Ravenna Festival a Forlì con Kathinkas Gesang als Luzifers Requiem di Karlheinz Stockhausen

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Oggi giovedì 13 giugno, alle 21, Ravenna Festival è a Forlì, nella Chiesa di San Giacomo, per accompagnare gli spettatori nell’atmosfera stregata di Kathinkas Gesang als Luzifers Requiem, caposaldo della musica contemporanea firmato da Karlheinz Stockhausen. In occasione della rassegna Le 100 percussioni, Manuel Zurria e Alvise Vidolin, l’uno valente flautista e l’altro pioniere fra i più influenti del sound design, si uniranno al Chigiana Percussion Ensemble, con Antonio Caggiano maestro concertatore, per circondare il pubblico con l’avvolgente abbraccio musicale di questo “canto di Kathinka”. 

In programma, oltre a un secondo brano di Stockhausen (Vibra Elufa per vibrafono), anche due lavori che tornano ad evocare la Grecia, fra gli orizzonti di questa XXX edizione di Ravenna Festival: Psappha per 1 percussionista di Iannis Xenakis, compositore greco naturalizzato francese, è ispirato alla poetessa Saffo; mentre il brano di Giacinto Scelsi – I funerali di Achille per 4 percussionisti – è quasi una marcia rituale che ricorda il più celebre degli eroi dell’epica greca.

Sarà invece al Teatro Fabbri, il 23 giugno, Uomini in frac – omaggio a Modugno firmato da Peppe Servillo e una squadra di jazzisti italiani – terzo e ultimo degli appuntamenti del Festival a Forlì, resi possibili dalla collaborazione con l’Amministrazione Comunale e dal determinante sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

Le 100 percussioni, la rassegna di Ravenna Festival organizzata in collaborazione con Accademia Chigiana, fa tappa oggi a Forlì, con un’incursione nel candore barocco della Chiesa di S. Giacomo. Una cornice che sembra fatta su misura per la malia del rito musicale che corona il programma, quel Canto di Kathinka ovvero il Requiem per Lucifero che è anche un altro importante omaggio del Festival alla grande scrittura per percussioni. Nel celebrare questi strumenti – presenti in ogni cultura, genere o stile – con dieci giorni di eventi e scoperte, il Festival non ha infatti dimenticato di includere brani firmati da maestri della musica contemporanea.

Il percorso fra le percussioni d’autore non poteva quindi non approdare anche a Kathinkas Gesang, seconda scena dell’opera Samstag aus Licht (Sabato da Luce), a sua volta parte del ciclo di 16 ore di musica (estendibili a 29) di Licht – Di sieben Tage der Woche (Luce – I sette giorni della settimana), ovvero sette opere associate a ciascun giorno della settimana e articolate attraverso le relazioni di tre soli personaggi: Lucifero, Michele ed Eva. Creato da Stockhausen dal 1978 al 2003, il ciclo è un mondo simbolico che mette in relazione vita quotidiana ed eterna, miti e religioni sia orientali che occidentali. In Kathinkas Gesang i sei percussionisti sono disposti attorno al pubblico in altrettante postazioni e rappresentano i sensi (gusto, vista, tatto, olfatto, pensiero e udito).

“Oltre a suonare le campane a lastra e gli strumenti magici realizzati da loro stessi secondo le indicazioni dell’autore – spiega Caggiano – i percussionisti sono anche performer, emettono suoni vocali e producono suoni magici che condurranno Kathinka alla purificazione e alla catarsi”. Il canto, composto nel 1983 in una località keniota sulla costa dell’Oceano Indiano in collaborazione con la flautista Kathinka Pasveer (cui è dedicato), ha infatti la funzione di proteggere dalle tentazioni l’anima dei defunti, tramite – ha spiegato Stockhausen – “esercizi musicali da ascoltare regolarmente per 49 giorni dopo la morte fisica”. Similmente Vibra Elufa è ricavato come brano autonomo dalla penultima scena di Venerdì, che simboleggia la tentazione di Eva da parte di Lucifero.

Può essere parimenti definito un rito musicale I funerali di Achille di Giacinto Scelsi, che officiò anche le esequie di Alessandro Magno e di Carlo Magno, e che preferiva definirsi “intermediario” anziché creatore delle proprie musiche. Di arcaica potenza rituale è permeato anche Psappha (l’antico nome della poetessa Saffo) di Iannis Xenakis (1975), costruito su 2.396 segmenti che si sostituiscono alla tradizionale notazione musicale, creando cellule ritmiche che imbrigliano esecutore e ascoltatore in una partecipazione comune senza possibilità di fuga.

Biglietto: intero 12 Euro, ridotto 10 Euro I giovani al Festival (under 18 e universitari under 30): 5 Euro

Info e prenotazioni: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org

 

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