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ROCA Associazione Ravennate operatori offshore: “scoraggiati per ciò che è scritto nel programma del Governo”

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ROCA, l’Associazione Ravennate degli operatori del settore oil&gas esprime forte preoccupazione per il settore e soprattutto gli operatori locali si dicono “scoraggiati  per ciò che è scritto nel programma del Governo che impedirà le attività di estrazione soprattutto nell’offshore”.

ROCA insiste: “È una grande presa in giro degli Italiani. Non perforando in Italia semplicemente importeremo il gas dall’estero. Pagandolo di più, inquinando di più e togliendo lavoro alle aziende italiane. Fra l’altro la bolletta del gas aumenterà del 3,9% causa la scelta di minor produzione di gas olandese. Se avessimo il nostro a “km 0” ciò non accadrebbe o accadrebbe in maniera minore.”

Attualmente le aziende ROCA (e tutte le aziende del settore Italiane) operano quasi esclusivamente all’estero – si legge – e ciò significa che lentamente perdono personale e tutto il valore tecnologico italiano, in quanto le commesse estere richiedono sempre di più maestranze locali. Il settore negli anni ’90 occupava direttamente a Ravenna oltre 10.000 persone. Attualmente le aziende ROCA hanno circa 3.000 occupati ed altrettanti nell’indotto. “Se il Governo non cambierà strada – dicono gli operatori – si perderanno altri 2.000 posti di lavoro in due anni. Negli ultimi anni 5 aziende hanno chiuso o sono entrate in procedura concorsuale liquidatoria. È una lenta ed inesorabile crisi che colpisce la città di Ravenna. Anche il distretto ENI di Ravenna sarà a rischio chiusura se le centrali non avranno gas. Come pure OMC non avrà più ragione di svolgersi in una nazione che non ha attività nell’Oil & Gas.”

“Noi abbiamo in Italia ancora riserve di gas metano che se sfruttate potrebbero dare lavoro alle aziende italiane, diminuendo le importazione dall’estero. – continua ROCA – Diversi progetti sono in attesa di avere il nulla osta dal MISE, che potrebbero creare subito nuovi posti di lavoro. Come abbiamo ribadito in altre occasioni, ENI ha pronto lo sviluppo del campo di “Bianca Luisella”. È un progetto che prevede 180 milioni di Euro d’investimento e creerebbe almeno 5.300 posti lavoro. Sbloccando anche solo questo progetto si avrebbero 350.000 giornate lavorative. Sono numeri importanti che dovrebbero stimolare la crescita e la ripresa del lavoro. Molte grandi compagnie petrolifere sono pronte ad investire in Italia come Eni, Shell, Total, Edison, e molte altre minori come le americane Global Med, Delta e AleAnna, le britanniche Rockhopper, Nothern Petroleum e Sound Energy con la sussidiaria Appennine e l’australiana Po Valley legata a Saffron Energy e tante altre. È necessario sbloccare a breve questa stagnazione per richiamare investimenti fonte di crescita e nuovi posti di lavoro.”

“Purtroppo i nostri politici utilizzano lo slogan NO TRIV per una sterile facciata ambientalistica al fine di guadagnare voti da quelle persone alle quali si vuole fare credere che non perforando in Adriatico passeremo ad energie alternative a quelle fossili. Ripetiamo che ciò significa prendere in giro gli Italiani. Continueremo a importare il gas. – si legge sempre nella nota – ROCA ritiene che una ripresa urgente delle attività nell’offshore italiano, ed in particolare nell’offshore Adriatico, sia indispensabile per non perdere le tecnologie acquisite in tanti anni. Tecnologie che serviranno poi per sviluppare la produzione di energie rinnovabili… Nel 2016 abbiamo portato a Ravenna il Presidente del Consiglio per informarlo della crisi del settore di Ravenna. Lo scorso marzo abbiamo portato a Ravenna il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per fare sbloccare il famigerato Art. 11 Ter. Purtroppo non abbiamo avuto l’aspettato risultato per le sopravvenute crisi di Governo.”

ROCA infine afferma che “sicuramente continuerà la sua attività per sbloccare il fermo delle attività offshore. Continuerà a collaborare con i politici delle amministrazioni locali che sono sempre stati sensibili al problema.” ROCA auspica che “anche le istituzioni locali, i sindacati e le associazioni tutte si muovano assieme agli imprenditori ravennati per sbloccare il fermo delle trivellazioni offshore per potere fare riprendere le attività e creare nuovi posti lavoro che inesorabilmente stiamo perdendo.”

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Commenti

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  1. Scritto da ci sto

    Come spesso succede chi decide non ha cognizione, vedrei piu naturale un bando delle perforazioni mirate alla ricerca di Olio e il rilascio di permessi immediati per la ricerca di Gas metano. anche se personalmente usando ancora una vettura A Benzina, mi chiedo perche dovrei comprare carburanti d all estero quando sono sotto al nostro sottosuolo…. questo e’ un po come Il nucleare abbiamo rinunciato al nucleare e compriamo energia Nucleare dalla francia che ha centrali in prossimita dei nostri confini e in caso di incidente avremmo un forte impatto ambientale….. la nostra politica enegetica e’ uno schifo anzi non c’e proprio ….

  2. Scritto da baroncelli

    cosa ne pensa il pd di ravenna ora che sono al governo?