Lavoratori della panificazione in stato di agitazione: contratti bloccati da più di due anni

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“Il pane, da sempre bene primario per le persone; il pane prodotto nei laboratori come nelle aziende industriali dalle lavoratrici e dai lavoratori che ne assicurano il consumo tutti i giorni sulle nostre tavole. Sono trascorsi ben 109 anni dallo sciopero de “il pane e le rose”, contro la riduzione delle paghe e oggi, come allora, ci ritroviamo in una situazione che vede il salario delle lavoratrici e dei lavoratori bloccato da due anni e mezzo”, spiegano le sigle di categoria dei tre sindacati confederali in una nota.

I segretari generali di Fai CISL Romagna Roberto Cangini, Laura Mazzesi di FLAI CGIL Ravenna e Modanesi Sergio di UILA UIL di Ravenna, puntano l’attenzione sul fatto che la trattativa per il rinnovo del CCNL della panificazione è attualmente sospesa “vista l’impossibilità di riprendere i fili di un confronto giusto e necessario per dare l’adeguato riconoscimento economico e normativo ai tanti lavoratori del settore”.

“Un confronto complicato che si sta portando avanti in due tavoli separati, in quanto le parti datoriali, Fippa (Federazione italiana Panificatori) e Fiesa-Assopanificatori non siedono unitariamente al tavolo della trattativa e comunque, anche se con motivazioni differenti, entrambe non hanno la volontà di rinnovare il Contatto Nazionale di Lavoro. Pertanto, anche in un momento così complicato e con una forte frammentazione del settore, caratterizzato da piccole e piccolissime aziende, Fai Flai e Uila dichiarano lo stato di agitazione e, annunciano che, nel mese di settembre, metteranno in campo un’iniziativa a livello nazionale per dare voce ai tanti lavoratori e lavoratrici della panificazione che hanno diritto ad un contratto rinnovato”, continua la nota.

“Proprio loro, che in questo lungo periodo di pandemia non si sono mai tirati indietro, sfidando la paura e le difficoltà in un momento così tragico per il nostro Paese, adattandosi a quanto le aziende richiedevano, dagli orari alla organizzazione complessiva del lavoro. Abbiamo bisogno di riprendere un confronto serio e responsabile per dare i giusti diritti a tutti i lavoratori e le lavoratrici, a partire dal salario, dalla salute e sicurezza e dalla formazione. Non è più accettabile la chiusura delle controparti, arroccate su posizioni speculative nei confronti dei lavoratori. Come sempre vogliamo il pane ma anche le rose”, chiudono i sindacati.

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