Mosaico. Sicis Ravenna porta in tribunale a Pechino la cinese Rose Mosaic per “plagio di opere”

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Sicis di Ravenna ha deciso di tutelare la sua creatività e il suo know how in Cina contro le imitazioni dell’azienda locale Rose Mosaic. La notizia è stata riportata ieri 1° maggio da Il Sole 24 Ore con un articolo a firma di Ilaria Visentini. “È la sfida di Davide contro Golia quella che l’azienda ravennate di mosaici d’arte ha lanciato al competitor cinese che da anni copia impunemente – e in malo modo – centinaia di suoi disegni originali e interi cataloghi di collezioni realizzate” scrive la Visentini. 

La causa è stata intentata lo scorso primo febbraio al tribunale di Pechino e potrebbe rappresentare “un precedente destinato a scardinare la storia della competizione tra le imprese occidentali da un lato – abituate a farsi largo sui mercati a suon di innovazione, creatività e originalità dei prodotti – e quelle cinesi dall’altro, che invece hanno fondato il loro successo sulla capacità di copiare in modo massivo, veloce e a basso costo idee e prodotti nati altrove”.

La causa chiama in ballo “il sistematico plagio di opere dell’ingegno e della creatività dei maestri mosaicisti ravennati”. E il furto di identità non è un dettaglio da poco per un’azienda come Sicis, un’industria ceramica associata a Confindustria, che fattura 52 milioni di euro (93% per l’export), ha 300 dipendenti, ma che è anche un atelier d’arte, dove ancora oggi le maestranze “posano a una a una le tessere su mastodontici disegni e altri, seduti in laboratorio, incastonano pietruzze su minuscoli capolavori, pezzi unici di micromosaici che valgono decine di migliaia di euro sul mercato.”

Sicis srl è guidata dal cesenate Maurizio Leo Placuzzi e ha il suo quartier generale alle porte di Ravenna: oggi – scrive Il Sole 24 Ore – è “l’unico player occidentale nel mosaico d’arte con il controllo dell’intera filiera: dai forni dei vetrai di Murano per cuocere minerali e silice in una varietà infinita di colori, alle macchine per ritagliare le “torte” di vetro in piccole tessere, dalle tecnologie laserjet per lavorare il marmo in mille fantasie fino ai laboratori di R&S.”

Fondata nel 1988, anno scorso Sicis ha celebrato i 30 anni di attività dedicando alla sua città una grande esposizione a Palazzo Rasponi dalle Teste, nell’ambito della Biennale del Mosaico, con il meglio della sua produzione, dal titolo “Sicis Destinazione Micromosaico”.

«Abbiamo lavorato più di un anno, con un team di legali tra New York e Pechino, per raccogliere prove contro Rose Mosaic e il suo distributore Pebbles Trade – ha spiegato il presidente Sicis Placuzzi a Ilaria Visentini – recuperando 180 disegni originali e interi cataloghi protetti da copyright copiati in modo pedissequo. Abbiamo anche commissionato una decina di mosaici alla stessa Rose Mosaic (su nostri disegni copiati) che dimostrano la bassa fattura, ulteriormente lesiva della nostra immagine. Non è il riconoscimento del danno che mi interessa, ma l’onore in Cina è uno dei pochi valori che ancora conta. Il solo fatto che i media asiatici abbiano già dato notizia della mia azione legale è un primo passo importante».

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