“Blu di Persia con donne in nero” di Pier Giorgio Carloni: un libro di parole e immagini sull’Iran, per chi ama il viaggio e per chi ora può farlo solo con la mente

Ci sono momenti in cui i libri e i racconti di viaggio assumono un significato particolare. Per esempio, quando ci si accapiglia per alzare muri anziché costruire ponti fra popoli e culture diverse. Oppure, quando un virus malefico blocca mezzo mondo e impedisce alle persone di spostarsi in sicurezza e senza troppe complicazioni. Perché non è che tutti i viaggi debbano per forza essere viaggi avventurosi, al limite del rischio, per risultare affascinanti ed emozionanti.

Per chi ama viaggiare, anche con la mente, per chi spera di tornare a viaggiare con guide e bagagli, per chi immagina ponti con altri mondi, popoli e culture arriva nelle librerie in questi giorni il secondo lavoro di Pier Giorgio Carloni dal titolo “Blu di Persia con donne in nero. Sotto un lembo di velo, i colori dell’Iran” per la collana Gaia Musa delle Edizioni del Girasole. Un racconto di viaggio raccolto in un volume elegante di 128 pagine (20,00 Euro il prezzo di copertina) in formato quadrato, diviso esattamente in due parti: 64 pagine più o meno di testo o, meglio, racconto, e 64 pagine di foto a colori scattate dallo stesso autore durante il suo viaggio, effettuato alcuni anni fa.

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Come per il suo precedente lavoro di 4 anni fa – “Fantasmi rossi enigmi arancioni. La presenza di Angkor” sempre per le Edizioni del Girasole – anche in questa occasione il racconto di viaggio di Pier Giorgio Carloni diventa occasione e pretesto per digressioni di carattere storico, politico, religioso, sociologico, in particolare sul rapporto fra Occidente e Islam e sulla condizione delle donne in Iran e nel mondo dove prevale il credo del Corano. Non mancano i passaggi più intimi, in cui l’autore racconta di sé, della sua vita e della sua famiglia. Perché la dimensione del viaggio in un qualsiasi altrove scatena sempre anche un viaggio interiore che scava nelle viscere dell’esistenza.

Sul retro di copertina ecco il testo che riassume l’essenza di questo lavoro: “C’è il blu delle moschee e del cielo di Persia. Quel blu che risplende in mille sfumature sulle maioliche di Isfahan e fra le colonne di Persepoli. C’è il nero che accende gli occhi delle donne e spegne le loro forme. E poi ci sono tutti gli altri colori. Il verde dell’Islam. Il rosa e il giallo dei tappeti. L’argilla dei muri di Yazd. L’ocra delle città morte. Il rosso delle dune di Mesr. È un Iran che rifulge di bellezza e colpisce per le sue contraddizioni. Difficile da capire e raccontare, perché ci dividono secoli di incomprensioni e diffidenze, dalle Termopili a Khomeini. L’Iran ti cattura e si fa amare, ti fa intenerire e allo stesso tempo arrabbiare, non ti lascia mai indifferente. La doppia lettura di questo lavoro – testuale e fotografica – è un viaggio fra immagini, storie, personaggi, leggende del passato che si confondono con il presente. A volte protagonista è la Storia, con i suoi continui intrecci fra Oriente e Occidente. In altre occasioni è la vita dei protagonisti a prendere il sopravvento. Perché ogni viaggio di scoperta e, prima di tutto, un viaggio dell’anima.”

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“Blu di Persia con donne in nero. Sotto un lembo di velo, i colori dell’Iran” è suddiviso in 6 capitoli. Le Guerre Persiane dalle Termopili a Soraya: in cui l’autore introduce l’Iran prima dell’Iran, cioè prima del viaggio vero e proprio. Il ragazzo di Isfahan e il pacco dell’ospitalità racconta invece di una singolare vicenda che capita all’autore e al suo compagno di viaggio nell’impatto con la realtà iraniana e facendo i conti con la leggendaria ospitalità dei persiani, non senza sorprese.

Il capitolo I giardini di pietra e le ragazze di Nafisi dice delle magnifiche moschee di Isfahan raccontate con riferimenti allo storico dell’arte Cesare Brandi e delle donne persiane attraverso le parole del romanzo Leggere Lolita a Teheran della famosa scrittrice iraniana Azar Nafisi, che nel 1997 lasciò il suo paese dominato dai khomeinisti. Le pagine de La solitudine di Ciro e l’ira di Alessandro sono dedicate a Shiraz e in particolare al rapporto con la Persia antica, i miti persiani a partire da Ciro il Grande oltre che quello del conquistatore Alessandro Magno, nello splendido scenario di Pasargade prima e Persepoli poi.

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Le sentinelle del vento e le stelle del deserto è il racconto del soggiorno nella magnifica città di Yazd e di una escursione nel deserto del Kavir fino a Mesr. Infine La febbre dell’addio e le madonne di Yazd descrive in poche battute gli ultimi momenti in terra iraniana. Il settimo capitolo è quello delle 64 foto a colori, stampate su fondo nero, raccolte tutte nella parte centrale del volume, con una attenta selezione di luoghi simbolo e di scatti rubati, in particolare alle donne iraniane.

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Pier Giorgio Carloni è nato a Russi (Ravenna) nel 1956. Per quattro anni dal 1984 al 1988 ha diretto il settimanale locale “Il Nuovo Ravennate”’ e nel 1992 ha fondato l’altro settimanale ravennate “Qui”. Dal 1993 è copy e direttore creativo presso l’Agenzia Pubblicitaria Tuttifrutti di Ravenna. Dal 2013 collabora al network d’informazione online Ravennanotizie, che comprende otto testate locali della Romagna. Nel tempo libero ama viaggiare e fotografare. Per le Edizioni del Girasole ha pubblicato nel 2017 “Fantasmi rossi enigmi arancioni”.

DOVE TROVARLO

“Blu di Persia con donne in nero. Sotto un lembo di velo, i colori dell’Iran”

di Pier Giorgio Carloni

Edizioni del Girasole

128 pagine / 24×24 cm / 20,00 Euro

Nelle librerie di Ravenna, su Amazon e Ibs

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