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Acquistare lingotti d’oro: consigli e suggerimenti

La storia degli investimenti insegna come l’oro sia uno dei beni più affidabili a disposizione: il suo altissimo mantenimento di valore nel tempo lo rende infatti perfetto sia per i periodi di crisi che per quelli di crescita. Non stupisce dunque che questa particolare materia prima, sinonimo storico di ricchezza, continui ad essere cercata dagli investitori. Comprare oro può significare acquistare monete, ma anche lingotti o titoli di investimento ed è proprio per via delle tante opzioni disponibili che è sempre utile conoscere a fondo le principali strade a disposizione di un imprenditore. Questo vuol dire informarsi su dove acquistare lingotti d’oro (o monete), sia dal punto di vista legislativo, sia da quello puramente pratico. 

Cosa dice la legge in Italia

Nel nostro paese è la Banca d’Italia a fornire le linee guida da seguire in merito alla compravendita di oro. L’articolo di riferimento è il numero 1 della legge numero 7 datata gennaio 2000 e mette nero su bianco i requisiti a cui devono rispondere tutti gli operatori certificati: sono quattro e fanno riferimento innanzitutto alla qualità dell’oro venduto, che deve contenere almeno 900 millesimi in purezza su un grammo. Dopodiché chi commercia in oro deve rispettare le norme vigenti sull’anti-riciclaggio e comunicare le proprie operazioni alla suddetta Banca d’Italia, sia nel caso in cui si tratti della propria professione principale, sia nel caso in cui si tratti di un lavoro secondario. 

Comprare oro tramite titoli

Una volta chiarito chi può effettivamente vendere oro, resta da capire quali siano i pro ed i contro delle diverse opzioni a disposizione di un investitore. Come detto è possibile infatti sia comprare oro fisico (sotto forma di moneta, lingotto ecc.), sia comprare titoli basati sul valore in borsa dell’oro al momento.

Iniziamo dall’acquisto di certificati derivati, che presenta l’indubbio vantaggio di un’assenza di commissioni, oltre ad essere caratterizzato da una tassazione particolarmente conveniente quale quella abitualmente applicata alle rendite finanziarie consequenziali al capital gain. Di contro vale la pena di ricordare quanto sia importante considerare sempre e comunque la reale solidità della società presso cui si acquista, per non rischiare danni più o meno gravi in caso di insolvenza da parte dell’emittente. 

Comprare lingotti o monete

Inoltre, anche per quanto riguarda l’acquisto di lingotti d’oro è opportuno fare delle precisazioni. Bisogna considerare innanzitutto il grado di purezza della materia prima acquistata, che tra l’altro deve essere dotata di diverse certificazioni di provenienza. A ciò si aggiunga che si devono valutare i diversi costi aggiuntivi, quali l’IVA al 22%, le eventuali commissioni e, la custodia dei beni: infatti gli istituti in grado di vendere o anche solo di gestire oro nei propri caveau non sono molti.

Stiamo dunque parlando di una compravendita che deve avere luogo all’interno di realtà specializzate oppure all’interno di alcune banche abilitate, tra cui Unicredit, Intesa, Etruria, Tirrenica e Popolare Vicentina. Nel caso degli istituti bancari è bene ricordare però che l’acquirente avrà diritto ad un certificato derivato, ovvero ad un titolo, mentre l’oro fisico rimarrà nel caveau dell’istituto. Questo tipo di discorso vale anche per l’acquisto di monete, che sono sicuramente più facili da acquistare, conservare e rivendere, ma che sono anche maggiormente sottoposte ad oscillazioni di valutazione.

Come già detto, l’acquisto di oro fisico presenta l’indubbio vantaggio di portare a casa (anche se idealmente) un bene capace di resistere come pochi altri all’inflazione e, più in generale, alle crisi. Si tratta dunque di un investimento con elevatissime opportunità di rendita e che, tra l’altro, potrebbe facilmente essere rivenduto a cifre addirittura superiori rispetto a quelle di acquisto.

 

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