratorio” di Riace. È passato attraverso una “versione” ecologica del concetto di esilio, quindi ha rivolto l’attenzione al tragico tema dei femminicidi, e poi agli “esuli” per scelta andati a scovare nei territori danteschi della Romagna, infine a quella forma particolare di ritiro sociale degli adolescenti di oggi, indicati con la parola giapponese Hikikomori. È stato anche un viaggio fisico, un attraversare luoghi e geografie diverse. Da Ravenna alla Calabria, dalla Toscana alla Campania, dal Trentino all’Umbria, dal Veneto alla Sicilia.

Dante esule 2021 – Il lungo viaggio fa parte del programma Viva Dante 1321 – 2021 del Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura. Si avvale del patrocinio e del contributo del Comune di Ravenna, e del patrocinio del Comune di  Bagnacavallo. E’ stato realizzato grazie agli sponsor Romagna Acque – Società delle Fonti, CNA, Confcommercio, TCR e Sapir, Mac Port, Darsenale – Bizantina Brewpub, Emanuela – La calzatura italiana dal 1966. Si ringrazia Vitaliana Pantini per la preziosa collaborazione.