Cotignola. Il Premio Cotogno assegnato alla memoria di Luigi Varoli, artista ed educatore, fondò la Scuola Arti e Mestieri

Il gruppo “Amici del cenacolo” di Cotignola, formato da amici dell’artista Enzo Babini, ha assegnato il tradizionale Premio Cotogno alla memoria del professor Luigi Varoli. La cerimonia di consegna si è tenuta sabato 22 maggio nella sala consiliare del municipio, alla presenza dell’Amministrazione comunale e dei componenti dell’associazione. Pittore, scultore, ceramista, nonché musicista ed educatore, nel 1922 Varoli fondò la Scuola Arti e Mestieri di Cotignola.

Il premio viene consegnato dal 2001 a cittadini, associazioni, enti e aziende di Cotignola che si siano distinti per l’impegno civile e per la qualità della propria attività e del lavoro svolto. L’opera, unica e originale, è realizzata da Enzo Babini ed è composta da una zolla della terra di Romagna e da una mela cotogna, storico simbolo della città di Cotignola.

“Uomo di forte personalità, carisma e raffinata intelligenza – si legge nelle motivazioni del riconoscimento -. Insignito del titolo di Giusto tra le nazioni per il suo impegno civile e umanitario dal 1943 al 1945. Diversi suoi allievi seppero imporsi e lasciare un profondo segno nel panorama della ricerca artistica e contemporanea. Ora la Scuola Arti e Mestieri, da lui fondata, è di tutta la comunità; a noi è dato il dono e la responsabilità di custodirla come un prezioso tesoro. Luigi Varoli, con il suo insegnamento e il suo esempio, ci lascia un bel ricordo, anche questo è educare. Un buon ricordo può salvare tutta un’esistenza”.

“Condivido il messaggio espresso dalle motivazioni del premio – ha dichiarato il sindaco di Cotignola Luca Piovaccari -. Dopo ogni guerra c’è la necessità di ricostruire anche le relazioni tra le persone, e questo lo vediamo anche oggi con la pandemia che per alcuni aspetti assomiglia a una guerra. La cultura in questo costituisce il principale collante da cui ripartire, perché tiene insieme la nostra identità e le nostre radici. Luigi Varoli è stato un ricostruttore della nostra comunità; ringrazio gli Amici del cenacolo per questo riconoscimento che ci teniamo ben stretto: un segnale di speranza, vista la situazione attuale e la necessità di riannodare i fili del nostro tessuto sociale”.