Campeggi ravennati e Fase2: “mancano ancora le linee guida. Ma offriremo spazi aperti e strutture sicure”

A metà aprile 2020 è difficile immaginare come sarà la prossima estate, tra ipotesi fantasiose su spiagge con plexiglass e pioggia di disdette di prenotazioni negli alberghi della riviera. E i campeggi, quando apriranno e come?

Dei campeggi si parla sempre poco, benché sui lidi ravennati siano le strutture con la capacità ricettiva più grande” commenta Daniele Modanesi, direttore della Società Gestione Campeggi srl, che oltre alle strutture di Marina di Ravenna e Punta, gestisce anche le due di Marina Romea e Milano Marittima.

L’incognita più grande è legata alla data di apertura: “La speranza è di aprire a giugno così da poter garantire almeno una stagione parziale” dichiara Modanesi “ma dobbiamo saperlo con un certo anticipo, per poter terminare i lavori all’interno delle strutture. Fondamentali saranno i protocolli sanitari, incentrati su pulizia, santificazione e mantenimento delle distanze, che campeggi e villaggi dovranno seguire”.

Ad oggi, ciò che preoccupa il settore è la mancanza di direttive a livello nazionale: “siamo una categoria a parte, con caratteristiche differenti da alberghi o spiagge e temiamo lungaggini che ci possano far perdere ulteriore tempo – spiega Modanesi -. Quindi stiamo facendo proposte, suggerendo linee guida. Tra rappresentanti dei campeggi della costa romagnola c’è un’ottima collaborazione. Ci sentiamo settimanalmente per portare avanti le nostre richieste verso la Regione Emilia Romagna. Il problema legato alla mancanza di linee guida è duplice poiché c’è il rischio di fare investimenti, per prodotti o macchinari per la santificazione, che poi si riveleranno inutili, con ulteriori perdite”.

Modanesi è ovviamente preoccupato: “sarà una stagione con risvolti che non abbiamo mai avuto. Prevediamo il 50% dei ricavi dell’anno scorso, poiché non vi saranno turisti stranieri, se non fino ad agosto, e anche i turisti italiani saranno in forte calo”.

Rispetto alle Linee guida, Modenesi ipotizza diverse soluzioni: ” sarà necessaria una nuova procedura per check-in e check-out, utilizzando maggiormente la strumentazione informatica. Probabilmente, per evitare l’aggregazione di persone, non potrà esserci l’animazione e l’accesso alle piscine sarà contingentato, il bagnino si trasformerà in una sorta di “receptionist”.  Per quanto riguarda la fruizione dei servizi comuni saranno potenziate le pulizie e utilizzati i prodotti igienizzanti.
Nei luoghi di ristoro verrà organizzata la consegna dei pasti nelle piazzole o direttamente nei bungalow, mentre nei ristoranti saranno ampliate le distanze tra i tavoli”.
“Fondamentale sarà anche il comportamento dei clienti, che dovranno rispettare le norme – prosegue -. Metteremo la cartellonistica con le indicazioni da seguire ma non potremo avere dei “guardiani” in giro per le piazzole.  Per quanto riguarda le mascherine, riteniamo che saranno obbligatorie nelle aree comuni. Forse saranno in vendita nei bazar oltre al gel igienizzanti. Seguiremo le norme per aprire in sicurezza ma tutti dovranno fare la propria parte”.
Il quadro della situazione è complesso. “Abbiamo voglia di aprire e speriamo che i turisti abbiano voglia di vacanza e mare. Noi operatori siamo per la vacanza “serena e sicura” conclude.

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“La prima parte della stagione è persa e sarà un’estate da reinventare” commenta Franca Calò del Camping Reno di Casal Borsetti -. Noi speriamo che entro il 3 maggio sia chiarito quando e come sarà possibile aprire”.

“Di campeggi non se ne parla, nonostante siano strutture che possano garantire le misure necessarie per una vacanza serena” prosegue la Calò. “La chiusura di questi mesi ha precluso quasi tutto l’incasso del 2020. Il nostro zoccolo duro sono gli stagionali che già hanno pagato la stagione estiva. Per ora ci stiamo muovendo con i voucher che prevedono la non restituzione di quanto già anticipato per il 2020 ma un anticipo su quella del 2021. Quindi ci troveremo con mancati incassi sia quest’anno che il prossimo: due anni di mancata liquidità”.

Per noi il turismo straniero tra luglio e agosto rappresentava il 70% degli arrivi: francesi e tedeschi, soprattutto. Il turismo italiano proveniva da Lombardia, Veneto, Trentino e Piemonte, quindi non possiamo che essere molto preoccupati. Inoltre ad oggi stiamo ricedendo tante disdette per il mese di agosto e ciò è emblematico: la gente ha paura e non ha fiducia nel futuro“.

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