Faenza. Il Palazzo del Podestà riapre dopo 40 anni: la Sala dell’Arengo ospiterà mostre ed eventi foto

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Ormai è questione di pochi giorni: dal prossimo giovedì 1 settembre i cittadini di Faenza potranno tornare a frequentare la Sala dell’Arengo del Palazzo del Podestà, rimasta chiusa per oltre quattro decenni. E’ praticamente terminato il percorso di riqualificazione della porzione storica dell’edificio ufficialmente denominato “Palazzo Comunale” ma comunemente detto “del Podestà”, che si erge di fronte a Palazzo Manfredi (sede del Comune) in Piazza del Popolo e che dall’altra parte caratterizza Piazza Martiri della Libertà: quella che molti faentini, ingenerosamente nei confronti dei Martiri della Libertà, continuano impropriamente a chiamare “Piazza delle Erbe”, spazio bruttino che si caratterizza per essere il più importante parcheggio del centro storico e per ospitare tre volte alla settimana le bancarelle del mercato ambulante, e che “piazza” non era, visto che per crearla nel 1938 venne raso al suolo un intero quartiere, degradato, con la contemporanea sparizione di diverse strade, tra cui Via Beccherie che si apriva allo sbocco del Voltone del Podestà che collega le due attuali piazze.

Palazzo del podestà Faenza
Palazzo del Podestà visto da Piazza del Popolo
1 Il Palazzo del Podestà visto da Piazza del Popolo;

Questa mattina la riqualificata Sala dell’Arengo è stata presentata in anteprima agli organi d’informazione, ai rappresentanti delle categorie economiche di Faenza e a quanti hanno dato un contributo alla rinascita del prestigioso spazio: a fare da padroni di casa c’erano il sindaco Massimo Isola e l’assessora al bilancio e ai lavori pubblici Milena Barzaglia, affiancati dalla dirigente del Settore lavori pubblici Patrizia Barchi e all’architetto Claudio Coveri del medesimo Settore; tra gli ospiti di primo piano erano presenti l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini e la presidente della Commissione Politiche economiche dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Manuela Rontini, oltre a vari componenti la giunta comunale di Faenza.

“La Sala sarà riconsegnata ai cittadini l’1 settembre alle 18.30, quando si apriranno due mostre nell’ambito di Argillà Italia 2022 – ha precisato il primo cittadino -, poi sarà utilizzata in occasione del Mei e del Post. Si va concludendo un percorso che ha preso il via nel 2015 e che ci permette di riavere uno spazio fondamentale per Faenza: uno di quei luoghi che raccontano la storia e che fu anche teatro prima della costruzione del ‘Masini’”.

La Sala Arengo riqualificata
2, 3, 4 La Sala dell’Arengo riqualificata

La gestione della Sala dell’Arengo e dei locali contigui, che anni addietro furono sede della Scuola Comunale di Musica “Giuseppe Sarti” oggi ben insediata nel complesso ex-Salesiani, è affidata da subito all’Assessorato alla Cultura del Comune, poi si pensa che dovrà trascorrere almeno un anno prima che venga emanato un apposito bando per la gestione a un soggetto terzo. La “costruzione” del bando dovrà tenere conto della quantità e della qualità dell’utilizzo e soprattutto dei costi di esercizio, oggi difficilmente valutabili soprattutto alla luce dei rincari dell’energia. I locali sono serviti da corrente elettrica e gas metano: in particolare la Sala dell’Arengo è totalmente affidata all’elettricità sia per l’illuminazione sia per la climatizzazione, con riscaldamento a pavimento Sul lato corto dalla parte della Torre Civica la Sala è “accorciata” di una decina di metri: dietro la parete “aggiunta” dove è collocato un maxischermo a proiezione in alta definizione d’immagine è stato sistemato il poderoso impianto che potrà assicurare riscaldamento e raffrescamento.

Va detto che la reale dimensione del Palazzo del Podestà è completamente apprezzabile da Piazza Martiri della Libertà; visto da Piazza del Popolo è quello che svetta accanto alla Torre Civica con il coperto circondato da merli in mattoni, mentre loggia e portico proseguono in parallelo a quelli di Palazzo Manfredi di fronte a edifici datati ma non “storici”; è da aggiungere che il Comune di Faenza è proprietario della parte “alta” del palazzo, ossia dal primo piano, dove si trova l’Arengo, al tetto, ma non della parte al piano terra, dove ci sono diversi negozi che si affacciano su Piazza del Popolo.

Milena Barzaglia, Massimo Isola, Andrea Corsini, Patrizia Barchi, Claudio Coveri
Milena Barzaglia, Massimo Isola, Andrea Corsini, Patrizia Barchi, Claudio Coveri

Per arrivare al “traguardo” si è sfiorata finora la somma di due milioni di euro: per il primo stralcio di lavori sono stati spesi 1.480.000 di euro pagati per metà dal Comune di Faenza e per metà dalla Regione Emilia-Romagna; per il secondo, dedicato alle opere di completamento anche sui particolari, 470.000 euro tutti a carico del Comune. E’ inoltre in previsione la spesa di mezzo milione di euro per la riqualificazione dell’area esterna al Palazzo del Podestà.

E’ stato durante il secondo mandato del sindaco Giovanni Malpezzi, nel 2015, che ha preso corpo l’idea di restituire il Palazzo del Podestà ai faentini: ad affiancarlo l’allora assessora ai lavori pubblici Claudia Zivieri e lo stesso Massimo Isola, nel ruolo di vicesindaco e assessore alla cultura. La Regione Emilia-Romagna, dal 2016, ha fatto la sua parte mettendo a disposizione 740.000 euro del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (F.E.S.R.) all’interno del Programma Operativo Regionale (P.O.R.) che è lo strumento di programmazione predisposto dalla Regione ai fini dell’attuazione della programmazione comunitaria.

La Torre con la scala per l’uscita di sicurezza
palazzo podestà La Torre con la scala per l’uscita di sicurezza

Nel 2017 fu avviato il primo cantiere di consolidamento strutturale, nel 2019 partì il secondo cantiere dedicato ai locali dell’ex-Scuola di Musica, nel 2020 iniziarono le opere per la costruzione della “Torre” con ricopertura “a grattugia” che garantisce l’uscita di sicurezza, senza la quale la Sala dell’Arengo non avrebbe potuto essere utilizzata: poco apprezzata dal punto di vista estetico da intenditori fasulli, è collocata in Piazza Martiri della Libertà e va a prendere il posto dell’antica “Torre Vecchia” che fino al 1770, quando fu abbattuta per problemi strutturali, svettava anche sopra al Palazzo. Nel 2021 hanno preso il via i lavori di rifinitura e il 2022 è stato caratterizzato dalla realizzazione della teca d’ingresso all’esterno.

Non sono mancati da parte di Isola i ringraziamenti alla Soprintendenza ai Beni architettonici di Ravenna, che non ha mai fatto mancare consulenza e sostegno, e al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco per il contributo a mettere in totale sicurezza l’antico edificio.

Ex Scuola di Musica con gli stemmi dei Podestà
faenza palazzo podestà I rinnovati locali dell’ex Scuola di Musica con gli stemmi dei Podestà

La costruzione del Palazzo Comunale (detto “del Podestà) di forme romaniche è compresa tra il 1157 e il 1256; al dodicesimo secolo risalgono i capitelli romanici in “spungone” scolpiti a motivi zoomorfi e antropomorfi, oggetto di un restauro conservativo promosso dalla Pro Loco nel 2015. La Sala dell’Arengo, fu prima luogo di assemblee, poi teatro, magazzino e anche palestra di allenamento per gli atleti della Cisa Audax Lotta. Quando sarà riaperto vi potranno trovare posto 360 persone a visitare le mostre e 198 per assistere a pubblici spettacoli. L’accesso principale resta quello di sempre al civico 1 di Piazza Martiri della Libertà tramite la scala che porta alla loggetta che fu realizzata un secolo fa.

Nella parte dell’ex Scuola di Musica è collocata la piattaforma elevatrice; negli ampi locali a lato della Sala dovrebbe trovare posto un bar con particolari caratteristiche incentrate su prodotti tipici del territorio.

Di Rodolfo Cacciari

 (Video e fotogallery di Gianni Zampaglione)

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Commenti

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  1. Scritto da Stefano Saviotti

    Spettabile Redazione,
    mi sembra cosa non delicata definire “intenditore fasullo” chi ha espresso un parere negativo sulla scala nuova. La Costituzione di questo Paese garantisce a tutti la libertà di opinione (anche sui pareri estetici) e nessuno può essere costretto ad apprezzare per forza un nuovo edificio, anche se fatto per pubblica utilità. A me la scala non piace, non l’ho detto in pubblico finora ma la Legge mi dà la facoltà di farlo. Se però un articolo si mette a schernire chi non apprezza l’estetica governativa, sembra di rivedere quei tempi che a parole tutti temono che possano presto ritornare. Spero che questa caduta di stile resti un episodio isolato. Con stima