Convegno Ravenna2030 di Confindustria: ripresa dell’economia nel 2016? Meglio parlare di ripartenza

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Si è svolto oggi, alla Sala Muratori della Biblioteca Classense, il convegno “Ravenna2030 – Outlook 2016 E’ ripresa vera?“. Relatori Daniel Gros, direttore del Centre of european policy studies di Bruxelles, e Luca Paolazzi, direttore del centro studi di Confindustria.

Ad aprire l’incontro il presidente di Confindustria Ravenna, Guido Ottolenghi: “Sono trascorsi cinque anni dal primo appuntamento con Ravenna 2030 e da allora abbiamo continuato la nostra riflessione, ospitando molti protagonisti. Il mondo è ancora ulteriormente cambiato. Sulla scena abbiamo nuovi attori, che sono in grado di incidere con le loro scelte sulla crescita del Pil nel mondo. Ma la forza di un Paese moderno ed illuminato sta nel continuare a porsi domande su come sarà il domani. Ecco perché oggi siamo qui a interrogarci sul 2016. Se non lo facessimo, lasciatemi dire, daremmo campo aperto a chi semina morte”.

“È vera ripresa? Per la verità – ha detto Paolazzi – il termine ripresa significa un periodo che mediamente dura un anno, un anno e mezzo, durante il quale si ritorna ai valori pre-crisi. Noi la parola ‘ripresa’ l’abbiamo abolita. In questi anni è avvenuto un cambiamento strutturale. Non mi sembra corretto, quindi, parlare di ripresa quando ci sono ancora aziende in difficoltà e lavoratori senza lavoro. Parlerei di ripartenza, risalita, ricostruzione dell’economia del Paese, che avviene gradualmente, ma già ricominciare a crescere è positivo”.

Per Daniel Gros, la ripresa nei prossimi mesi ci sarà “anche se sarà lenta e graduale. Potremo essere più ottimisti quando la disoccupazione calerà e le banche sosterranno le imprese con investimenti. L’Italia è più in crisi degli altri Paesi europei, ma andiamo verso l’uscita del tunnel. Ancora non cresce la fiducia verso l’Unione Europa, perché sono in corso discussioni sulle questioni degli immigrati e dei rifugiati. Quando si daranno risposte concrete, come ad esempio una Guardia costiera unica, allora crescerà anche la fiducia verso l’UE”.

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