Vasi feriti. Alla Galleria FaroArte di Marina di Ravenna, la personale di Silvano D’Ambrosio a cura di Claudio Spadoni

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Inaugura domenica 1 maggio alle 17, alla Galleria FaroArte di Marina di Ravenna, la mostra personale “Vasi feriti” di Silvano D’Ambrosio a cura di Claudio Spadoni  (Apertura: Dal 1 al 29 maggio 2022 – sabato e domenica ore 10.00-12.30- 15,30/18,30)

D’Ambrosio Silvano, nato in Francia nel 1951, dove è recentemente tornato. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Ravenna seguendo soprattutto i corsi di incisione tenuti da Tono Zancanaro nel biennio 1974-76. A Forlì, negli anni Ottanta, è ispiratore del gruppo Eclissi che avvia localmente un forte dibattito teorico sull’arte ed è vicino ad artisti come Enrico Lombardi, Alberto Mingotti, Marco Neri e Stefano Gattelli coi quali partecipa alle vicende della neo-figurazione.

Il gruppo espone nel 1985 a  Bologna, nel 1987 a Washington, nel 1988 a New York e nel 1990 a Venezia. Nel 1996 la Comunità Europea organizza una mostra collettiva del gruppo al Centre Slbert Borschette di Bruxelles. L’esposizione personale alla Galleria il Polittico di Roma nel 1996 apre una lunga serie di mostre personali e collettive, nazionali ed internazionali: Grenoble, Lione, Lisbona, Beyrouth, Il Cairo, Torino, Belgrado, Sana’s, Brisbane, Melbourne e Roma del 1998.

Nel 1999 partecipa alla XII Quadriennale di Roma e nel 2000 a “La pittura ritrovata 1978-1998” al Museo del Risorgimento a Roma. Nel 2001 espone al PAC di Milano e nel 2002 e nel 2003 a Palazzo Reale di Milano con le  mostre “Sui generis – La ridefinizione del genere nella nuova arte italiana” e “Tutto l’odio del mondo”. Nel 2007 sempre a Palazzo Reale di Milano, partecipa alla collettiva “Arte Italiana 1968-2007 dedicata alla pittura.

“…La visionarietà di D’Ambrosio non si traduce mai in una speculazione sulle proprietà dell’immagine, sulle convenzioni del linguaggio, sugli inganni della percezione – spiega Claudio Spadoni, curatore della mostra – . L’improbabilità della visione qui porta invece al cuore della realtà, che sarà dunque una realtà parzialmente nascosta, ‘altra’.  Ancora un vaso con ramoscelli e foglie sta sul ben noto parapetto che questa volta si direbbe il davanzale di una  finestra spalancata su un paesaggio serotino, Il quadro è in effetti, come vorrebbe la convenzione, una finestra aperta su una porzione di realtà. Nessun velo sfuoca la visione, la l’atmosfera quasi apocalittica che domina sulla distesa sconfinata che si apre dal davanzale, equivale ad un viraggio in una condizione del vedere ancora più misteriosa e sfuggente di un’immagine velata. E se il pittore ci parla di albero della conoscenza, s’intende bene che si riferisce a qualcosa che riguarda in primo luogo la pittura, al suo particolare dominio sul visibile, al particolare sapere che è nei suoi rituali, e dunque al suo potere di rivelare o. letteralmente, di svelare. …” .

L’esposizione è organizzata da Capit Ravenna, in collaborazione con la Pro Loco Marina di Ravenna – Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna ed ha ricevuto il patrocinio di Regione Emilia Romagna – Comune di Ravenna  Assessorato alla Cultura

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