Nuova stagione estiva, soliti problemi: A.A.A. cercasi personale stagionale qualificato. Per la Cgil il problema è costituito da condizioni contrattuali insoddisfacenti

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La stagione estiva è alle porte, la maggior parte degli stabilimenti balneari del litorale ravennate, nonostante il clima non certamente favorevole delle ultime settimane, ha già l’iniziato l’attività. Qual è la situazione rispetto al ricorrente problema della ricerca di lavoratori stagionali? I bagni e le attività legate al turismo hanno trovato il personale per affrontare la stagione? È proprio di questi giorni il parere positivo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a seguito di una richiesta della Regione Emilia-Romagna, sulla possibilità di assumere ragazzi minorenni, e in particolare liceali, per poter svolgere lavori di apprendistato durante il periodo estivo in settori diversi da quello del percorso di istruzione frequentato.

Gli albergatori e i ristoratori hanno esultato, ma può bastare per sopperire alla carenza di personale? La fine del reddito di cittadinanza ha avuto delle ripercussioni? Ne abbiamo parlato con tre attori che, da diversi punti di vista, affrontano quotidianamente questo problema.

Maurizio Rustignoli, figura di spicco nel panorama balneare di Ravenna, riveste il ruolo di presidente della Cooperativa Spiagge di Ravenna, che associa e coordina tutti i 210 stabilimenti balneari dei 9 lidi ravennati. Rustignoli, che abbiamo sentito al telefono, conferma quello che è un trend degli ultimi anni: “Anche se si è registrato un modesto miglioramento rispetto agli anni scorsi, probabilmente dovuto al termine del reddito di cittadinanza, l’accesso alla forza lavoro continua ad essere una sfida per il settore balneare. Attualmente, si stima che per soddisfare appieno le esigenze del nostro sistema manchi ancora il 15/20% del personale. Dai bagnini di spiaggia ai camerieri, dai baristi ai cuochi c’è difficoltà a completare gli organici. E la stagione è già iniziata”.

“Nonostante questa carenzaha aggiunto -, i servizi offerti rimangono adeguati, perchè siamo abituati a rimboccarci le maniche”. Il problema principale risiede nella difficoltà di reperire personale qualificato, poiché l’offerta sembra concentrarsi principalmente su persone senza esperienza “che peròcontinua Rustignolidevono essere affiancate da figure esperte, per poter crescere e imparare. I tempi, sono ovviamente stretti, la stagione dura solo qualche mese”.

Elisa Spadoni è la referente del Cescot, l’agenzia di formazione e servizi per il lavoro affiliata a Confesercenti. Spadoni ha delineato l’ampio spettro di attività svolte dall’organizzazione, sottolineando: “Mettiamo in contatto la domanda e l’offerta di lavoro, offrendo un servizio gratuito offerto agli associati Confesercenti. Inoltre, come ente di formazione, forniamo un servizio legato all’orientamento al lavoro per disoccupati e coloro che ricevono indennità, come i naspisti e i beneficiari dell’ex reddito di cittadinanza, in stretta collaborazione con i Centri per l’impiego comunali.”

Elisa Spadoni ha confermato che la situazione attuale non presenta miglioramenti rispetto all’anno precedente. “Facciamo colloqui ogni giorno, ma, nonostante questo, ci sono ancora tantissime posizioni aperte”, ha dichiarato. “Oggi, infatti, abbiamo circa 180 offerte di lavoro da Casalborsetti a Pinarella”, ha precisato, evidenziando che il settore della ristorazione è particolarmente colpito dalla carenza di personale rispetto al commercio e ai servizi. “Al momento, è ancora prematuro formulare una valutazione sul modo in cui la cessazione del reddito di cittadinanza abbia influenzato sul profilo degli utenti che si rivolgono a noi, probabilmente fra qualche mese il quadro sarà più chiaro”.

Carmine Torino, rappresentante della Filcams Cgil, ha espresso un punto di vista diverso rispetto alla situazione del mercato del lavoro. Secondo Torino, non è una questione di mancanza di offerta di lavoratori, ma piuttosto di condizioni contrattuali insoddisfacenti. “Non è che non ci siano lavoratori disponibiliha sottolineato -, ma mancano lavoratori disposti ad accettare le attuali condizioni contrattuali, come i contratti part-time a 24 ore che spesso comportano orari oltre le 40 ore settimanali, oppure i contratti a chiamata, in cui la chiamata non è occasionale, ma diventa un impegno quotidiano senza possibilità di assenza per malattia o infortunio.”

Torino ha spiegato che la Filcams Cgil si impegna attivamente in una campagna di informazione per sensibilizzare soprattutto i giovani sui loro diritti contrattuali. “Da alcuni anni ormai, ci rechiamo lungo il litorale di Cervia, Milano Marittima e nei lidi ravennati con un camperha dichiaratoper fornire informazioni e dare l’opportunità ai giovani di avvicinarsi al sindacato. È importante che conoscano i loro diritti e non si rivolgano a noi solo quando è troppo tardi, ovvero alla fine del contratto, per ottenere quello che gli spetta”.

Maurizio Rustignoli sta valutando diverse strategie alternative per affrontare le sfide nel settore. “Ritengo essenziale migliorare la comunicazione tra chi cerca lavoro e chi lo offreha affermato -. Nonostante i nostri sforzi nel coinvolgere gli enti di formazione, se non riusciamo ad attrarre una nuova forza lavoro, temo che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente.”

Rustignoli ha evidenziato l’importanza di esaminare i flussi migratori come una potenziale fonte di risorse umane desiderose di lavoro e di stabilità. “Credo sia fondamentale individuare opportunità di investimento nelle risorse umane tra i flussi migratoriha sottolineato -. Questo ovviamente è un discorso che non riguarda Ravenna, ma che va oltre i confini nazionali e, anzi, dovrebbe essere affrontato a livello europeo. Le persone non devono solo essere assunte, ma anche formate, a loro vanno garantite delle condizioni di vita dignitose, compreso un tetto sopra la testa e servizi essenziali. Questo per poterle fidelizzare, far crescere e costituire un bagaglio di forza lavoro con esperienza che di anno in anno si conferma”.

Sarà questa la soluzione per garantire la sostenibilità e la competitività di un settore cruciale per l’economia locale, mantenendo alto il livello dei servizi offerti ai ravennati e ai turisti? Il quadro delineato dalle testimonianze di Maurizio Rustignoli, Elisa Spadoni e Carmine Torino evidenzia ancora una volta la complessità e l’urgenza della questione. Mentre si cerca di fronteggiare questa sfida, emerge la necessità di una visione a lungo termine che investa nella formazione e nell’integrazione senza dimenticare le condizioni contrattuali.

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Commenti

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  1. Scritto da batti

    cercheri la soluzione nel PAGARLI, solo ieri si aggirava il problema con il sottopagato legale avventiziato
    oppure il lavoro lo fanno i titolari ,si svegliano prima e ci danno piu in fretta

  2. Scritto da AC

    Il problema non è solo nel turismo ma in tutte le aziende private, cioè TI TIRANO NEL COLLO! Mal pagati, mal considerati, maltrattati = sfruttati. Ma i “padroni” fanno vacanze alle Maldive o si sono fatti la piscina a casa!
    Sembra che siamo tornati indietro di 30 anni ai poveretti della Mecnavi.
    Tu paga bene e vedrai come trovi che lavorino, poi se non ne hanno voglia e un altro paio di maniche.

  3. Scritto da batti

    no AC sono in pensione col contributivo e prendo molto di piu di questi ragazzi che lavorano al mare. e sai perchè ?
    la paga allora era molto piu alta di queste, non siamo tornati indietro siamo sprofondati

  4. Scritto da miki

    devono PAGARE bene il personale, non 1100/1300€ per 200 ore o più al mese.
    @AC, concordo in tutto

  5. Scritto da lorenzo

    ho come l’impressione che nessuno di chi ha commentato faccia l’imprenditore.Il sano imprenditore vorrebbe pagare di più i propri dipendenti ma, occorre considerare alcuni aspetti: primo una azienda paga luce gas e acqua a prezzi spopositati anche in caso di consumi assimilabile a qualli domestici, stessa cosa dicasi per le varie gabelle come la tari e compagnia cantando. Esiste poi la famigerata inps che ogni mese bisogna sfamare e come dimenticarsi dell’inail grande assicurazione obbligatoria che non puoi sostituire con una privata che prima di pagare verifica. Poi esistono una miriade di altri oneri ai quali far fronte e se poi hai la sfiga di lavorare nella ristorazione, sei soggetto ad altre mille norme e ovviamente controlli da parte di n organi i quali reclamano tutti la loro mezzora di notorietà. Insomma uno sfacelo per cui, pensandoci bene, chi fa impresa in questo paese deve essere un po matto

  6. Scritto da Fabio

    È una vergogna. Questi contratti a chiamata. C’è gente ti chiamo e fai tante ore.non c’è gente non ti chiamo.oppure fai tre ore a mezzogiorno e tre ore a cena.Ma dmettetela fi fare questo teatrino e pagate chi lavora e sono sicuro che trovate.
    Troppo facile chiedere oltre cento euro per una cena per due e pagare un cameriere di turno a chiamata per due spicci.

  7. Scritto da Fec

    Non Andate a lavorare per questi sfruttatori. Fate bene ragazzi siete più svegli di noi che in passato abbiamo contribuito ad arricchire questi titolari sfruttatori.una volta pur fi l di lavorare ci facevamo schiavizzare.La musica sta cambiando.ora a queste paghe assumete solo gli extracomunitari.E un dato di fatto

  8. Scritto da batti

    vedi LORENZO,
    se le regole fossero fatte rispettare, se si facesse rispettare il pagamento delle tasse uguale per tuttitu qualsiasi lavoro tu faccia ti faresti pagare quanto ti basta per pagare tutto l elenco che hai fatto e pure i lavoratori
    non ci sarebbe un concorrente sleale che delinque
    INVECE questo governo ha aiutato questi. esentarli dalle tasse, tantissimo in percentuale su un prodotto,

  9. Scritto da ba

    lorenzo hai sempre l opzione di andare ha fare il dipendente stanno cercando a voce alta

  10. Scritto da Alex

    Caro sig. Lorenzo , io capisco benissimo ma non ho mai visto un imprenditore con un stile di vita pari a quello dei loro dipendenti , sempre macchinoni, scuole private per i loro figli , vacanze incredibili e se la ditta fallisce ? Il dipendente fatica ad avere il suo licenziamento (sempre che ci riesca )ma l’ imprenditore continua a mantenere il suo bel gruzzoletto.