Chiusura delle scuole: SGB Ravenna chiede stipendio pieno agli operatori scolastici in appalto

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Prosegue la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza COVID-19 e per i lavoratori scolastici che operano in appalto è a rischio il salario per un’altra settimana, denuncia il sindacato di base SGB Ravenna.

“A differenza del personale dipendente della scuola e del comune di Ravenna, per questi  lavoratori infatti durante la sospensione delle attività didattiche non è corrisposta la retribuzione,  che in questa circostanza comporta un danno di diverse centinaia di euro. Nei giorni scorsi, in concomitanza con la prima settimana di chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria, il Sindacato Generale di Base (SGB) ha chiesto al Comune di Ravenna di garantire lo stipendio agli operatori in appalto impegnati nei servizi per l’integrazione degli alunni disabili, del pre-post scuola, delle mense e del trasporto scolastico. Alla nostra richiesta non è arrivata alcuna risposta, ma apprendiamo dalla stampa che il Comune di Ravenna, in accordo con le centrali cooperative, pensa di garantire il pagamento del servizio richiedendo poi ai lavoratori di recuperare le ore nei prossimi mesi. Di fatto, in cambio  della retribuzione per queste due settimane, si chiede agli operatori in appalto di lavorare gratuitamente nei prossimi mesi. – si legge nella nota di SGB – Una soluzione proposta anche dal Comune di Bologna, che però ha trovato la decisa contestazione di SGB e degli educatori scolastici, tanto da obbligare quell’amministrazione comunale a fare marcia indietro e assicurare per le giornate di chiusura delle scuole il pagamento dell’intero stipendio agli operatori.”

SGB chiede, che “come avviene per gli operatori scolastici statali e comunali, sia garantito lo stipendio pieno senza l’obbligo di recupero anche per tutti i lavoratori in appalto, siano essi educatori, operatori delle mense, del trasporto scolastico o delle pulizie” e conclude affermando: “Non accetteremo nessuna disuguaglianza fra i lavoratori: basta risparmi sulla pelle dei lavoratori in appalto. Chiediamo stipendio intero e senza recupero. Per questo, assieme agli operatori delle cooperative, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione, mobilitandoci per rivendicare parità di diritti e salario.”

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