Teatro. La compagnia Luigi Rasi riporta sul palco di via di Roma Il Deputato di Bombignac

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Con i patrocini del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, al Teatro Rasi di Ravenna, sabato 27 aprile alle 17, la compagnia teatrale Luigi Rasi presenta Il Deputato di Bombignac di Alexandre Bisson, la stessa pièce che inaugurò il teatro nel 1892 quando ancora si chiamava Teatro Filodrammatico. La rappresentazione sarà preceduta dai saluti dell’Amministrazione Comunale.

Sul palco, diretti da Alessandra Casanova, Roberto Ancherani, Vincenzo Dicandia, Davide Dima, Marzia Gisone, Giulia Grillo, Caterina Marchetti, Paola Piergentili, Simone Rava, Elisabetta Rivalta.

L’ingresso è libero.

La Compagnia teatrale Luigi Rasi di Ravenna ha raggiunto il 35° anno di attività ed è formata dagli allievi della Scuola di Teatro classico omonima che da sempre affianca la Compagnia e che prepara i giovani artisti fornendo loro le basi indispensabili per calcare il palcoscenico.   

Alessandra Casanova, regista e responsabile della Scuola, vanta un lungo percorso artistico. Oltre agli studi ed alla grande esperienza in ambito teatrale, ha compiuto studi musicali (con diploma in pianoforte) che le hanno consentito di curare la regia anche in molte performances liriche.

Innumerevoli sono stati i lavori teatrali, presentati nel corso degli anni, che hanno riscosso il favore del pubblico e della critica ed hanno incoraggiato a proseguire quel lavoro che tanti anni fa aveva avviato il padre Renato, fondatore della Scuola ed indimenticabile insegnante di Teatro.   

Venuto a mancare nel 2012, Renato Casanova ha dedicato la sua vita al teatro: il teatro lo ha impegnato durante i tanti anni di studio, di perfezionamento ed insegnamento e la sua eredità artistica è rimasta nella mente e nel cuore dei tanti allievi che lo hanno seguito nel corso degli anni. Formatosi a Roma nel dopoguerra alla «Libera Accademia di Teatro» (diretta da Pietro Sharoff, già aiuto regista del grande Stanislavskij), Casanova ebbe l’opportunità di recitare coi maggiori attori che in quegli anni calcavano le scene.

Lasciata Roma verso la fine degli anni cinquanta, Casanova si trasferì a Ravenna. Tutto il suo bagaglio artistico e culturale lo mise a disposizione dei giovani desiderosi di avvicinarsi al Teatro. Il suo obiettivo era poter dare a Ravenna un punto di aggregazione per la conoscenza e lo studio del teatro classico. E ci riuscì.
Verso la fine del 1967 assunse la direzione del «Teatro stabile città di Ravenna» e nel 1985, assieme all’Endas provinciale di Ravenna, lanciò un progetto (rivelatosi, negli anni, vincente) che abbinava la Scuola di Teatro classico alla Compagnia teatrale.

Dal 2004 la direzione della Compagnia è passata alla figlia Alessandra. E dal 2008 anche la Scuola. Un’eredità importante che Alessandra ha raccolto e sviluppato.

TEATRO RASI

Cento anni fa, nell’aprile 1919, il Teatro ravennate di via di Roma viene intitolato a Luigi Rasi.
Rasi è morto il 9 novembre 1918 e sembra giusto onorare l’illustre concittadino (distintosi come attore, regista, insegnante, direttore della Prima Scuola di Recitazione Governativa, scrittore teorico e drammaturgo) intitolandogli un teatro appena uscito dalla ristrutturazione.
Già, perché il Teatro è già in essere da tempo.
Ecco brevemente la sua storia.
Ove sorge il vecchio oratorio di Santo Stefano, a metà del XIII secolo Chiara da Polenta fonda (assieme ad una comunità di clarisse) un monastero. Anche la Chiesa viene restaurata e diviene Chiesa di Santa Chiara.
La Chiesa rimane luogo di culto fino al 1805 quando, con l’editto napoleonico, viene trasformata in cavallerizza.
Nel 1874 diviene proprietà del Comune di Ravenna e, dopo pochi anni, l’Accademia Filodrammatica chiede il permesso di trasformarla in Teatro.
Il comune acconsente e i lavori partono.
Nel maggio 1892 il Teatro viene aperto con il nome di Teatro Filodrammatico e, durante l’inaugurazione, viene presentata la commedia “Il deputato di Bombignac” di Alexandre Bisson.
Dopo circa 25 anni il teatro viene restaurato e, alla riapertura, cambia nome: viene intitolato a Luigi Rasi e si chiama ora TEATRO RASI.
Per un ventennio al suo interno si esibiscono compagnie di alto livello e, oltre all’attività teatrale, ospita concerti, opere, operette e balli.
Alla fine del 1939 il teatro viene dato in concessione ventennale all’Opera Nazionale Dopolavoro e tale concessione viene rinnovata nel 1959 all’Ente Nazionale Assistenza Lavoratori, che ha sostituito l’ONP.
Il tempo passa e durante gli anni il Rasi perde la sua lucentezza e si trasforma pian piano in un vecchio e malandato Teatro che non vuole scomparire.
Ed infatti non scompare. Anche se malridotto, continua ad ospitare giovani attori che nei suoi locali si ritrovano per portare avanti i loro progetti.
Nella seconda metà degli anni ’60, infatti, Renato Casanova forma una compagnia di Teatro classico ed offre corsi di dizione e recitazione ai giovani ravennati. Il suo gruppo (aderente all’ENAL) prende il nome di Teatro stabile Città di Ravenna ed è in questo modo che l’insegnante avvia quell’intenso lavoro di promozione del teatro classico che, attraverso gli anni, è giunto fino ad oggi.
Voglio ricordare anche Gino Caprara che negli anni ’70 avvia la rassegna di teatro popolare in dialetto per conto della Capit: una rassegna che viene proposta ancora oggi con il nome di Ritroviamoci al Rasi.
Il Rasi viene restaurato ancora una volta e, terminati i lavori nel 1978, il Teatro riprende il percorso che è noto a tutti e che accompagna la vita culturale di Ravenna.

Prof.ssa Alessandra Casanova

LUIGI RASI

Luigi Rasi nasce a Ravenna il 20 giugno 1852 e fin da piccolo mostra la sua non comune capacità di apprendimento.
Bambino prodigio, entra nel Ginnasio a soli 8 anni, terminando poi ogni anno scolastico come primo della classe.
A 15 anni, nel 1867, segue la famiglia a Firenze e lascia, a malincuore, la sua città natale e gli amici d’infanzia.
Amici che non dimenticherà mai e ai quali resterà sempre legato. Ci basti ricordare il fitto carteggio intrattenuto con Corrado Ricci.
A Firenze mostra la sua vera passione: il Teatro. E, terminati gli studi, decide di seguire le orme del fratello maggiore Giulio, attore teatrale.
Nel 1872 entra nella Compagnia teatrale Fanny Sadowsky, l’anno seguente in quella di Cesare Monti e nel 1877 in quella di Pietriboni.
Nel 1882 accetta di dirigere la prima Scuola di Recitazione Governativa (Accademia dei Fidenti) in via Laura a Firenze. Se Rasi dirige la sezione maschile, la sezione femminile è affidata alla moglie (anche lei attrice) Teresa Sormani.
Questa scuola, considerata “la Mecca degli aspiranti al palcoscenico” ospita tra gli allievi quelli che diventeranno i più grandi nomi del Teatro italiano (basti ricordare Teresa Franchini e Annibale Ninchi). Rasi apre però la Scuola anche a chi non è interessato a calcare il palcoscenico, ma vuole solo migliorare la dizione per il mestiere di avvocato o conferenziere.
Rasi stesso è conferenziere elegante e tecnicamente impeccabile.
La direzione della Scuola lo allontana dalle scene, ma per poco. Presto riprenderà l’attività di attore con una Compagnia propria: “La Fiorentina”.
Luigi Rasi però non è solo attore ed insegnante. Di lui ci restano anche molti scritti teorici (tra i quali ricordiamo “La lettura ad alta voce” del 1883 e “L’arte del comico” dello stesso anno) e scritti storici e biografici (tra i quali “Il libro degli Aneddoti” del 1891, “La Duse” del 1901 e “I Comici italiani” degli anni 1898-1905).
Per quanto riguarda la produzione teatrale ricordiamo alcune commedie (tra le quali “Armanda ritorna” del 1889 e  “La Commedia della peste” del 1911), “Il primo libro dei monologhi” del 1888 (la seconda edizione, aumentata di due nuovi monologhi, del 1891) e “Il secondo libro dei monologhi” del 1893. E’ proprio nei monologhi, da lui stesso spesso recitati, che il Rasi-scrittore dà il meglio di sé.
Rasi muore a Milano il 9 novembre 1918, ma le sue ceneri (grazie all’interessamento del Comune di Ravenna negli anni ’70) riposano ora nel Cimitero Monumentale della nostra città.
Luigi Rasi si può considerare un artista a tutto tondo. Fu infatti attore, regista, insegnante, scrittore teorico e drammaturgo.
Un artista elegante e sobrio, disinteressato e amante del bello che raccolse, durante la sua vita, libri, costumi, appunti teatrali e molto altro materiale, che hanno trovato posto poi alla Biblioteca del Burcardo di Roma (e che ancora vi sono ospitati).
Un uomo semplice e colto che fece della sua passione, il teatro, l’unica ragione di vita.
Prof.ssa Alessandra Casanova

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