Festival Dante2021. Incontri, spettacoli e visite guidate: il programma di venerdì 14 settembre

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Un intenso e vario programma attende il pubblico di Dante2021 – quel pubblico che di anno in anno cresce nei numeri quanto nella consapevolezza dell’importanza del lascito dantesco – venerdì 14 settembre, con cinque appuntamenti che accompagnano l’intero arco della giornata e fanno tappa in quattro luoghi chiave della Ravenna “dantesca”.

Alle 11, nella storica Sala dantesca della Biblioteca Classense, si affronterà uno dei temi più ricorrenti nel recente dibattito culturale, naturalmente in prospettiva dantesca: il valore dell’eredità classica della cultura latina e greca. Con la guida di Claudia Arletti del Venerdì di Repubblica si discuterà Nelle lingue classiche le chiavi della complessità (Un preavviso di Dante): non solo chi conosce latino e greco acquisisce maggiori competenze in italiano, nel lessico e nella struttura grammaticale, ma la complessità, caratteristica fondamentale e ardua della civiltà contemporanea, trova chiavi interpretative e possibilità di dominio proprio nelle lingue classiche.

Accanto a Francesco Sabatini, già docente dell’Università di Roma Tre e presidente onorario dell’Accademia della Crusca (di cui è stato presidente effettivo dal 2000 al 2008) e ormai notissimo volto della televisione come protagonista del Pronto soccorso linguistico in onda la domenica all’interno di Unomattina (RAI 1), lo storico della lingua Paolo D’Achille (Università Roma3, direttore della «Crusca per voi»), il classicista Gianfranco Agosti (La Sapienza di Roma) e il lessicologo Cosimo Burgassi (Opera del Vocabolario CNR).

Alle 11 e alle 16 si rinnova lo speciale percorso di visita-spettacolo che accompagna il pubblico nella “zona del silenzio” tra Tomba del Poeta, Quadrarco di Braccioforte e Basilica di San Francesco: Dante e altri tesori nascosti parte dai Chiostri Francescani con la guida di Alessandro Libertini e Véronique Nah della Compagnia teatrale Piccoli Principi. La prenotazione è obbligatoria (biglietteria del Museo Dantesco ai Chiostri Francescani e 0544 215676).

Alle 17 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri, sotto il riferimento dantesco «Europa dolce carco» (Paradiso XXVII, v. 84), il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, sottolineando con la sua presenza il rilievo internazionale della figura e dell’opera dantesca, discuterà le attuali e complesse prospettive europee, culturali e sociali, con Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana e del Gruppo La Cassa di Ravenna; coordinerà l’incontro Paolo Giacomin, direttore di QN Il Resto del Carlino – Il Giorno – La Nazione. Una conversazione che rinnova, al più alto livello, la ormai consolidata “tradizione” del Festival di presentare incontri, ispirati a suggerimenti danteschi, con dialoghi fra Antonio Patuelli e protagonisti delle istituzioni e del giornalismo: negli scorsi anni i dialoghi danteschi si sono sviluppati con Ferruccio de Bortoli, Stefano Folli e Maurizio Molinari. E’ in questo percorso che si inserisce anche, sabato 15 alle 16.30 ai Chiostri, l’intervento del Presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick che sottolineerà come vi siano elementi di raccordo tra l’eredità dantesca e il testo fondante della nostra Repubblica.

Alle 21 si ritorna nei Chiostri Francescani per L’ultimo incontro (Dante e Francesca), una pièce firmata dallo scrittore fiorentino Marco Vichi, premio Scerbanenco e creatore del notissimo commissario Bordelli, ma anche di testi più rarefatti e riflessivi come Il console. La regia di questa novità, realizzata in prima nazionale per Dante2021 (in collaborazione con il Teatro della Toscana – Teatro nazionale), è di Antonio Frazzi, anche adattatore del testo; protagonista, Andrea Giordana.

L’esperienza del regista, cinematografica e televisiva, oltre che teatrale (di lui si ricordano tra le altre le fiction su Don Milani, Falcone, la strage di Marcinelle, ma anche la serie televisiva del Commissario De Luca) si manifesta nelle scelte di fondo: «nei luoghi magici dei Chiostri francescani, adiacenti alla Tomba di Dante, vogliamo far emergere la figura del Poeta uomo e scrittore; cercheremo di utilizzare luci, suoni e musica, quasi come in una contemporanea partitura per il cinema, per condurre, per magia, appunto, lo spettatore dentro la memoria e la mente del Poeta».

Andrea Giordana è stato il volto, indimenticabile, del Conte di Montecristo ed è una delle presenze più amate del teatro e della televisione italiana. In questo caso si calerà nella materia dantesca, assecondando il testo di Vichi che, come spiega l’autore stesso, racconta «come i sommi poeti – così come i grandi scrittori – siano capaci di trasformare ogni vicenda personale e quotidiana in arte sublime e universale, una sorta di trasmutazione del metallo in oro». Non a caso lo spettacolo si concentra sulla stesura del canto V dell’Inferno, ispirato da un fatto di cronaca del tempo – «un lavoro di alchimia, dove la bassa cronaca diventa alta poesia», sottolinea Vichi – e su un momento particolarmente amaro della vita del poeta, quando costretto all’esilio da Firenze come lo descrive Andrea Giordana: «Dante fugge, percorre chilometri e chilometri, è stanco, sta cercando un rifugio e in questa situazione drammatica elabora il suo capolavoro: è il mistero della creazione».

Alle 22, sarà la “dantesca” Basilica di San Francesco, dove quasi sette secoli fa si celebrarono i funerali del Poeta, ad accogliere Morte e resurrezione – Thánatos kai Anástasis, che sulla traccia del XIV canto del Paradiso combina suoni e parole in un recitar cantando che è anche un viaggio tra Ponente e Levante, tra arcaico e contemporaneo, tra suggestioni dantesche ed echi dell’antica Persia. Ideato da Stefano Albarello, il concerto-spettacolo raccoglie interpreti impegnati in un percorso sulla vocalità come forma di spiritualità e sulla rinuncia alla vita materiale per la rinascita spirituale.

Così la voce recitante dell’attore Amerigo Fontani si immerge nei suoni puri delle campane di cristallo di Giuseppe Olivini (Lux Vivens) e incontra il canto armonico di Raffaele Schiavo; mentre il richiamo del ney (flauto di canna) di Giovanni De Zorzi e dello zarb (tamburo a calice) di Fabio Tricomi invitano alla meditazione sulle parole dei mistici sufi, sull’armonia delle sfere e la «dolce sinfonia di paradiso» (Paradiso XXI, v. 59).

Ma c’è spazio anche per i canti polivocali della tradizione campana, come il Miserere tramandato oralmente dai confratelli dell’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso e Monte dei Morti di Sessa Aurunca. E ancora: il canto greco-bizantino su morte e resurrezione, tratto proprio da manoscritti conservati nella Biblioteca Classense di Ravenna e di cui sarà interprete lo stesso Albarello.

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