Ravenna Festival: l’omaggio a Stockhausen nel decennale dalla sua scomparsa

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Oggi, martedì 6 giugno alle 21, alle Artificerie Almagià, a dieci anni dalla morte di Karlheinz Stockhausen, Ravenna Festival ne celebra la geniale e visionaria inventiva mettendo in scena il suo “Harlekin”, l’inconsueta pièce composta nel 1975 per quello che potremmo definire un “clarinetto danzante”, in questa occasione affidata al talento di Roberta Gottardi.

 

Del resto, in questa XXVIII edizione dedicata alla Rivoluzione e, inevitabilmente, alle rivoluzioni in musica non poteva mancare questo gigante del Novecento lanciato alla scoperta di nuovi mondi sonori, capace di liberarsi da ogni vincolo con la tradizione e di sperimentare le soluzioni più radicali. Spesso mettendo a dura prova gli interpreti.

Come accade appunto in “Harlekin”, in cui il clarinettista, unico musicista in scena, deve al tempo stesso dar prova di mimo e di danzatore, perché in questo monologo di circa 45 minuti musica e danza sono elementi indissolubili, indispensabili l’uno all’altro, in un continuo rifrangersi di senso. Ruolo che, appunto, solo una vera e propria “specialista” può assumersi. Roberta Gottardi può dirsi infatti interprete di riferimento di questa pièce: l’ha approfondita studiando con Suzanne Stephens, dedicataria e prima interprete, vi ha lavorato a stretto contatto con l’autore, aggiudicandosi anche il primo premio al concorso indetto dalla Fondazione Stockhausen (nel 2001), poi l’ha più e più volte interpretata e ripercorsa con successo con tale intensità da poterne insegnare i segreti.

Musica, danza, mimo riassunti in un unico gesto, che sembra compendiare la “poetica” del suo autore – del resto fu lo stesso Stockhausen a sottolineare come tutte le composizioni fossero per lui veri e propri pezzi teatrali. Harlekin esprime l’essenza più nascosta e profonda dell’antica maschera della commedia dell’arte: unico protagonista sulla scena, riversa il proprio io nella musica e nel linguaggio del corpo, trasformandosi da “messaggero di sogni”, che si muove in cerchi con un movimento a spirale discendente, per poi diventare un “giocoso costruttore” che nel registro più scuro dello strumento si avvicina al pubblico. Poi via via, si trasforma insieme alla musica stessa fin quasi a perdere l’originaria fisionomia musicale, che riemerge nel finale – la spirale – recupero in extremis della propria identità trasformata.

Info e prevendite:

0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: 12 euro (ridotto 10)
‘I giovani al festival’: fino 18 anni e universitari 5 euro

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