Mama’s Club. Due serate per far rivivere il ’68 di Fabrizio De André

Più informazioni su

Prima Odoardo Semellini e Claudio Sassi, poi la Bandeandrè: è un vero tributo, spalmato su due serate il 15 e 16 febbraio, quello che il Mama’s Club ha realizzato per celebrare i 50 anni dall’uscita del primo concept album di Fabrizio de Andrè “Tutti morimmo a stento”. Nel libro omonimo, Odoardo Semellini e Claudio Sassi illustrano la genesi del disco di Fabrizio De Andrè raccontando alcuni retroscena inediti a 50 anni dalla pubblicazione. La coppia Sassi-Semellini si era già misurata con Fabrizio De André nel 2012, pubblicando l’ottimo “Il maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta”.

Torna ora sul luogo del delitto dedicando un volume a un altro album del cantautore genovese, quello che ha lo stesso titolo del libro; che non si occupa solo del disco, ma anche – pur meno dettagliatamente – delle altre attività in cui Fabrizio fu coinvolto nel 1968. E questo volume è al centro della serata organizzata dal Mama’s Club domani, venerdì 15 febbraio, alle ore 21.30, e condotta da Domenico Gavella.

Ecco una parte della recensione di Franco Zanetti su Rockol: “Sassi è un collezionista competentissimo (ha già firmato “Fabrizio De André – Discografia illustrata” e “Fabrizio De André talk”) e, come me, un ricercatore di storie appassionato – lo so bene perché insieme abbiamo lavorato a “Fabrizio De André in concerto”, uscito per Giunti. Semellini ha già pubblicato più lavori su Francesco Guccini e un bel libro su “Terra in bocca” dei Giganti. Per dire che siamo in buone mani: e si capisce leggendo il libro, che mette in fila davvero tutto quello che c’è da sapere, dal punto di vista storico e aneddotico, su “Tutti morimmo a stento”. Per un cultore della storia della canzone italiana, la lettura è un godimento continuo: vengono ricordati e raccontati personaggi determinanti come Antonio Casetta, discografico della Produttori Associati, e il poeta cieco Riccardo Mannerini; si rivelano circostanze pressoché ignote ai più (come l’esistenza di una versione del disco cantata in inglese da Fabrizio) e di una edizione rimasta inedita in cofanetto; si intervistano personaggi chiave come Cesare G. Romana, amico di De André, a lungo stimatissimo giornalista musicale, che è uscito dal suo riserbo solo per quest’occasione, Gian Piero Reverberi, Enza Sampò (che affiancò Fabrizio in uno speciale della RAI); e non manca una minuziosissima sezione discografica……”.

Sabato 16 febbraio, senmpre alle 21.30, torna sul palco del Mama’s la Bandeandrè che ripropone a 50 anni dall’uscita “Tutti morimmo a stento“. «Parla della morte… Non della “morte cicca”, con le ossette, ma della morte psicologica, morale, mentale, che un uomo normale può incontrare durante la sua vita. Direi che una persona comune, ciascuno di noi forse, mentre vive si imbatte diverse volte in questo genere, in questo tipo di morte – in questi vari tipi, anzi, di morte – prima di arrivare a quella vera. Così, quando tu perdi un lavoro, quando tu perdi un amico, muori un po’; tant’è vero che devi un po’ rinascere, dopo». (Fabrizio De André, intervista rilasciata ad Enza Sampò nel programma RAI “Incontri musicali: Fabrizio De Andrè” del 1969)

Più informazioni su