La Camera di commercio di Ravenna fa il punto sull’andamento economico provinciale

E approva le linee strategiche d'intervento per il 2015

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A fine 2014 flessioni sempre più contenute, per il 2015 ci si aspetta l’inversione di tendenza con +0,7 di PIL. Priorità d’intervento: accesso al credito, internazionalizzazione e innovazione tecnologica.

A fine 2014 continua a rallentare la caduta del tasso di crescita delle imprese (-0,18 % a  novembre contro -0,92% a fine 2013), tendenza che potrebbe preludere ad un ritorno al segno positivo in tempi non lunghi. La crisi e la difficoltà nel reperire finanziamenti continuano a frenare l’avvio di nuove attività imprenditoriali, ma allo stesso tempo si assiste ad un rallentamento nel fenomeno della chiusura di attività esistenti, essendo già fuoriuscita dal mercato, dopo anni di crisi, una gran parte delle imprese marginali.
Bene porto (+11,4) ed export (+ 0,7), flessioni (sempre più contenute) nei restanti settori ma cresce la disoccupazione.

 

La rilevazione ISTAT sulle forze di lavoro aggiornata al secondo trimestre del 2014 segnala, infatti, un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione nella nostra provincia portatosi al 10,9%. Rispetto al 2013, gli occupati subiscono un calo dell’1,8%, (-3000 posti di lavoro) più ampio nell’industria (-4,6%) e nelle costruzioni (-3,7%), più leggero nel terziario (-1,8%). Stabile l’occupazione nel commercio e turismo (-0,2%), in aumento  in agricoltura (+6,9%). E’ tuttavia da considerare una tendenza al miglioramento del secondo trimestre rispetto al primo.

 

Per il 2015, ci si aspetta (fonte Prometeia) una inversione di tendenza con una variazione del PIL provinciale di segno positivo, +0,7%. Alla crescita dovrebbero contribuire i settori dei servizi (+1,0%) e dell’industria (+0,4%) mentre restano negative le previsioni per il settore delle costruzioni (-0,9%) e dell’agricoltura (-0,3%). Anche per le esportazioni è atteso un incremento dell’1,7%. I riflessi della lenta ripresa sul mercato del lavoro dovrebbero portare a un aumento dell’occupazione dello 0,5% senza però incidere significativamente sul tasso di disoccupazione che rimarrebbe superiore al 10%.
In relazione all’andamento economico del 2014 e alle prospettive che si intravedono per  il 2015  il Consiglio della Camera di commercio ravennate ha approvato mercoledì 17 dicembre il preventivo 2015 e le linee strategiche che orienteranno le politiche camerali finalizzate ad affiancare e sostenere il tessuto imprenditoriale provinciale.

 

Il principio che ha guidato l’amministrazione camerale di Ravenna nella predisposizione della programmazione economico-finanziaria dei prossimi anni è stato quello di tentare, nonostante il susseguirsi delle norme sulla spending review e dei tagli sulla principale fonte di entrate dell’ente camerale (il diritto annuale pagato dalle imprese, che diminuirà del 35% per l’anno 2015, del 40% per l’anno 2016, fino al 50% per l’anno 2017), di incidere il meno possibile sugli interventi economici destinati al territorio e alle imprese, puntando alla massima efficienza nella gestione della struttura.

 

Per il 2015 infatti, a fronte di una diminuzione del diritto annuale da quasi 8 milioni di euro a 5.081.000 (-35%), l’ammontare delle risorse che andranno a beneficio del territorio si attesterà a circa 3.150.000 rispetto ai 3.800.000 dell’anno precedente (-17%). Un calo sì, ma certamente non proporzionale alla riduzione delle entrate.
Grazie a buoni indici di bilancio ancora per qualche anno l’ente camerale ravennate, a differenza di altre Camere di commercio emiliano-romagnole, potrà mantenere gli impegni sul fronte dell’accesso al credito per il tramite dei Confidi, dell’internazionalizzazione, dell’innovazione tecnologica e della promozione del territorio, utilizzando in parte la disponibilità dell’avanzo di gestione accumulato nel corso degli esercizi precedenti, e concentrando ulteriormente gli sforzi di razionalizzazione dei costi sulle spese di funzionamento e personale.

 

“La spiccata digitalizzazione dei nostri servizi, azioni di riorganizzazione dei servizi sia interni sia sul territorio, e la concentrazione degli interventi su alcune specifiche priorità quali credito e internazionalizzazione – evidenzia Natalino Gigante, presidente della Camera di commercio ravennate – dovrebbero poter arginare l’effetto dei tagli sullo sviluppo economico del territorio provinciale. Stiamo lavorando per poter mantenere il nostro forte impegno sul territorio, in attesa della riforma del sistema camerale che ridisegnerà le competenze e l’organizzazione territoriale degli enti camerali”.

 

A questo proposito Natalino Gigante esprime soddisfazione per i recenti sviluppi del dibattito nazionale sulla riforma delle Camere di commercio.  “In particolare l’emendamento governativo che porta il nome del senatore Pagliari – dice Gigante – sembra aver colto alcuni degli stimoli provenienti dallo stesso sistema camerale. La riorganizzazione delle circoscrizioni sembra orientarsi sui parametri segnalati dal sistema camerale, le specificità territoriali, la numerosità delle imprese nei territori (indicativamente non meno di 80.000 imprese), il rispetto dei principi di sostenibilità economica, dell’affinità o complementarietà geo-economica dei territori (possibilmente assicurandone la coerenza con le logiche di area vasta frutto della cd “riforma Delrio”), garantendo la presenza di almeno una Camera per regione. L’ipotesi Pagliari prevede inoltre che il Registro delle imprese resti di competenza delle Camere di commercio che, in quanto autonomie funzionali, sono gli unici soggetti al contempo titolari di funzioni di interesse pubblico ma anche portatori degli interessi della comunità delle imprese.”

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