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Blocco Trivelle. Ravenna: dichiarato lo stato di agitazione del settore Oil & gas

“A Ravenna abbiamo un territorio ricco di gas e questa risorsa va utilizzata – dichiarano Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Ravenna – abbiamo imprese e aziende di servizi di eccellenza, conosciute nel mondo come imprese ad alto valore tecnologico e ad alta sostenibilità ambientale che producono occupazione e che portano ricchezza al nostro territorio ma che oggi rischiano di sparire insieme ad un intero comparto e a migliaia di posti di lavoro”.

“Il rinvio dei tempi della definizione del PITESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee) – spiegano dai sindacati – con la decisione di prorogare il periodo di moratoria sulla effettuazione di nuove trivellazioni nelle acque nazionali entro le 12 miglia inevitabilmente creerà una situazione drammatica riguardo i livelli occupazionali e sul reddito di intere famiglie causa le inevitabili chiusure aziendali. L’intero comparto sta collassando, gli ammortizzatori sociali stanno esaurendosi e non possiamo accettare la messa in discussione di un intero comparto senza che vi sia un confronto su una seria politica energetica che permetta di cominciare quel percorso di transizione che ci porti verso un futuro sostenibile non solo a parole”.

Per tali motivi Filctem Femca Uiltec, “a sostegno della richiesta di incontro urgente fatta all’Onorevole Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico dai Segretari Generali Nazionali di Filctem Femca Uiltec, dichiarano lo stato di agitazione di tutto il comparto e si riservano di metter in campo tutte le azioni necessarie fino a tale convocazione”.

Commenti

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  1. Scritto da leo

    tutta la città dovrebbe mobilitarsi e specialmente i ragazzi che riprendano in mano
    le loro aspirazioni -sogni- dignità e non assistenza – cè bisogno di lavoro – il settore oil gas per ravenna era una certezza lavorativa e se ben gestito anche una
    risorsa ambientale –

  2. Scritto da Mario Dossena

    Questa è un’emergenza Nazionale e non solo di Ravenna. Ci sono aziende che operano in Abruzzo, Lombardia, Lazio, Basilicata e Sicilia. Con l’indotto molte regioni in più.

    Bisogna che TUTTE le Regioni interessate siano coinvolte di concerto assieme alle aziende e ai lavoratori che stanno subendo questo assurdo immobilismo governativo.