I Sabati del Moog. La rassegna si conclude con un incontro sul teatro

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La rassegna timbrica dei linguaggi, curata da Ivano Mazzani, giunge sabato 13 aprile, stavolta alle ore 18.30, all’incontro di chiusura. E sono quattro grandi protagonisti gli ospiti per il gran finale della rassegna: nel locale di vicolo Padenna 5 i curatori e critici teatrali Rodolfo Sacchettini ed Enzo G. Bargiacchi si trovano a dialogare con Franco Masotti (direttore artistico di Ravenna Festival) e Fabrizio Varesco (regista e filmaker).

Al centro della loro conversazione il volume “Cento storie sul filo della Memoria – Il ‘Nuovo Teatro’ in Italia negli anni ’70” (Titivillus Edizioni, 2017) a cura di Sacchettini e Bargiacchi.

Oltre cento testimonianze, storie, testi critici, interventi per rievocare un decennio, i Settanta, di grande creatività e di forti contraddizioni. I contributi raccolti sono pensati appositamente per il volume e frutto di un’attenta scelta antologica. Ne esce un’opera corale che intende rispecchiare la pluralità delle estetiche, lo spirito collettivo dei gruppi artistici, la complessità di una variegata comunità. E soprattutto vuole far “ascoltare” le voci dei tanti protagonisti, che furono e continuano ad essere attori, registi, performer, musicisti, artisti, critici, operatori… tra memoria e riflessione critica.

Rodolfo Sacchettini si occupa di letteratura del Novecento e di teatro contemporaneo. Collabora stabilmente alla rivista Lo straniero. Ha curato insieme ad Ascanio Celestini il volume “Storie da legare” (Edizione della Meridiana, 2006), e con Anna Dolfi e Nicola Turi “Memorie, autobiografie, diari nella letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento” (ETS, 2008). Ha pubblicato “L’oscuro rovescio. Previsione e pre-visione della morte nella narrativa di Tommaso Landolfi” (SEF, 2006) e articoli per i volumi della collana “I libri quadrati” della Ubulibri (su Fanny & Alexander, Kinkaleri e Motus). Dal 2009 fa parte del coordinamento critico-organizzativo del Festival di Santarcangelo.

Enzo Gualtiero Bargiacchi è nato nel 1939 a Pistoia. Inizialmente svolge la sua attività di ricerca nel campo della statistica e dell’informatica, poi rivolge un grande impegno come operatore culturale e studioso delle manifestazioni artistiche interdisciplinari (musica, teatro e arti visive) degli anni Sessanta, Settanta e dei primi Ottanta. Nel tempo ha seguito le più importanti mostre e rassegne in Italia e all’estero. Collaboratore di quotidiani e delle maggiori riviste specializzate di arte e teatro-performance, Bargiacchi ha contribuito a un grande numero di pubblicazioni.

Nato nel 1955, Franco Masotti vive a Ravenna. Dopo gli studi di filosofia, pianoforte e composizione, negli anni ’80 inizia a occuparsi della “New Music” statunitense, in particolare dei suoi rapporti con le arti visive e l’uso delle nuove tecnologie. Nel 1982 inizia la collaborazione con il festival Aterforum a Ferrara nell’ambito del quale organizza rassegne monografiche sul minimalismo musicale. Vince poi il Premio Abbiati per i progetti speciali per la rassegna installazione “Glenn Gould in video” (1991). Ha collaborato come critico musicale a diverse riviste e ha curato, tra le altre cose, l’edizione di “Lettera ad uno sconosciuto” di J. Cage, “La mia musica” di P. Glass, e numerose voci di teatro musicale novecentesco e contemporaneo nel “Dizionario dell’opera”.

Dal 1998 è direttore artistico, assieme a Cristina Mazzavillani Muti e Angelo Nicastro di Ravenna Festival, nell’ambito del quale ha curato numerosi progetti speciali.

Fabrizio Varesco vive e lavora a Ravenna, dove dirige la Varesco Produzioni, specializzata in documentari a carattere culturale, didattico e artistico. Dal 1976 al 1984 svolge la sua attività in ambito prevalentemente teatrale, dove ottiene riconoscimenti e successi a livello nazionale e internazionale. Dal 1984 si dedica alla regia e produzione di documentari. Parallelamente svolge corsi di linguaggio cinematografico in scuole di vario ordine e grado. Nel 2012 fonda l’Associazione Ravenna Cinema.

Attualmente lavora alla creazione di un centro di produzione multimediale per disabili, in stretta collaborazione con Andrea Canevaro. Dal 2012 si occupa dei problemi legati alla diffusione del gioco d’azzardo e alla conseguente patologia, realizzando nel 2015 il documentario Game over.

Ingresso libero.

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